Il report della delegazione ufficiale italiana in Palestina.

A GAZA NON SI ENTRA
LA SOLIDARIETA’ FA PAURA!
MANIFESTAZIONE DI PROTESTA AL VALICO DI ERETZ

4. DISPACCIO DELLA DELEGAZIONE PARTITA PER GAZA

Valico di Eretz, Palestina, Mercoledì 26 dicembre, ore 15,30

Questa  mattina la delegazione di solidarieta’ con Gaza si e’ presentata di nuovo al valico di Eretz per entrare nella Striscia, ed ancora una volta e’ stata bloccata dai militari israeliani.
La decisione dell’esercito e del governo israeliano e’ stata dunque confermata: non e’ ammesso essere solidali con Gaza.
L’assedio ha evidentemente tra le sue regole quella di fermare i contatti umani, di impedire una presa di visione diretta dei problemi umanitari.
Questa mattina non erano in corso combattimenti nella zona. Non vi era dunque alcun motivo di "sicurezza" per impedire l’accesso, tant’e’ che altre persone sono transitate regolarmente.
A togliere ogni dubbio e’ arrivata nel primo pomeriggio la comunicazione del comando di Tsahal, trasmessaci dal Consolato di Gerusalemme, che ha ufficializzato il rifiuto all’ingresso della delegazione per ragioni politiche.
Preso atto della situazione abbiamo manifestato di fronte all’accesso del valico con due striscioni e diversi cartelli in arabo. Con lo slogan "STOP EMBARGO – GAZA VIVRA’"abbiamo protestato contro questo ennesimo sopruso che fa di Gaza un vero e proprio campo di concentramento.
Nello stesso momento in cui noi manifestavamo, dall’altra parte del valico si e’ tenuta una conferenza stampa del governo di Gaza che ha denunciato lo stop imposto alla delegazione. Il presidente Hanyah ci ha inviato il suo saluto e il ringraziamento per il lavoro svolto.Sempre da Gaza il Dott. Adwan, a nome dei parlamentari del Consiglio Legislativo Palestinese, ci ha espresso un uguale apprezzamento.
Una cosa e’ certa: l’attivita’ di questi mesi, e quella di questi ultimi giorni in particolare, non e’ stata certo inutile.
Gli incontri che abbiamo fatto, il consolidamento dei rapporti con le forze della resistenza palestinese e con il popolo di Gaza ci daranno certamente piu’ forza nelle iniziative future.
L’esperienza di questi giorni e’ stata dunque positiva. Anche se non siamo riuciti ad entrare nella Striscia pensiamo di aver dato un segnale forte.
La lotta continua, la resistenza anche e Gaza vivra’!

Leonardo Mazzei per la Delegazione*

* La Delegazione e’ composta da: Leonardo Mazzei «Comitato Gaza Vivrà» – Fernando Rossi, Senatore – Giovanni Franzoni, Comunità Cristiane di Base – Lucio Manisco, Giornalista ed ex parlamentare – Maria Grazia Ardizzone, Campo Antimperialista – Elvio Arancio,  Centro studi cultura islamica di Torino – Davide Casali, Fotoreporter, inviato di Infopal.it – Giuseppe Pelazza, Avvocato – Vainer Burani, Avvocato, membro «Giuristi Democratici» – Maria Grazia Da Costa, Operatrice sanitaria – Ugo Giannangeli, Avvocato, onlus «Per Gazzella» – Zeno Leoni, Giornalista – Carmela Vaccaro, Docente universitaria, esperta di acqua – Erika Miozzi, Associazione umanitaria di volontariato «Sumud» – Anika Persiani, Associazione umanitaria di volontariato «Sumud» – Margarita Langthaler  «Comitato Gaza Vivrà di Vienna.

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INCONTRANDO I «TERRORISTI»  
3. DISPACCIO DELLA DELEGAZIONE PARTITA PER GAZA

Ramallah, Palestina, Martedì 25 dicembre, ore 21,00

«La delegazione di solidarietà, non essendo ancora riuscita ad entrare nella Striscia di Gaza, la notte di Natale si è recata a Betlemme dove nella affollata piazza della Natività ha esposto un grande striscione su cui era scritto « Stop embargo – Gaza vivra’», che ha riscosso l’approvazione dei presenti, palestinesi cristiani e musulmani e pellegrini provenienti da tutto il mondo.

Il giorno di Natale la delegazione ha avuto interessanti incontri a Ramallah con esponenti di HAMAS fra cui un membro del Consiglio Legislativo Palestinese ed esponenti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP).

