Il pentagono: ‘Il cessate il fuoco non gioverà a Israele’.

DI XAVIERE JARDEZ
AFI – Flash n°64

I media francesi e quelli stranieri dominanti hanno maliziosamente sottolineato l’origine Iraniana o Siriana degli armamenti degli Hezbollah, durante l’aggressione durata un mese in Libano, sebbene le armi degli Hezbollah non siano affatto da paragonare all’arsenale di Israele, in quanto gli Hezbollah sfortunatamente non hanno nessuna difesa aerea. Nel frattempo, essi hanno osservato un fitto silenzio sull’argomento riguardante la provenienza USA degli armamenti israeliani.

I capi della resistenza sono molto più distaccati dall’Iran di quanto lo siano gli Israeliani nei confronti degli USA, dove vi è sia un potente gruppo influente pro-Israele che gioca tutte le sue carte politiche, sia la comunità ebraica all’estero, a favore di Israele.

La vasta mole di armi israeliane usate liberamente dalle Forze di Difesa Israeliane durante i suoi assalti contro le popolazioni Palestinesi e Libanesi, per i suoi assassini mirati, le sue demolizioni di case (bulldozer Caterpillar) ecc. provengono dagli USA, come evidenziato nei rapporti del Dipartimento di Stato sui Diritti Umani del 2003, 2004 e 2005. Ci potranno pure essere alcuni aerei francesi da combattimento, ma i suoi F-16 fabbricati a Forth Worth, i suoi elicotteri Apache, i suoi missili Sparrow e Sidewinter, tutti sono di origine americana. E lo stato sionista viola le leggi di controllo delle armi americane utilizzando tali armi contro i civili. Tali leggi richiedono che “gli articoli militari trasferiti ai governi esteri siano usati solamente per la sicurezza interna e la legittima difesa.”

Gli aiuti dell’esercito americano ad Israele, che è stato il più grande destinatario di tutti i tempi, giunti tramite l’organo chiamato Foreign Military Financing, sono aumentati dal 2001 e la spedizione di armi ha raggiunto incredibili quantità se paragonate alla sua popolazione che è pari allo 0,01% della popolazione mondiale. Israele ha ricevuto 3 miliardi di dollari l’anno in aiuti militari, per un totale di 10.5 miliardi di dollari, il più grande programma di aiuti militari del Pentagono – o 500 dollari per ogni Israeliano – e 6.3 miliardi di dollari tramite la vendita di armi durante l’amministrazione Bush. Per il 2007 Bush ha richiesto dal Congresso 2.24 miliardi di dollari in aggiunta, da destinare alla FMF ( Foreign Military Financing) per Israele.

Trattamento di favore

Le relazioni tra Israele e gli Stati Uniti sono inoltre particolari per il fatto che gli Stati Uniti forniscono il 20% del bilancio totale militare israeliano. Il 70% degli aiuti militari americani sono incanalati verso l’acquisto di armi ed equipaggiamento dalle aziende americane come la Lockheed Martin, Boeing (F-18, F-14) Raytheon (Tomawak, Missili Sidewinter e missili ad alta tecnologia di tutti i tipi) senza che Israele spenda un soldo. Più tardi, la Lockheed Martin e l’industria militare israeliana hanno firmato un accordo diretto, del valore di 4.5 miliardi di dollari, per la co-produzione di una nuova versione di un F-16 chiamato Sufa che sarà in parte costruito da Tel Aviv e completato a Forth Worth, Texas. Si tratta di una concessione speciale fatta ad Israele nella forma di relazioni sopranazionali con multinazionali di armamenti al di fuori del Dipartimento dello Stato. Nessun altro paese è così favorito o ha il permesso di acquistare materiale militare americano per meno di 100 000 dollari. Ma nessun minimo di acquisto viene stabilito per Israele. Inoltre, Israele riceve i suoi Fondi di Supporto Economico che ammontano per il 2006 a 273 milioni di dollari, forniti in un’unica somma all’inizio dell’anno fiscale e non a rate, e gli si permette di impiegare il suo fondo generale senza distinzione tra tipi di aiuto. Questo obbliga gli Stati Uniti a pagare da 50 a 60 milioni di dollari di interessi per i soldi che presta a quel fine. O i debiti militari ed economici sono accantonati prima che il problema incorra.

