Riceviamo dall’Associazione Hawiya e pubblichiamo.
Comunicato per la stampa, Siena, 10 agosto 2008
È morto Il più grande poeta del mondo, Mahmud Darwish aveva 67 anni
Il poeta palestinese, da tempo malato di cuore, era stato operato a Houston mercoledì scorso
Il più grande poeta del mondo così il premio Nobel per la Letteratura Jose Saramago definiva Mahmud Darwish, palestinese di al-Birwah, in Galilea, morto ieri sera nellospedale Memorial Hermann Hospital di Houston in Texas.
Le sue opere, tradotte in 40 lingue, avevano permesso di far conoscere in tutto il mondo una lirica immensa sempre ispirata al dramma del suo popolo in cui si identificava orgogliosamente.
Aveva ricevuto decine di riconoscimenti internazionali: il prestigioso premio Prince Claus allAja per la «sua opera impressionante»; venne insignito del Premio Lenin, la Francia lo nominò cavaliere delle Arti e delle Lettere; ricevette il Premio Lotus da parte dellUnione degli Scrittori di afro-asiatici; nel 2001 il Premio per la libertà culturale dalla Fondazione Lannan, ed il premio per la pace, dallAcademy of American Poets.
Negli anni novanta viene per due volte colpito da gravi disturbi cardiaci ed il suo cuore si ferma per qualche minuto: trasforma questo dramma in una delle più grandi opere poetiche degli ultimi anni, Murale, che grazie ad una idea di Maria Nadotti, viene recitato anche in Italia a 2 voci con Sandro Lombardi: memorabile il recital a Siena, nella bellissima Sala del Pellegrinaio del Complesso Santa Maria della Scala.
Mahmud Darwish era nato il 13 marzo 1941 ad Al Birweh, in Galilea. allora sotto mandato britannico e oggi nel nord di Israele. Durante la guerra arabo-israeliana del 1948, questo villaggio fu raso al suolo e i suoi abitanti furono costretti allesilio. Pubblica la sua prima raccolta di poesie a 19 anni, Uccelli senza ali. Allinizio degli anni Settanta sceglie lesilio, prima a Mosca, poi al Cairo. Nel 1973, a Beirut, dirige il mensile Questioni palestinesi e lavora come caporedattore nel Centro di ricerca palestinese dellOlp (Organizzazione per la liberazione della Palestina), cui aderisce mentre lorganizzazione è in guerra con Israele. Se ne va dallOlp nel 1993 per protestare contro gli accordi di Oslo che, secondo lui, non daranno una pace giusta ai palestinesi. Ma nel 1995 torna a Ramallah, in Cisgiordania, dopo lavvento dellAutorità palestinese. Nel maggio 1996 viene autorizzato a entrare in Israele, per la prima volta dopo lesilio, per partecipare ai funerali dello scrittore arabo-israeliano Emile Habibi.
Viveva tra Ramallah ed Amman e, si è saputo, prima di partire per subire lultimo intervento a Houston aveva scritto una lettera di saluto ad i suoi più intimi amici.
Tra le sue opere:
Uccelli senza ali, Foglie di ulivi, Un innamorato dalla Palestina, La fine della notte, Muoiono gli uccelli in Galilea, Lamata risorge dal sonno, Una pioggia tenera in un lontano autunno,
Il tentativo numero 7, Lelogio dellombra sublime, Perché lasciasti il cavallo solo.
In Italia sono stati editi, tra gli altri: La memoria delloblio; Oltre lultimo cielo. La Palestina come metafora; Murale.