I rappresentanti  di Hamas hanno ben illustrato la posizione del loro partito nei confronti del processo di pace. Ritengono condizione imprescindibile per una pace che sia veramente tale che Israele ammetta tutte le sue responsabilita’ in quanto forza di occupazione nei confronti del popolo palestinese, consenta il ritorno dei profughi nei loro luoghi di origine e restituisca tutti i territori occupati consentendo un effettivo esercizio della sovranita’ al popolo palestinese. Prima di allora non si puo’ esigere da Hamas e dai  palestinesi il riconoscimento di Israele. Sui fatti di Gaza e’ stato ribadito come non si sia trattato di un golpe da parte di Hamas (legittimamente al governo in quanto vincitore di democratiche e regolari elezioni), ma della legittima reazione alla prepotenza di USA e Israele che mai hanno accettato il risultato elettorale in quanto in aperto contrasto con i loro progetti imperialistici . Inoltre le potenze in questione hanno deliberatamente provato a schiacciare un autentico processo democratico potenzialmente capace di destabilizzare, a loro danno, tutto il  Medio Oriente.

I compagni del Fronte Popolare, fra cui la deputata Khalida Jarrar,  hanno innanzitutto illustrato il loro lavoro in vari settori di interesse economico, sociale e sanitario, evidenziando come Israele deliberatamente e scientificamente danneggia gravemente la popolazione palestinese in settori quali l’agricoltura, l’allevamento del bestiame, l’approvvigionamento delle risorse idriche. Inoltre l’occupante boicotta sistematicamente qualunque iniziativa che possa migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei palestinesi. Sul piano politico hanno sottolineato l’esigenza, data l’attuale spaccatura interna funzionale a Israele e USA, di un governo di unita’ nazionale.

Sull’ingresso nella Striscia il Consolato italiano di Gerusalemme, a tuttora, non ha comunicato notizie circa le decisioni del Comando Generale dell’esercito israeliano il quale, come ci è stato comunicato, si sta direttamente occupando della nostra richiesta.

La delegazione in ogni caso non recede dal suo proposito: domani mattina si presentera’ nuovamente al valico di Eretz e chiedera’ nuovamente alle forze di occupazione di poter visitare la Striscia».

Per la delegazione

Maria Grazia Ardizzone  x la Delegazione*

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Ramallah, 24 dicembre

LA PORTA DI DAMASCO
2. DISPACCIO DELLA DELEGAZIONE PARTITA PER GAZA


Gerusalemme, Palestina, Lunedì 24 dicembre, ore 16,00

«La giornata di ieri l’abbiamo conclusa davanti alla TV, quando l’emittente al Jazeera ha trasmesso urbi et orbi, e con rilevanza, le interviste alle nostra delegazione.

Quella di oggi ha avuto inizio con le telefonate ricevute dall’inferno di Gaza.

I fratelli palestinesi, a nome delle autorità, ci hanno espresso il piu’ vivo rammarico per il divieto opposto dalle autorità israeliane al nostro ingresso. Loro, ieri mattina, erano infatti dall’altra parte, pronti a riceverci, ci hanno detto, con tutti gli onori. Sappiamo che il divieto d’ingresso della nostra delegazione è a Gaza sulla bocca di tutti. Sappiamo che il comunicato di solidarietà del «Popular Committee Against Siege» di Gaza sta facendo il giro del mondo.

In mattinata, come previsto, si è svolta a Ramallah, col determinante aiuto degli amici della Resistenza, la nostra Conferenza stampa.

Eravamo ospiti di  «RAMATTAN TV», un’emittente araba che fa da ponte a numerose agenzie, giornali e Tv arabe (e non solo). Una decina i giornalisti presenti, i quali hanno svolto le domande piu’ disparate. Maria Grazia Ardizzone ha sottolineato il valore politico della nostra missione, denunciando la decisione israeliana di vietarci l’ingresso a Gaza. Ugo Giannangeli, gia’ osservatore internazionale delle elezioni che diedero la vittoria ad HAMAS, confermando la correttezza di quelle elezioni, ha sottolineato che sì, noi riteniamo un obbligo incontraci con il governo palestinese, illegittimamente deposto dal Presidente Abu Mazen. Don Franzoni, dopo aver denunciato la sudditanza del governo italiano rispetto ad Israele, si è riferito al Concilio Vaticano II per esprimere la determinazione dei cristiani coerenti a dialogare con tutti i musulmani, anzitutto coloro che lottano contro l’occupazione della Palestina. Ha concluso il senatore Fernando Rossi, ricordando le battaglie condotte nel Parlamento italiano contro le missioni militari come quella in Afganistan. Egli ha poi annunciato che si impegnera’ a formare una delegazione di parlamentari italiani che si rechi in Israele ad incontrare i prigionieri palestinesi.

Successivamente la delegazione si è recata presso il Consolato italiano di Gerusalemme, dove ha svolto un presidio di protesta. Contestualmente abbiamo svolto un incontro ufficiale coi due consoli italiani nel quale abbiamo insistito affinché l’Ambasciata italiana di Tel Aviv prema sulle autorità israeliane affinché consentano alla delegazione di entrare a Gaza.
Questa mattina, nel Centro media Ramattan, si è svolta la seconda conferenza stampa dall’inizio del viaggio della Delegazione ufficiale per Gaza, partita venerdì sera da Roma.

