Il primo ministro israeliano visiterà gli Stati Uniti questo fine settimana, nonostante il mandato di arresto dell’ICC

Washington – MEMO. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dovrebbe volare a Washington questo fine settimana per incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nonostante un mandato di arresto emesso contro di lui dalla Corte penale internazionale (ICC), hanno riferito i media israeliani lunedì, secondo quanto riportato dall’agenzia Anadolu.

Netanyahu e l’ex-ministro della Difesa, Yoav Gallant, affrontano mandati di arresto emessi dalla Corte con sede all’Aja nel novembre dello scorso anno per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nella Striscia di Gaza.

In base allo Statuto di Roma dell’ICC, 124 stati membri sono obbligati a rispettare i mandati di arresto della Corte, inclusa la detenzione di individui di alto profilo come Netanyahu. Gli Stati Uniti non sono parte dello statuto dell’ICC.

La visita di Netanyahu di sabato sera coinciderà con l’inizio dei negoziati per la seconda fase di un cessate il fuoco a Gaza e di un accordo di scambio di prigionieri tra Israele e il gruppo palestinese Hamas, secondo il quotidiano Yedioth Ahronoth.

Non c’è stata ancora alcuna conferma del viaggio da parte dell’ufficio di Netanyahu o della Casa Bianca.

Gli Stati Uniti e Israele sono importanti alleati e Washington ha fornito un massiccio supporto politico e militare a Tel Aviv durante la sua brutale guerra nella Striscia di Gaza, che ha spinto l’ICC a emettere mandati di arresto per Netanyahu e Gallant.

La prima fase di sei settimane dell’accordo di cessate il fuoco è entrata in vigore il 19 gennaio, sospendendo la guerra genocida di Israele che ha ucciso più di 47 mila palestinesi, la maggior parte dei quali donne e bambini, e ne ha feriti più di 111 mila dal 7 ottobre 2023.

Sette prigionieri israeliani, tra cui quattro soldati, sono stati finora rilasciati in cambio di 290 prigionieri palestinesi da quando l’accordo è entrato in vigore. L’assalto israeliano ha lasciato più di 11 mila persone disperse, con distruzione diffusa e una crisi umanitaria che ha causato la morte di molti anziani e bambini in uno dei peggiori disastri umanitari globali di sempre. Israele affronta anche un caso di genocidio presso la Corte internazionale di giustizia per la sua guerra contro l’enclave.

Traduzione per InfoPal di F.L.