Il Presidente del Sinn Fèin si è recato in visita in Medio Oriente.

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Medio Oriente. Dopo la visita di Gerry Adams

 
Scritto da redazione   
sabato 23 settembre 2006
Il Presidente del Sinn Fèin si è recato in visita in Medio Oriente e, proprio due giorni dopo il suo arrivo, ha rilasciato il seguente comunicato durante la conferenza stampa tenutasi a Gerusalemme il 5 settembre scorso. Di seguito il testo integrale (1).
Image23 Settembre, 2006. “Il mio nome è Gerry Adams e sono qui in rappresentanza del Sinn Fèin, partito repubblicano Irlandese. Il nostro obbiettivo è la creazione di una Repubblica, comprendente tutte le 32 contee dell’Irlanda, unita ed indipendente dal governo Britannico. Noi del Sinn Fèin siamo i principali fautori del processo di pace irlandese, ben lontano dall’essere pienamente attuato, date le numerose difficoltà e le mancate promesse, ma che comunque, rispetto al passato, ha fatto passi da gigante. Lo scopo di questa mia visita è estremamente semplice: incoraggiare e supportare la ricerca di una pacifica risoluzione del conflitto Israeliano-Palestinese. Consideriamo imperativo necessario il fatto che un dialogo spontaneo e costruttivo fra i rappresentanti della comunità Palestinese e di quella Israeliana venga instaurato al più presto. Siamo qui in seguito ad un espresso invito del Presidente Palestinese Mahmoud Abbas, pertanto intendo, a nome mio e di tutta la nostra delegazione, ringraziare sia lui che le Autorità Palestinesi, porgo inoltre i nostri ringraziamenti a tutti quegli attivisti Israeliani che si stanno adoperando per trovare una soluzione pacifica al conflitto e con i quali avrò il piacere di interloquire più tardi.”

"E’ sempre stata mia ferma intenzione venire qui. Il Presidente Abu Ammar Arafat mi ha invitato parecchie volte ma purtroppo non sono mai riuscito ad onorare il suo invito quando il Presidente era ancora in vita. In passato sono stato costretto in varie occasioni a cancellare la mia visita qui da voi a causa di gravosi impegni e priorità assolute riguardanti il peace-process in Irlanda del Nord. Quando il Presidente Arafat è morto, ho deciso che non avrei ancora atteso a lungo prima di venire in medio Oriente, così ora sono lieto di aver rispettato tale impegno e di parlare qui con tutti voi."

"Lasciatemi dire che l’intero movimento repubblicano Irlandese è ben consapevole delle sofferenze patite dalla maggior parte degli abitanti di queste regioni. Il Sinn Fèin non possiede alcuna formula magica per trovare la soluzione immediata ai vostri problemi, ma crediamo fermamente che questi possano comunque essere risolti. Il conflitto Anglo-Irlandese è stato sempre considerato come irrisolvibile: trattative di pace e negoziati sono stati etichettati come inutili e la pace come pura utopia, ma noi abbiamo sconfitto questo pessimismo, dimostrando che erano in molti sbagliarsi. I repubblicani Irlandesi si considerano internazionalisti, lo sono sempre stati. Siamo molto interessati a tutto quello che avviene al di fuori della nostra isola e siamo sempre aperti e disponibili ad imparare dalle esperienze altrui così come a dividere le nostre con gli altri, al fine di costruire e sviluppare concrete e pacifiche alternative al conflitto."

"La dedizione ai nostri più alti fini ed una buona dose di coraggio sono esempi validissimi di politiche alternative alla violenza. La responsabilità di ricercare tali vie alternative verso una pacifica risoluzione del conflitto logicamente appartiene ai leaders politici, specialmente ai governi, ai quali spetta il compito di garantire speranza e pace: è questo l’onere più gravoso incombente sul governo Israeliano. Secondo me la futura sicurezza, gli interessi strategici, la libertà ed i diritti del popolo Israeliano sono legati inestricabilmente all’accettazione, al rispetto, al riconoscimento dei diritti, della libertà e delle prospettive future del popolo Palestinese. "

La guerra non è l’unica opzione.

"La costruzione di un’alternativa politica, lo sviluppo di un processo di pace che possa sanare le varie cause del conflitto e che sia in grado di dare stabilità, giustizia e democrazia sono tutte efficaci opzioni che sicuramente troveranno il sostegno delle persone ragionevoli di tutto il mondo. Naturalmente le difficoltà del caso sono enormi: il conflitto ormai da tantissimo tempo abbraccia ogni aspetto della vita quotidiana dei Palestinesi e degli Israeliani. La reazione ostile da parte del governo di Israele, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti nei confronti dei risultati elettorali di inizio anno hanno acuito tali difficoltà. Il ritiro del supporto finanziario al governo Palestinese ed il conseguente incremento della violenza sono fattori assolutamente controproducenti."

"E’ necessario un dialogo che includa tutte le parti in causa, basato su uguaglianza ed unione di intenti: è palesemente ovvio che dopo decenni di conflitto non ci possa essere alcuna soluzione militare per quello che è risultato evidente essere un problema di natura prettamente politica. I repubblicani Irlandesi non vogliono affermare che ciò che ha funzionato in Irlanda sia automaticamente positivo per altre situazioni, ma noi abbiamo capito che alcuni principi chiave sono applicabili ad ogni processo di conflict-resolution. Questi principi sono:

– Dialogo fra tutte le parti in causa;
– Riconoscimento dei valori democratici e dei mandati democratici;
– Rivalutazione dei Diritti Umani.

"Naturalmente, è compito di tutti i cittadini di quest’area geografica effettuare uno sforzo e trovare la soluzione. Faccio appello a tutti i leaders politici affinché si sacrifichino per la ricostituzione di un robusto processo di pace. Tutti noi dobbiamo accettare ed essere aperti ad accogliere e rispettare culture diverse dalle nostre. Il credere che la cultura occidentale o la civiltà occidentale siano le migliori è un pensiero sicuramente bigotto ed antiquato. Tutte le culture devono imparare le une dalle altre in modo da potersi influenzare a vicenda in maniera pacifica e democratica. La soppressione delle culture diverse non costituisce mai la retta via. Il ruolo della comunità internazionale e delle Nazioni Unite è cruciale, così come quello del governo Americano. Gli Stati Uniti in qualità di potente alleato dello stato di Israele hanno un compito molto importante in questa vicenda."

"Nel processo di pace Nordirlandese gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo positivo e di incoraggiamento, mediante l’ufficiale riconoscimento dei mandati di tutte le parti coinvolte, favorendone il dialogo e trattandole con uguaglianza. Auspico che gli U.S.A. facciano altrettanto qui, in rispetto degli sforzi profusi da tutti coloro che tentano di rigenerare il processo di pace. Bisogna trovare un accordo giusto e che comprenda tutti, ed un accordo simile non potrà che fondarsi sul diritto appartenente ad entrambi i popoli, Palestinese ed Israeliano, a convivere rispettandosi a vicenda ed a cooperare per avere una coabitazione pacifica. Sia gli Israeliani che i Palestinesi hanno da guadagnare più dalla pace che dalla guerra.” 

 (1) Traduzione a cura di Gustavo Pregoni


Ultimo aggiornamento ( sabato 23 settembre 2006 )

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