Gli Stati Uniti assicurano la ricerca di Israele e lo sviluppo delle armi. Essi hanno contribuito con miliardi di dollari all’anticarro Merkava e all’aereo per attacchi di terra Lavi. Incominciando nel 1995, gli Stati Uniti ed Israele hanno stabilito una cooperazione strategica per produrre un’arma laser trasportabile designata a contenere missili a raggio corto ( proprio quelli lanciati dagli Hezbollah o dai Palestinesi) con il nome di Tactical High Energy Laser (THEL). Il THEL è un sistema di armi laser ad attivazione chimica che sarà usato nel 2007 sia da Israele che dagli Stati Uniti. Sono coinvolte in questo programma le compagnie di armamenti israeliane, Israel Aircraft Industries (IAI) e Tadiran e l’americana Northrop Grumman.

La dipendenza di Israele da Washington si estende all’accesso all’intelligence militare, ai ricambi e alla manutenzione o all’assistenza tecnica per sostenere le migliori prestazioni ad un costo di 629 milioni di dollari. Tuttavia, in caso di emergenza, gli Stati Uniti sono assai propensi a supportare Israele, come si è evidenziato il 14 Luglio, quando questi furono d’accordo nel vendere la benzina per jet JP-8 per un valore di più di 120 milioni di dollari “per promuovere la pace e la sicurezza nella regione” come affermato dall’ Agenzia per la Cooperazione nella Sicurezza e nella Difesa. Oppure l’immediato invio ad Israele delle bombe a guida laser o satellitare (le anti-bunker GB-28 sviluppate da Lockheed durante la guerra in Iraq del 1991), considerato come “inusuale” dagli ufficiali del Pentagono. Esse costituiscono parte di un pacchetto di armamenti di molti milioni di dollari a cui Israele può attingere nel caso se ne presenti la necessità. Questo concetto non è nuovo, perché, dopo la prima Intifada, Israele richiese la consegna di altri elicotteri Black Hawk e Apache e, nel 2001 di altri 50 caccia F-16. Allora, Israele non era in guerra al di fuori dei suoi stessi confini!

Molto è stato detto dei missili fatti scoppiare dagli Hezbollah su supposte aere civili nel nord di Israele. Potrebbe essere che poche centinaia di Fajr 3 o Fajr 5 Iraniani o Siriani con una gittata di 30 fino a 45 miglia siano caduti su quella zona uccidendo o ferendo dalle 30 alle 40 persone. Ma chi può credere che il nord di Israele fosse una zona puramente civile priva di depositi militari, industrie che fabbricano armi, caserme e così via. Tuttavia, le stesse fonti ignorano il fatto che l’arsenale missilistico di Israele è impressionante. 1000 missili Redeye , 400 missili terra- aria, 400 missili difensivi portatili Stinger , 444 missili Harpoon.


[Sopra: un F16 dell’aviazione Israeliana. Sotto: il Tactical High Energy Laser sviluppato da USA e Israele]

Armi Proibite

Inoltre l’arsenale di Israele non si ferma all’equipaggiamento pesante. Esso include ancora bombe a grappolo che furono inventate al tempo della guerra in Vietnam e poi più tardi diffuse in Israele. In Libano, quelle inesplose inquinano 249 villaggi, e sono del tipo M 42 specificatamente disegnate per colpire le persone o anche del tipo M 77. Molto probabilmente esse provengono dagli Stati Uniti dove è stata ordinata un’ indagine a Washington per motivi di relazioni pubbliche.

