Il regno saudita contro il parlamentare britannico che denuncia il regime del Bahrain

PressTv. L’Arabia Saudita ha avvertito la Gran Bretagna che sospenderà la propria cooperazione economica con Londra se i membri del Parlamento britannico non cesseranno di interferire negli affari interni dei paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo Persico, in particolare il Bahrain.
La minaccia Riyadh di interrompere le relazioni con Londra ha creato un nuovo dilemma nei legami bilaterali tra Regno Unito e Arabia Saudita.
Second il canale Al-Alam News, Riyadh non ha gradito le critiche dei parlamentari britannici sulla caduta del regime in Bahrain dopo una rivoluzione popolare. Infatti, l’Arabia Saudita è responsabile della gestione della situazione politica del Paese da metà marzo 2011, quando le truppe saudite hanno represso le proteste del popolo in Piazza Lulu (Perla).

Il regime saudita è riuscito a fermare le critiche dell’Occidente riguardo l’occupazione della minuscola isola del Golfo Persico.

In ogni caso, alcuni considerano l’avventurismo in Bahrain del Regime Saudita alla stregua dell’invasione del Kuwait da parte del precedente regime iracheno, nel 1990.

Il Comitato per gli Affari Esteri del parlamento britannico ha criticato l’atteggiamento dell’Ufficio degli Esteri verso ciò che è accaduto in Bahrain, richiedendo che il regime sia inserito in una lista di paesi “preoccupanti”. Il comitato ha sottolineato che il regime dei Khalifa ha fallito nella realizzazione di riforme reali e delle raccomandazioni del Comitato d’Inchiesta, nonché nel rispetto dei diritti umani. 

Mentre i movimenti popolari e le proteste in Bahrain continuano, in particolare a Manama, l’Arabia Saudita sta tramando per ridurre la diffusione delle informazioni sulla rivoluzione e la sua repressione da parte del regime.
Tutto ciò accade mentre le tensioni politiche in Bahrain si sono allargate ad altri paesi costieri del Golfo Persico, l’ultima delle quali ha esteso le rivolte al Kuwait, portando allo scioglimento dell’Assemblea del Popolo (Ummah Majlis), alla richiesta di riforme  e ad aspre critiche nei confronti dell’emiro del Kuwait da parte di persone come Musallam al-Barrak, membro del parlamento.
Il Kuwait è stato recentemente testimone delle più grandi proteste nella storia del Paese, in cui il popolo chiedeva la caduta del regime e la revisione delle leggi elettorali. A seguito di tali eventi, alcuni attivisti ed alcuni ex-membri del parlamento sono stati arrestati con l’accusa di aver guidato le proteste, ma sono stati rilasciati velocemente per evitare ulteriori tensioni.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno anche arrestato più di 50 membri della Fratellanza Musulmana e sciolto “Popolo e Riforme” (Al Aslah Jamia’a) con il pretesto che essa era la guida religiosa e politica del gruppo.

Nel frattempo, un membro della Camera dei Lord britannica ha recentemente criticato il modo in cui il regime del Bahrain tratta l’opposizione, sottolineando che i tribunali del Bahrain non  possono essere considerati legali.

Condannando la tortura dei prigionieri politici nelle prigioni del Bahrain, Lord O. Berry ha aggiunto che “i tribunali del Bahrain sono solo uno strumento nelle mani del’autorità del regime”.

Notando l’ascesa dello stato di emergenza in Bahrain, O. Berry ha affermato “nulla è cambiato. Il britannico Henderson è stato la mente della tortura in Bahrain in passato, e ora un altro ufficiale di polizia britannico sta dando loro dei consigli”.

“Io condanno tutto ciò, mi dispiace che abbiamo trascurato il modo in cui il regime del Bahrain tratta il proprio popolo. Pochissimi cambiamenti si sono verificati in Bahrain dagli anni ’90. Le persone vengono ancora imprigionate senza processo e forzate a confessare sotto tortura. Nessuno può considerare legali i Tribunali in Bahrain”, ha affermato.

Traduzione per InfoPal a cura di Cinzia Trivini Bellini