Il primo ministro israeliano propone di tagliare fuori da Gerusalemme 80mila palestinesi

 

460_0___10000000_0_0_0_0_0_shoafatImemc. In un recente incontro di gabinetto, il primo ministro Binyamin Netanyahu ha proposto di revocare i diritti di residenza di 80mila gerosolimitani, il che significa che le persone dei campo profughi di Sho’afat e di Kafr Aqab, come degli altri quartieri, verrebbero tagliate fuori dal resto di Gerusalemme.

La proposta è stata presa in considerazione dal consiglio dei ministri israeliano, ma non è stato deciso nulla.

Già tre milioni di palestinesi che vivono in Cisgiordania sono stati tagliati fuori da Gerusalemme a causa della costruzione israeliana di un enorme muro durante gli ultimi 13 anni. Il Muro ha annesso grandi sezioni di terra palestinese e le ha rese di fatto parte dello stato di Israele, in diretta violazione delle responsabilità di un occupante secondo la Quarta Convenzione di Ginevra.

Nel 1957 il governo israeliano aveva firmato la Convenzione, che lo obbligava a provvedere ai bisogni della popolazione civile sotto occupazione e a non trasferire nessun civile nella terra occupata militarmente. Ma Israele ha trasferito oltre mezzo milione di persone negli insediamenti costruiti sulle terre palestinesi occupate, sin dall’occupazione israeliana della Cisgiordania, di Gaza e delle alture del Golan iniziata nel 1967.

Il Muro di Annessione israeliano è stato costruito in tal modo da annettere il più possibile di Gerusalemme allo stato israeliano, al contempo costringendo la popolazione palestinese in enclavi sempre più piccole. Adesso, con la proposta del primo ministro, i residenti di quelle enclavi perderebbero i loro diritti di resistenza tutti insieme.

Israele ha un sistema di carte d’identità per i residenti di Gerusalemme che è assolutamente unico al mondo. Gli ebrei israeliani che vivono a Gerusalemme o nelle colonie paramilitari in Cisgiordania godono di piena cittadinanza israeliana. Ma ai palestinesi che vivono nella loro terra ancestrale a Gerusalemme viene dato un tipo diverso di carta d’identità, la quale assicura loro di avere meno diritti di un residente ebreo della città.

Se per esempio un residente palestinese dovesse viaggiare all’estero per più di un anno, Israele lo considererebbe un “proprietario assente” e requisirebbe la sua terra e la sua casa per annetterle a Israele, negando al palestinese il diritto di tornare alla propria casa.

Secondo il giornale israeliano Yedioth Ahranoth, in seguito alla recente di nuovi muri e barriere per aumentare la segregazione dei residenti palestinesi, il primo ministro ha detto ai suoi ministri che “dobbiamo esaminare la possibilità di cancellare la loro residenza [dei gerosolimitani palestinesi]. Dobbiamo discuterne”.

Alcuni ministri israeliani si sono opposti al piano, ma solo credendo che una simile divisione avrebbe significato “rinunciare a territori”, che alcuni israeliani ritengono che dovrebbero appartenere a Israele.

Questa affermazione di basa di un’acquisizione militare della terra da parte delle forze israeliane. Né la legge internazionale né accordi scritti riconoscono l’acquisizione militare di terre come un modo legittimo di espandere il territorio dello stato.