In Libano, i corpi delle persone uccise dagli aeroplani mostravano caratteristiche sconosciute – segni di bruciature senza essere stati bruciati – odore terrificante, estremità lacerate – il che portò i dottori esaminatori e l’ Organizzazione Mondiale della Sanità a condurre un’ indagine sulla possibilità che Israele usasse armi chimiche e biologiche (batteriche o virali). I loro effetti hanno caratteristiche simili a ciò che succede con i pesticidi, in quanto essi, tra le altre cose, paralizzano il sistema nervoso, soffocano ed impediscono la respirazione, causano emorragie interne o gonfiori sulla pelle. Fonti dell’esercito Libanese hanno suggerito l’uso da parte di Israele di “bombe svuotanti” [emptying bombs] totalmente proibite da tutte le Convenzioni di Ginevra, che svuotano il corpo di aria, causando la morte per asfissia e l’infarto immediato. Deve essere sottolineato che Israele non ha mai ratificato la Convenzione sulle armi chimiche, come non ha anche approvato il Trattato di non-proliferazione e non ha mai aperto le porte dei suoi impianti nucleari. Voci circolano sull’esistenza di un programma riguardante le armi chimiche sotto la guida dell’ Istituto Israeliano per la Ricerca Biologica a Ness Ziona.

Secondo Shimon Peres, l’aggressione israeliana contro il Libano e la scarsa performance dell’ esercito israeliano comporteranno lo sviluppo di una nuova categoria di armi, “armi miniaturizzate” o “robot controllati a distanza” o armi basate su nanotecnologie. Potrebbe essere possibile che gli Stati Uniti convincano Israele a completare e sperimentare sul terreno una nuova arma chiamata “il raggio della morte”[Death Ray] testata in Iraq. Essa consiste nel colpire una persona con raggi di onde elettromagnetiche corte, simili alle onde prodotte dai congegni a microonde. "Ray News 24" , un canale italiano TV, ha trasmesso lo scorso Maggio un racconto di un giornalista iracheno sull’uso di questa arma sperimentale. Questo resoconto è sotto l’indagine dell’ Istituto di Ricerca Strategico della California.

Dato l’immenso arsenale di Israele – forse il quarto esercito mondiale, per usare un’espressione coniata per l’Iraq – potremmo aver pensato che Israele fosse soddisfatto del suo partner americano. No. La Francia, la Germania e la Gran Bretagna arrivano tutte e tre in soccorso. Dal Marzo 2006, la cooperazione tra EADS e IAI ( Le industrie aeree Israeliane ) nel campo degli aeromobili senza pilota ha condotto ad una collaborazione stretta ed integrata, avente luogo in Israele stesso, la cui prima conseguenza è l’appoggio economico della Francia, per un valore di milioni di dollari, alle spese belliche di Israele, e il trasferimento della tecnologia e delle capacità militari francesi, messe in atto per far soffrire la fame e massacrare palestinesi e libanesi.

Per quanto riguarda la Gran Bretagna, essa ha cercato di rafforzare la potenza dell’F – 16 vendendo i componenti tramite la Lockheed il 7 Luglio, violando la legge che proibisce l’esportazione delle armi “se vi è il rischio che il destinatario usi l’oggetto …….in modo aggressivo contro un terzo paese…….o (per) una rivendicazione territoriale tramite la forza” .

La Germania dal canto suo aumenterebbe la capacità nucleare di Israele con la costruzione di altri due sottomarini nucleari Dolphin U 212 che valgono 1.27 miliardi di dollari, un terzo dei quali finanziato dalla Germania. Queste navi si unirebbero alle tre unità pagate dalla Germania negli anni ‘90 e già in possesso di Israele che incrociano, una il Mediterraneo, le altre il Golfo Persico ed il Mar Rosso. Avendo un raggio di 4500 Km, saranno equipaggiati con rampe di lancio per missili trasportanti carichi nucleari, che possono essere lanciati sino a 1500 Km di distanza e che possono operare all’improvviso.

Israele, il terzo maggiore esportatore di armi

Israele come mercante di armi sarebbe un paradosso per un paese definito “democratico” e sempre sulla difensiva. La vendita di armi al di fuori della rete ufficiale ( Mossad, Difesa, Esercito ) è un segreto ben celato (v. Stockholm International Peace Research Institute – SIPRI ) ed un settore piuttosto incontrollato gestito apertamente dai commercianti Israeliani di armi. È noto al ministro della Difesa Israeliano, che lo appoggia ed incoraggia, agli ufficiali dell’IDF e a chiunque vicino all’industria delle armi. L’esportazione di armi ebbe il suo maggiore sviluppo dopo la guerra del Ramadan nel 1973 e le industrie manifatturiere di armi Israeliane conquistarono il mercato internazionale e assicurarono la sopravvivenza dello stato sionista. Nel 2001, l’esportazione di armi totalizzò solo 2.6 miliardi di dollari, mentre nel 2002 essa crebbe del 40% e il paese sorpassò la Germania, la Francia e la Gran Bretagna per diventare il terzo esportatore di armi.

