Il riavvicinamento tra Hamas e la Russia andrà a beneficio di entrambi

MEMO. Quest’anno si sono verificati diversi contatti e incontri tra Hamas e la Russia per discutere in merito agli sviluppi della questione palestinese. Questi includevano quello che gli Stati Uniti definiscono “l’Accordo del secolo”, il piano di annessione di Israele e i possibili pericoli della normalizzazione tra i paesi arabi e lo stato di occupazione.

A marzo, il leader di Hamas Ismail Haniyah si recò a Mosca per informare il ministro degli Esteri Sergey Lavrov e i suoi funzionari sulla riconciliazione con Fatah e la fine della divisione con lo svolgimento di elezioni presidenziali e legislative, nonché per il Consiglio nazionale palestinese. La delegazione di Hamas espresse la volontà del movimento di incontrare il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e le altre fazioni sotto gli auspici russi.

A giugno, Haniyah, Mousa Abu Marzouk e l’ex leader di Hamas Khaled Meshaal discussero con il vice di Lavrov, Mikhail Bogdanov, del piano israeliano di annettere gran parte della Cisgiordania occupata. All’inizio di ottobre, il tutto fu seguito da una delegazione di Hamas in Russia guidata da Abu Marzouk, responsabile delle relazioni internazionali del movimento. Il gruppo di Hamas assicurò a Bogdanov e ad alcuni suoi collaboratori di alto livello che la visita era stata una pura estensione del rapporto che lega il movimento alla Russia, ritenuto paese molto importante, ed espressione della volontà di fornire a Mosca i dettagli dei colloqui tenutisi con Fatah.

È chiaro che Hamas è desideroso di stabilire forti relazioni con la Russia per affrontare l’ardua sfida dell’Accordo del Secolo, dal momento che il movimento vede l’influenza russa in Medio Oriente come un vantaggio per i palestinesi per fare pressione su Israele. È possibile che la presenza di Hamas nell’asse dei paesi vicini alla Russia, come Iran, Turchia e Qatar, aumenti la sua interazione con Mosca, che comprende l’importanza del movimento e le difficoltà nel cercare di eluderlo.

Mentre Israele non vuole vedere Hamas fare tali mosse perché teme l’apertura della comunità internazionale al movimento, spera che le sue relazioni con la Russia influenzeranno Mosca per ammorbidire le sue posizioni sullo stato sionista.

Il rapporto tra Hamas e la Russia in realtà non è nuovo, essendo iniziato immediatamente dopo la vittoria elettorale del movimento nel 2006. È stato rafforzato in seguito, perché Hamas considera Mosca come una grande capitale poiché è un membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU con ampia influenza diplomatica. Il movimento desidera intensificare i suoi rapporti proprio per poter rafforzare la sua posizione nel conflitto con Israele. Hamas vuole inoltre utilizzare le capacità diplomatiche di Mosca per contrastare l’Accordo del secolo, usando il suo veto contro ogni tentativo degli Stati Uniti di imporre alternative alle risoluzioni internazionali.

Durante i suoi incontri con i russi, il movimento sta cercando di sottolineare che l’accordo di Trump minaccia non solo i palestinesi, ma anche l’intero ordine internazionale, con Washington che impone la sua visione unilaterale per porre fine al conflitto israelo-palestinese. Sembra che Hamas stia cercando di spingere Mosca a trovare un punto d’appoggio sulla questione che compete con il monopolio statunitense.

Ci sono molti ruoli che la Russia può svolgere all’interno dell’arena palestinese, come la riconciliazione con Fatah e Hamas, un accordo con Israele, un “cessate il fuoco” a Gaza e un accordo di scambio di prigionieri.

Nella sua giustificazione per tali rapporti, la Russia ha costantemente dichiarato che Hamas non è un movimento “terrorista”, ma piuttosto una parte della società palestinese, rappresentata nel Consiglio legislativo palestinese e partecipante al governo. In quanto tali, i loro incontri sono rilevanti per le relazioni estere di Hamas, anche se alcuni suggeriscono che la loro importanza non dovrebbe essere sovradimensionata; ciò significa che il movimento non dovrebbe alzare troppo le proprie aspettative. Gli Stati Uniti e Israele, ovviamente, vogliono mantenere Hamas isolato.

Quali sono i motivi di questa intensa comunicazione tra Hamas e la Russia, dato che Mosca ospita un ufficio del movimento, anche se in modo non ufficiale? Tutto ciò è coerente con le posizioni adottate da Turchia, Qatar e Iran e con il desiderio di Hamas di far parte di questo asse. Possiede buoni rapporti con tutti e tre e hanno buoni collegamenti con la Russia. Pertanto, qualsiasi legame che avrà con quest’ultima, una superpotenza, sarà solo di beneficio, anche perché Mosca mantiene i legami con Israele, l’Autorità Palestinese e l’Egitto.

Hamas ha anche obiettivi comuni a quelli russi non solo nel rifiutare l’Accordo del Secolo, ma anche nel gioire sul fatto che l’America sembri ritirarsi dalla regione. Il movimento è ben contento di vedere l’azione russa in Siria, con la quale potrebbe mediare per consentire ad Hamas di tornare a Damasco.

A breve termine, Hamas vorrebbe che la sua presenza rappresentativa a Mosca fosse annunciata ufficialmente, dandogli sostegno politico e avvicinando le sue opinioni alla comunità internazionale. La Russia può sviluppare le sue relazioni con Hamas iniziando a fornire guida e consulenza, ed espandendo le proprie alleanze in Medio Oriente includendo Hamas nell'”asse della resistenza” con Iran, Siria e Hezbollah.

Il presidente Vladimir Putin, desideroso di ripristinare l’influenza del suo paese nella regione, vede nel movimento una possibile via d’accesso per poterlo fare. Il riavvicinamento a Hamas è dunque legato alle ambizioni di Mosca in Medio Oriente.

Il dottor Adnan Abu Amer è il capo del dipartimento di scienze politiche dell’Umma University a Gaza.

Traduzione per InfoPal di Rachele Manna