Il Pchr condanna la chiusura degli uffici di al-Jazeera.

Cisgiordania. Alcune importanti organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno sollecitato ieri l’Autorità nazionale palestinese a ritirare l’ordine d’interrompere i lavori del noto network al-Jazeera in Cisgiordania.

Come ha dichiarato il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR), è “il dott. Salam Fayyad, primo ministro palestinese e ministro dell’Informazione del governo di Ramallah, a voler sospendere le operazioni del canale satellitare in Palestina”.

L’ordine di chiudere la sede del network è giunto dopo che questo ha mandato in onda i commenti di Faruq Qaddumi, funzionario dissidente di Fatah, che ha accusato il presidente palestinese Mahmud ‘Abbas di aver complottato per uccidere il suo predecessore, Yasser ‘Arafat.

Il Pchr ha definito la decisione di Fayyad “una palese violazione del diritto alla libertà di espressione”.

Secondo le indagini del Pchr, alle 2 del pomeriggio di mercoledì “due individui con indosso abiti civili sono entrati negli uffici di al-Jazeera, all’ottavo piano del palazzo City Center di Ramallah. (…) I due si sono introdotti come ufficiali del reparto investigativo della polizia palestinese di Ramallah. Quindi hanno consegnato la copia di una delibera firmata dal tenente colonnello Yasser al-Fahum nelle veci del colonnello Monier Telbani, capo della polizia nella città e nel governatorato di al-Bireh”.

In base a questo documento, lo staff di al-Jazeera “viene bandito dal dedicarsi a qualsiasi lavoro, in attesa di una sentenza giudiziaria definitiva al riguardo”.

 

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