In sostanza nessun conflitto militare, nessun conflitto etnico o guerra civile, passata o presente, ( Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Sri Lanka, Filippine, Nepal dove le armi di Israele furono ordinate proprio dall’ambasciatore americano per i seguaci del re, l’Apartheid in Sud Africa, Pinochet in Cile, le squadre della morte del cartello della droga in Colombia, il Rwanda nel picco del genocidio ) è avvenuto senza le armi Israeliane e gli affari per i venditori di armi, i consulenti della sicurezza e istruttori, unità della sicurezza, ognuno dei quali agisce in modo indipendente per salvaguardare Israele da rivelazioni imbarazzanti.

Questa vuole essere solo una breve descrizione di ciò che è il potere militare di Israele tale da poter servire da surrogato degli “interessi strategici Americani nel Medio Oriente” . Israele ha aiutato gli Stati Uniti a “sconfiggere i movimenti radicali nazionalisti” ed è stato un test sul campo per l’armamento di fabbricazione americana. Inoltre, le agenzie di intelligence di entrambi i paesi hanno “collaborato” e “Israele ha incanalato le armi americane a terzi paesi ai quali gli Stati Uniti non potevano inviare armi direttamente (vedere ad esempio i casi Irangate, Contras)” scrive il Professor Zunes dell’Università di San Francisco citando un analista Israeliano che disse che “è come se Israele fosse diventato un’altra agenzia federale: è conveniente da usare e puoi esigere che qualunque cosa sia fatta in silenzio” .

Xavière Jardez
Fonte: http://www.uruknet.info/
Link: http://www.uruknet.info/?p=27155
02.10.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PATRIZIA DANIELE

 

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Il pentagono: ‘Il cessate il fuoco non gioverà a Israele’.

DI XAVIERE JARDEZ
AFI – Flash n°64

I media francesi e quelli stranieri dominanti hanno maliziosamente sottolineato l’origine Iraniana o Siriana degli armamenti degli Hezbollah, durante l’aggressione durata un mese in Libano, sebbene le armi degli Hezbollah non siano affatto da paragonare all’arsenale di Israele, in quanto gli Hezbollah sfortunatamente non hanno nessuna difesa aerea. Nel frattempo, essi hanno osservato un fitto silenzio sull’argomento riguardante la provenienza USA degli armamenti israeliani.

I capi della resistenza sono molto più distaccati dall’Iran di quanto lo siano gli Israeliani nei confronti degli USA, dove vi è sia un potente gruppo influente pro-Israele che gioca tutte le sue carte politiche, sia la comunità ebraica all’estero, a favore di Israele.

La vasta mole di armi israeliane usate liberamente dalle Forze di Difesa Israeliane durante i suoi assalti contro le popolazioni Palestinesi e Libanesi, per i suoi assassini mirati, le sue demolizioni di case (bulldozer Caterpillar) ecc. provengono dagli USA, come evidenziato nei rapporti del Dipartimento di Stato sui Diritti Umani del 2003, 2004 e 2005. Ci potranno pure essere alcuni aerei francesi da combattimento, ma i suoi F-16 fabbricati a Forth Worth, i suoi elicotteri Apache, i suoi missili Sparrow e Sidewinter, tutti sono di origine americana. E lo stato sionista viola le leggi di controllo delle armi americane utilizzando tali armi contro i civili. Tali leggi richiedono che “gli articoli militari trasferiti ai governi esteri siano usati solamente per la sicurezza interna e la legittima difesa.”

