Il PCHR condanna i crimini commessi dalle forze israeliane contro i Palestinesi

solfrzjerualemGaza-Pchr. Il Centro Palestinese per i Diritti Umani condanna nel modo più assoluto il crimine commesso lunedì 12 ottobre 2015 dalle forze israeliane, nella Gerusalemme est occupata, che ha provocato la morte di Mostafa al-Khatib in base a dei sospetti, poiché tale crimine corrisponde a un’esecuzione extra-giudiziale.
Il PCHR denuncia questo crimine che va ad aggiungersi alla serie di crimini israeliani commessi specificamente nella Gerusalemme est, e nei Territori palestinesi occupati (oPt) in generale. Il PCHR invita tutta la comunità internazionale a prendere misure immediate e ad adempiere alle proprie responsabilità morali e legali per proteggere i civili palestinesi nei territori palestinesi occupati.
Il PCHR crede che il silenzio della comunità internazionale verso tali crimini incoraggia il governo israeliano a continuare la sua politica che viola la legge umanitaria internazionale. Secondo le indagini condotte dal Centro Palestinese, alle 08:20 circa del sopracitato giorno, mentre Mostafa Adel al-Khatib, 18 anni, dal villaggio di Sour Baher, a sud della Gerusalemme est occupata, si trovava dentro la sua auto vicino alla Porta al-Asbat, uno delle porte della Città Vecchia, le forze d’occupazione gli hanno ordinato di uscire dall’auto per perquisirla. Quando lui è uscito, hanno aperto il fuoco direttamente contro di lui, mentre portava le mani nelle tasche, in quanto “sospettato” di voler accoltellare soldati israeliani presenti nell’area. Come risulatato, è stato ucciso da oltre 10 pallottole; alcune lo hanno colpito alla testa e altre hanno penetrato il corpo.
La polizia era confusa quando ha dovuto affrontare l’incidente. Nella prima dichiarazione è stato segnalato che il giovane aveva accoltellato un colono. Tuttavia, hanno rilasciato un’altra dichiarazione affermando che Mostafa aveva accoltellato un soldato israeliano. Ma in una terza dichiarazione la vittima si era rifiutata di obbedire agli ordini degli ufficiali di frontiera israeliani per la perquisizione dell’auto e stava nascondendo un coltello in tasca per accoltellare qualcuno.
La dichiarazione finale spiega che Mostafa ha cercato di accoltellare un soldato israeliano sul posto, ma il giubbotto antiproiettile ha protetto il soldato.
Si dovrebbe notare che questo crimine è il quinto di questo tipo commesso dalle forze israeliane a Gerusalemme, negli ultimi 10 giorni. Il 3 ottobre 2015, corpi speciali israeliani hanno ucciso Mohannad Shafiq Halabi, di 19 anni, sospetto di aver ucciso due coloni vicino al Hospice Hotel, nella al-Wad Street, Città Vecchia. Poche ore dopo, un poliziotto israeliano ha aperto il fuoco a distanza ravvicinata contro Fadi Samir Mostafa Aloon, 19 anni, proveniente da al-Eisawiya, nordest di Gerusalemme est, per il sospetto di aver cercato di accoltellare un colono di 15 anni. In aggiunta, il 10 ottobre, la polizia israeliana ha sparato contro Ishaq Qasem Badran, 16 anni, di Kufor Aqeb, nord della città, dopo che aveva accoltellato due coloni nell’area di al-Mesrara. Il ragazzo è stato lasciato a morire dissanguato. Nello stesso giorno, le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro Mohammed Sa’id Mohammed Ali, 19 anni, dal campo profughi Shu’fat, dopo che lui aveva accoltellato due ufficiali delle forze speciali israeliane nelle vicinanze della Porta di al-Amoud. Come risultato, Ali è stato ucciso a sangue freddo.
Il PCHR condanna duramente l’uso eccessivo della forza da parte delle forze israeliane contro i civili palestinesi.
Il PCHR ha sottolineato che nei casi citati, le forze israeliane avrebbero potuto usare una quantità di forza minore contro le vittime o avrebbero potuto arrestarle.
Il Centro Palestinese per i Diritti Umani invita la comunità internazionale a prendere misure immediate ed effettive per porre fine a tali crimini e ribadisce il suo invito alle Alte Parti contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra, del 1949, a prestare fede ai loro obblighi in base all’articolo 1; a fare rispettare la Convezione in tutte le circostanze, e l’obbligo di attenersi all’articolo 146 al fine di perseguire legalmente persone accusate di commettere gravi infrazioni della Quarta Convenzione di Ginevra. Tali gravi violazioni costituiscono crimini di guerra in base all’articolo 147 della stessa Convezione e del Protocollo I annesso alle Convenzioni di Ginevra.
Traduzione di F.H.L.