UNO SPIRAGLIO SI APRE?

Le autorità italiane hanno contattato quelle israeliane. Una trattativa è iniziata con gli israeliani i quali accetterebbero l’ingresso, ma solo ad una delegazione di sole tre persone. Noi abbiamo respinto questa decimazione, sostenendo che la rappresentatività della delegazione sarebbe stata brutalmente menomata.

Gli israeliani hanno assicurato che comunicheranno la loro decisione mercoledì mattina. Noi abbiamo deciso unanimemente che proprio mercoledì ci presenteremo nuovamente e comunque al valico di Heretz.

Questa notte, come previsto, saremo tutti, assieme a tanti compagni, alla Messa di Natale, a Betlemme, dove faremo una pacata protesta esibendo lo striscione (che i palestinesi ci hanno aiutato a fare) «STOP EMBARGO! GAZA VIVRA’»

Domani, giorno di Natale, svolgeremo qui, in Palestina, diversi incontri con le formazioni della Resisenza palestinese.
Subito dopo saremo ricevuti dal sindaco di el-Bireh, un noto dirigente della Resistenza, incarcerato più volte, il quale ha assicurato il suo pieno sostegno alla nostra missione».

Leonardo Mazzei  x la Delegazione*

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Dai nostri inviati in Palestina,

I giornalisti di varie testate, tra cui al-Jazeera, hanno chiesto alla delegazione italiana i motivi della missione a Gaza e quali sono le iniziative avviate dal governo italiano contro l’arresto, da parte di Israele, del 45% dei parlamentari e ministri del governo Hamas democraticamente eletto.

Il senatore Fernando Rossi, che guida la delegazione ufficiale, ha risposto di aver presentato un’interpellanza, a cui il governo italiano ha risposto che "si sta prodigando per risolvere la situazione".

I giornalisti hanno fatto presente al gruppo di italiani che la "scusa" israeliana per tenere sotto assedio la Striscia di Gaza, e il milione e mezzo di suoi abitanti, è il "lancio di razzi Qassam" contro le cittadine israeliane oltre il confine, ma, hanno sottolineato, anche se in Cisgiordania ciò non accade, il governo di Tel Aviv ha chiuso i Territori e i suoi abitanti in tante enclavi separate dal Muro dell’Apartheid. Quale è la posizione italiana a questo riguardo? Accetta la chiusura dei Territori anche se la giustificazione non valida?

L’on.Rossi ha risposto che l’Italia condivide la posizione dell’Unione Europea e, su questa linea, offre aiuti alla Cisgiordania.

Elvio Arancio ha fatto notare che Ramallah è stata rimessa a nuovo dopo le devastazioni operate dagll’esercito israeliano: "Ci sono cantieri dovunque: si vede che arrivano soldi all’Anp di Abu Mazen. I ragazzini sono vestiti e pettinati all’ultima moda, hanno l’ultimo modello di cellulare, i negozi sono aperti e vendono di tutto. Per strada ci sono cartelli tedeschi e americani che annunciano "piani di sviluppo" per la popolazione. Sembra che la comunità internazionale stia tentando di salvarsi la faccia, rendendo una vita di prigionia (il Muro crea tanti banthustan) più sopportabile. Hanno creato una micro-economica, ma la "libertà" della gente, infatti, qui si ferma al primo checkpoint, alla prima barriera del Muro".

I giornalisti palestinesi hanno spiegato che, evidentemente, "l’Europa e gli Usa, attraverso l’invio di capitali, vogliono convincere la popolazione della Cisgiordania che a stare dalla "parte giusta", il governo di Fayyad-Abbas, conviene. Ma la gente non è stupida: ha capito benissimo che il presidente Abbas si è piegato al volere israelo-americano. La popolazione ha bisogno di uno Stato indipendente".

Rossi ha aggiunto: "La situazione della Striscia è quella che ci aspettavamo, una prigione a cielo aperto, ma sono rimasto sorpreso di vedere il contrasto con la prosperità di Ramallah".

Nella giornata di oggi, la delegazione si recherà al Consolato italiano per protestare contro il mancato ingresso nella Striscia di Gaza, dove si era recata ieri, da parte delle autorità militari israeliane. "Il governo italiano aveva chiesto a quello israeliano di lasciarci entrare. E’ una bella umiliazione per l’Italia questo divieto di ingresso".

Questa mattina, il gruppo italiano ha incontrato alcuni membri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – FPLP – e Abla Saadat, la moglie di Ahmed Saadat, il leader incarcerato dagli israeliani.

Questa sera organizzerà invece un sit-in di protesta contro l’assedio di Gaza davanti alla Basilica della Natività, a Betlemme. 

Domani tenterà di nuovo di attraversare il valico di Erez e di entrare nella Striscia.

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