Gli aiuti dell’esercito americano ad Israele, che è stato il più grande destinatario di tutti i tempi, giunti tramite l’organo chiamato Foreign Military Financing, sono aumentati dal 2001 e la spedizione di armi ha raggiunto incredibili quantità se paragonate alla sua popolazione che è pari allo 0,01% della popolazione mondiale. Israele ha ricevuto 3 miliardi di dollari l’anno in aiuti militari, per un totale di 10.5 miliardi di dollari, il più grande programma di aiuti militari del Pentagono – o 500 dollari per ogni Israeliano – e 6.3 miliardi di dollari tramite la vendita di armi durante l’amministrazione Bush. Per il 2007 Bush ha richiesto dal Congresso 2.24 miliardi di dollari in aggiunta, da destinare alla FMF ( Foreign Military Financing) per Israele.

Trattamento di favore

Le relazioni tra Israele e gli Stati Uniti sono inoltre particolari per il fatto che gli Stati Uniti forniscono il 20% del bilancio totale militare israeliano. Il 70% degli aiuti militari americani sono incanalati verso l’acquisto di armi ed equipaggiamento dalle aziende americane come la Lockheed Martin, Boeing (F-18, F-14) Raytheon (Tomawak, Missili Sidewinter e missili ad alta tecnologia di tutti i tipi) senza che Israele spenda un soldo. Più tardi, la Lockheed Martin e l’industria militare israeliana hanno firmato un accordo diretto, del valore di 4.5 miliardi di dollari, per la co-produzione di una nuova versione di un F-16 chiamato Sufa che sarà in parte costruito da Tel Aviv e completato a Forth Worth, Texas. Si tratta di una concessione speciale fatta ad Israele nella forma di relazioni sopranazionali con multinazionali di armamenti al di fuori del Dipartimento dello Stato. Nessun altro paese è così favorito o ha il permesso di acquistare materiale militare americano per meno di 100 000 dollari. Ma nessun minimo di acquisto viene stabilito per Israele. Inoltre, Israele riceve i suoi Fondi di Supporto Economico che ammontano per il 2006 a 273 milioni di dollari, forniti in un’unica somma all’inizio dell’anno fiscale e non a rate, e gli si permette di impiegare il suo fondo generale senza distinzione tra tipi di aiuto. Questo obbliga gli Stati Uniti a pagare da 50 a 60 milioni di dollari di interessi per i soldi che presta a quel fine. O i debiti militari ed economici sono accantonati prima che il problema incorra.

Gli Stati Uniti assicurano la ricerca di Israele e lo sviluppo delle armi. Essi hanno contribuito con miliardi di dollari all’anticarro Merkava e all’aereo per attacchi di terra Lavi. Incominciando nel 1995, gli Stati Uniti ed Israele hanno stabilito una cooperazione strategica per produrre un’arma laser trasportabile designata a contenere missili a raggio corto ( proprio quelli lanciati dagli Hezbollah o dai Palestinesi) con il nome di Tactical High Energy Laser (THEL). Il THEL è un sistema di armi laser ad attivazione chimica che sarà usato nel 2007 sia da Israele che dagli Stati Uniti. Sono coinvolte in questo programma le compagnie di armamenti israeliane, Israel Aircraft Industries (IAI) e Tadiran e l’americana Northrop Grumman.

La dipendenza di Israele da Washington si estende all’accesso all’intelligence militare, ai ricambi e alla manutenzione o all’assistenza tecnica per sostenere le migliori prestazioni ad un costo di 629 milioni di dollari. Tuttavia, in caso di emergenza, gli Stati Uniti sono assai propensi a supportare Israele, come si è evidenziato il 14 Luglio, quando questi furono d’accordo nel vendere la benzina per jet JP-8 per un valore di più di 120 milioni di dollari “per promuovere la pace e la sicurezza nella regione” come affermato dall’ Agenzia per la Cooperazione nella Sicurezza e nella Difesa. Oppure l’immediato invio ad Israele delle bombe a guida laser o satellitare (le anti-bunker GB-28 sviluppate da Lockheed durante la guerra in Iraq del 1991), considerato come “inusuale” dagli ufficiali del Pentagono. Esse costituiscono parte di un pacchetto di armamenti di molti milioni di dollari a cui Israele può attingere nel caso se ne presenti la necessità. Questo concetto non è nuovo, perché, dopo la prima Intifada, Israele richiese la consegna di altri elicotteri Black Hawk e Apache e, nel 2001 di altri 50 caccia F-16. Allora, Israele non era in guerra al di fuori dei suoi stessi confini!

