Il rapporto di ‘al-Mizan’ per il primo trimestre del 2010 sulle violazioni contro i palestinesi di Gaza

Gaza – Infopal. Nel primo quarto del 2010, le forze occupanti israeliane hanno ucciso tredici palestinesi, ferendone ed arrestandone decine nel corso delle loro aggressioni alla Striscia di Gaza. Questi dati sono riportati in una relazione trimestrale sulle violazioni dei diritti umani da parte di Israele redatta dal Centro “al-Mizan” (La Bilancia), che copre il periodo dall'1 gennaio al 31 marzo 2010.

Nello stesso periodo, si contano sessantadue feriti, tra cui undici bambini e due donne. Le incursioni nella Striscia sono state in tutto tredici.

Ventuno gli attacchi contro i pescatori della Striscia: alcuni di loro vanno contati nel totale degli arrestati, che sono quarantacinque.

Durante le ultime aggressioni israeliane, quattordici case sono rimaste danneggiate, tre totalmente ed undici in maniera parziale.

Il rapporto si apre illustrando “l'uso della forza bruta e assassina da parte delle forze occupanti israeliane ed i loro omicidi di civili palestinesi”, dando conto di come vivono i palestinesi in mezzo a questi eventi, con le forze occupanti che prendono di mira dei palestinesi col pretesto che sono “ricercati”, oppure perché vengono “sorpresi” in aree di confine; il tutto senza alcun rispetto per il diritto internazionale, ma attribuendosi invece il diritto di uccidere i palestinesi anche sulla base di un semplice sospetto.

Il rapporto mostra chiaramente come vengono presi di mira i civili e le loro proprietà nelle zone di confine, nel tentativo da parte delle forze occupanti di stabilire una “zona cuscinetto” della profondità di circa un chilometro lungo i confini orientale e settentrionale con la Striscia di Gaza.

Si tratta di un crimine perpetrato anche grazie a gravi dichiarazioni giustificatorie, cosicché la vita degli abitanti di quelle zone, in particolare dei contadini che possiedono dei terreni, viene minacciata pericolosamente, e decine di famiglie non possono procacciarsi di che vivere. Per non parlare del fatto che una parte notevole delle terre incluse nella “zona cuscinetto” sono tra le più fertili della Striscia di Gaza.

Il rapporto illustra poi le aggressioni ai danni dei pescatori, che avvengono nel quadro dell'embargo imposto da Israele su Gaza, il quale impedisce ai suoi abitanti di lavorare e viola pertanto i loro diritti fondamentali. Il periodo indagato nel rapporto di “al-Mizan” spiega come la vita dei pescatori venga resa impossibile: non possono andare oltre i tre chilometri dalla costa di Gaza, il che equivale di fatto ad un divieto di pesca. Per di più, gli israeliani sparano sui pescatori e li pedinano fino alla costa con le loro imbarcazioni della Marina militare: diversi di loro sono stati arrestati e condotti nei commissariati di polizia israeliani.

Il rapporto affronta inoltre l'argomento dei valichi e del ritmo dei passaggi nel periodo considerato.

Inoltre, esso dimostra come proseguano gli arresti di palestinesi (45 nella sola Striscia) nel corso di ripetute incursioni nelle sue diverse aree dell'enclave palestinese, tra i quali si contano – come detto – quelli dei pescatori, inseguiti e poi arrestati; per non parlare degli arresti di coloro che raccolgono le macerie dagli edifici lungo il confine distrutti dalla forze armate israeliane.

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