Il servizio carcerario israeliano impedisce alle prigioniere di ricevere le visite dei familiari

Ramallah-PIC. Il Servizio prigionieri israeliano (SPI) sta impedendo alle detenute di ricevere visite delle famiglie. persino di contattare i propri parenti nelle carceri insraeliane.
Hanan al-Khatib, avvocatessa del Comitato degli Affari dei Detenuti ed Ex-detenuti dell’Autorità Palestinese, ha affermato che sette prigioniere sui ventun’anni rinchiuse nella prigione di Sharon hanno dei parenti nelle carceri israeliane.
Ha aggiunto che lo SPI si rifiuta di lasciare alle detenute di comunicare, visitare o anche solo mandare lettere ai loro mariti, padri o fratelli detenuti.
Khatib ha affermato, in una dichiarazione rilasciata lunedì, che sono stati sottomessi degli appelli alla Corte Suprema israeliana per permettere alle detenute di comunicare con i loro parenti, ma l’appello è stato rifiutato.
Ha dichiarato che le prigioniere includono la detenuta più vecchia, Lina al-Jarbouni, che ha scontato 12 dei 17 anni di pena.
Inoltre, ci sono tre ragazze minorenni: la quattordicenne Malak al-Khatib, Dima Sawahra e Yathrib Rayyan, che hanno 16 anni.
Nello stesso contesto, la Società per i Prigionieri palestinesi ha dichiarato lunedì che la famiglia della detenuta Muna Qaadan, di Jenin, si è lamentata del fatto che le viene impedito di visitare la loro figlia dal 2012, a causa delle richieste di sicurezza dello SPI.
Il fratello della detenuta, Muawiyah, ha dichiarato alla Società che gli è stato permesso di visitare la sorella solo una volta, malgrado lei abbia quattro sorelle e tre fratelli, incluso il prigioniero Tarek Qaadan.
La prigioniera Muna Qaadan era stata rilasciata nell’accordo di scambio di al-Wafa, nel 2011, poi riarrestata il 15 novembre del 2012. Adesso sta scontando il periodo di prigione più lungo rispetto agli arresti precedenti.
La madre della prigioniera è deceduta mentre la figlia era incarcerata. È fidanzata con il prigioniero  Ibrahim Eghbariyeh, condannato a tre ergastoli e dieci anni.