Il Pchr condanna la deportazione di Ayman al-Sharawna a Gaza da parte delle forze israeliane

Gaza – Pchr. Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (Pchr) condanna la deportazione nella Striscia di Gaza, il 17 marzo scorso, di un detenuto palestinese, Ayman al-Sharawna, da parte delle forze israeliane, sotto le condizioni di un accordo i cui particolari non sono stati rivelati. Secondo alcune segnalazioni, l’accordo prevederebbe che al-Sharawna rimanga a Gaza per 10 anni per poi ritornare a casa propria, a Hebron, in cambio della fine del suo sciopero della fame, durato, in modo discontinuo, per 260 giorni. Il Pchr ritiene che la decisione di trasferire al-Sharawna a Gaza sia da considerarsi una deportazione forzata, e ricorda che la deportazione di persone poste sotto tutela è proibita dall’art. 49 della Convenzione di Ginevra in merito alla protezione dei civili in tempo di guerra (Quarta Convenzione di Ginevra).

Appena arrivato a Gaza, al-Sharawna è stato trasportato all’ospedale di Shifa di Gaza City, dove è stato ricoverato nell’unità di terapia intensiva, poiché le sue condizioni di salute erano degenerate in seguito a 260 giorni di sciopero della fame. Secondo i rappresentanti delle organizzazioni per i diritti umani che gli avevano fatto visita nella prigione israeliana di Elia, dove era detenuto, le sue condizioni di salute erano molto deteriorate, con dolori in tutto il corpo, perdita temporanea della vista e forte dimagrimento.

Nel gennaio 2012, le Forze di occupazione israeliane (Iof) hanno arrestato nella sua casa Ayman al-Sharawna, 36 anni, proveniente dal villaggio di Dura, in Cisgiordania meridionale, nei pressi di Hebron, il quale era stato rilasciato in seguito all’Accordo Shalit per lo scambio dei prigionieri tra Palestina e Israele. Per protesta contro il proprio riarresto, il 1° luglio 2012 al-Sharawna ha dichiarato lo sciopero della fame. Fino ad allora aveva scontato 10 dei 38 anni della sua condanna, e una volta rilasciato era stato costretto dalle forze israeliane a non lasciare Hebron e a fare rapporto all’intelligence israeliana una volta al mese. Nel febbraio 2012 era stato messo in isolamento nella prigione di Elia, mentre la Corte Suprema israeliana rifiutava di intervenire sul suo caso. A metà marzo 2013, il ministero palestinese per gli Affari dei Prigionieri ha dichiarato che aveva perso la vista per l’80%. Il 17 marzo 2013, dopo due fasi di sciopero della fame in 260 giorni, in accordo con le autorità israeliane è stato deportato nella Striscia di Gaza, dove rimarrà per i prossimi 10 anni.

Per oggi [18 marzo] è stata programmata un’udienza della corte per confermare i rimanenti 28 anni della sua condanna precedente. Dopo il peggioramento delle sue condizioni, le udienze sono state tenute nella prigione, in considerazione delle sue condizioni di salute.

Il Pchr esprime estrema preoccupazione sulle politiche di deportazione forzata messe in atto dall’Iof contro i civili palestinesi, e ricorda che casi analoghi sono avvenuti di recente: tra questi, la deportazione di 40 prigionieri palestinesi verso paesi terzi e di altri 163 verso la Striscia di Gaza, in occasione dell’accordo per lo scambio di prigionieri concordato tra i gruppi di resistenza palestinese e l’Iof, per il quale sono stati rilasciati 1027 prigionieri palestinesi in cambio della liberazione di un soldato israeliano, Gilad Shalit, che era stato catturato da gruppi di resistenza palestinese.

Il Pchr condanna la deportazione di al-Sharawna nella Striscia di Gaza da parte delle autorità israeliane e:

1) sottolinea che la deprtazione forzata è una forma di punizione collettiva e di rappresaglia proibita dalla Quarta Convenzione di Ginevra, in particolare dall’articolo 49, che proibisce “trasferimenti forzati individuali o di massa, così come deportazioni di persone sotto protezione da un territorio occupato verso il territorio della potenza occupante, oppure verso un paese terzo, occupato o no”;

2) fa appello perché venga permesso ad al-Sharawna e ad altri palestinesi deportati di tornare alle loro case.

Traduzione per InfoPal a cura di Elisa Proserpio