Molto è stato detto dei missili fatti scoppiare dagli Hezbollah su supposte aere civili nel nord di Israele. Potrebbe essere che poche centinaia di Fajr 3 o Fajr 5 Iraniani o Siriani con una gittata di 30 fino a 45 miglia siano caduti su quella zona uccidendo o ferendo dalle 30 alle 40 persone. Ma chi può credere che il nord di Israele fosse una zona puramente civile priva di depositi militari, industrie che fabbricano armi, caserme e così via. Tuttavia, le stesse fonti ignorano il fatto che l’arsenale missilistico di Israele è impressionante. 1000 missili Redeye , 400 missili terra- aria, 400 missili difensivi portatili Stinger , 444 missili Harpoon.


[Sopra: un F16 dell’aviazione Israeliana. Sotto: il Tactical High Energy Laser sviluppato da USA e Israele]

Armi Proibite

Inoltre l’arsenale di Israele non si ferma all’equipaggiamento pesante. Esso include ancora bombe a grappolo che furono inventate al tempo della guerra in Vietnam e poi più tardi diffuse in Israele. In Libano, quelle inesplose inquinano 249 villaggi, e sono del tipo M 42 specificatamente disegnate per colpire le persone o anche del tipo M 77. Molto probabilmente esse provengono dagli Stati Uniti dove è stata ordinata un’ indagine a Washington per motivi di relazioni pubbliche.

In Libano, i corpi delle persone uccise dagli aeroplani mostravano caratteristiche sconosciute – segni di bruciature senza essere stati bruciati – odore terrificante, estremità lacerate – il che portò i dottori esaminatori e l’ Organizzazione Mondiale della Sanità a condurre un’ indagine sulla possibilità che Israele usasse armi chimiche e biologiche (batteriche o virali). I loro effetti hanno caratteristiche simili a ciò che succede con i pesticidi, in quanto essi, tra le altre cose, paralizzano il sistema nervoso, soffocano ed impediscono la respirazione, causano emorragie interne o gonfiori sulla pelle. Fonti dell’esercito Libanese hanno suggerito l’uso da parte di Israele di “bombe svuotanti” [emptying bombs] totalmente proibite da tutte le Convenzioni di Ginevra, che svuotano il corpo di aria, causando la morte per asfissia e l’infarto immediato. Deve essere sottolineato che Israele non ha mai ratificato la Convenzione sulle armi chimiche, come non ha anche approvato il Trattato di non-proliferazione e non ha mai aperto le porte dei suoi impianti nucleari. Voci circolano sull’esistenza di un programma riguardante le armi chimiche sotto la guida dell’ Istituto Israeliano per la Ricerca Biologica a Ness Ziona.

Secondo Shimon Peres, l’aggressione israeliana contro il Libano e la scarsa performance dell’ esercito israeliano comporteranno lo sviluppo di una nuova categoria di armi, “armi miniaturizzate” o “robot controllati a distanza” o armi basate su nanotecnologie. Potrebbe essere possibile che gli Stati Uniti convincano Israele a completare e sperimentare sul terreno una nuova arma chiamata “il raggio della morte”[Death Ray] testata in Iraq. Essa consiste nel colpire una persona con raggi di onde elettromagnetiche corte, simili alle onde prodotte dai congegni a microonde. "Ray News 24" , un canale italiano TV, ha trasmesso lo scorso Maggio un racconto di un giornalista iracheno sull’uso di questa arma sperimentale. Questo resoconto è sotto l’indagine dell’ Istituto di Ricerca Strategico della California.

Dato l’immenso arsenale di Israele – forse il quarto esercito mondiale, per usare un’espressione coniata per l’Iraq – potremmo aver pensato che Israele fosse soddisfatto del suo partner americano. No. La Francia, la Germania e la Gran Bretagna arrivano tutte e tre in soccorso. Dal Marzo 2006, la cooperazione tra EADS e IAI ( Le industrie aeree Israeliane ) nel campo degli aeromobili senza pilota ha condotto ad una collaborazione stretta ed integrata, avente luogo in Israele stesso, la cui prima conseguenza è l’appoggio economico della Francia, per un valore di milioni di dollari, alle spese belliche di Israele, e il trasferimento della tecnologia e delle capacità militari francesi, messe in atto per far soffrire la fame e massacrare palestinesi e libanesi.

Per quanto riguarda la Gran Bretagna, essa ha cercato di rafforzare la potenza dell’F – 16 vendendo i componenti tramite la Lockheed il 7 Luglio, violando la legge che proibisce l’esportazione delle armi “se vi è il rischio che il destinatario usi l’oggetto …….in modo aggressivo contro un terzo paese…….o (per) una rivendicazione territoriale tramite la forza” .

La Germania dal canto suo aumenterebbe la capacità nucleare di Israele con la costruzione di altri due sottomarini nucleari Dolphin U 212 che valgono 1.27 miliardi di dollari, un terzo dei quali finanziato dalla Germania. Queste navi si unirebbero alle tre unità pagate dalla Germania negli anni ‘90 e già in possesso di Israele che incrociano, una il Mediterraneo, le altre il Golfo Persico ed il Mar Rosso. Avendo un raggio di 4500 Km, saranno equipaggiati con rampe di lancio per missili trasportanti carichi nucleari, che possono essere lanciati sino a 1500 Km di distanza e che possono operare all’improvviso.

Israele, il terzo maggiore esportatore di armi

Israele come mercante di armi sarebbe un paradosso per un paese definito “democratico” e sempre sulla difensiva. La vendita di armi al di fuori della rete ufficiale ( Mossad, Difesa, Esercito ) è un segreto ben celato (v. Stockholm International Peace Research Institute – SIPRI ) ed un settore piuttosto incontrollato gestito apertamente dai commercianti Israeliani di armi. È noto al ministro della Difesa Israeliano, che lo appoggia ed incoraggia, agli ufficiali dell’IDF e a chiunque vicino all’industria delle armi. L’esportazione di armi ebbe il suo maggiore sviluppo dopo la guerra del Ramadan nel 1973 e le industrie manifatturiere di armi Israeliane conquistarono il mercato internazionale e assicurarono la sopravvivenza dello stato sionista. Nel 2001, l’esportazione di armi totalizzò solo 2.6 miliardi di dollari, mentre nel 2002 essa crebbe del 40% e il paese sorpassò la Germania, la Francia e la Gran Bretagna per diventare il terzo esportatore di armi.

In sostanza nessun conflitto militare, nessun conflitto etnico o guerra civile, passata o presente, ( Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Sri Lanka, Filippine, Nepal dove le armi di Israele furono ordinate proprio dall’ambasciatore americano per i seguaci del re, l’Apartheid in Sud Africa, Pinochet in Cile, le squadre della morte del cartello della droga in Colombia, il Rwanda nel picco del genocidio ) è avvenuto senza le armi Israeliane e gli affari per i venditori di armi, i consulenti della sicurezza e istruttori, unità della sicurezza, ognuno dei quali agisce in modo indipendente per salvaguardare Israele da rivelazioni imbarazzanti.

Questa vuole essere solo una breve descrizione di ciò che è il potere militare di Israele tale da poter servire da surrogato degli “interessi strategici Americani nel Medio Oriente” . Israele ha aiutato gli Stati Uniti a “sconfiggere i movimenti radicali nazionalisti” ed è stato un test sul campo per l’armamento di fabbricazione americana. Inoltre, le agenzie di intelligence di entrambi i paesi hanno “collaborato” e “Israele ha incanalato le armi americane a terzi paesi ai quali gli Stati Uniti non potevano inviare armi direttamente (vedere ad esempio i casi Irangate, Contras)” scrive il Professor Zunes dell’Università di San Francisco citando un analista Israeliano che disse che “è come se Israele fosse diventato un’altra agenzia federale: è conveniente da usare e puoi esigere che qualunque cosa sia fatta in silenzio” .

Xavière Jardez
Fonte: http://www.uruknet.info/
Link: http://www.uruknet.info/?p=27155
02.10.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PATRIZIA DANIELE

 

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