Il servizio di intelligence militare israeliano risponde alla lettera dei Refusenik

Gerusalemme-AFPDomenica 14 settembre, decine di veterani dell’unità d’élite dell’intelligence militare israeliana, l’unità 8200, hanno manifestato a proprio sostegno dopo che 43 commilitoni avevano detto che non avrebbero più preso parte alle ingiustizie attuate dall’unità stessa nei confronti di milioni di Palestinesi. 

La lettera, inviata la scorsa settimana alle autorità politiche e militari di Israele, è una delle massime espressioni di obiezione di coscienza di questi ultimi anni.

I firmatari – riservisti ed ex membri dell’unità 8200 – hanno dichiarato che i dati raccolti dall’unità “erano una parte fondamentale dell’occupazione militare di Israele” e che si sarebbero rifiutati di continuare a prestare servizio.Essi hanno dichiarato che le informazioni raccolte dall’Unità 8200 sono state usate dalle agenzie di intelligence per ricattare i Palestinesi non coinvolti in attività militanti e hanno sollecitato altri membri dei corpi di intelligence “a dichiararsi contrari a queste ingiustizie e ad agire affinché possano terminare”.

Essi hanno dichiarato che le informazioni raccolte dall’Unità 8200 sono state usate dalle agenzie di intelligence per ricattare i Palestinesi non coinvolti in attività militanti e hanno sollecitato altri membri dei corpi di intelligence “a dichiararsi contrari a queste ingiustizie e ad agire affinché possano terminare”.

Tuttavia, domenica, in una lettera di risposta, 200 veterani dell’unità hanno denunciato proprio questo rifiuto dei loro ex commilitoni.

“Vogliamo esprimete il nostro shock, l’indignazione e la dissociazione totale dalla deplorevole lettera scritta dai nostri compagni dell’Unità 8200″, affermano nella lettera, di cui l’estratto è stato pubblicato sulla testata Yediot Aharonot.
“Il rifiuto politico di prestare servizio militare non avviene in nessun luogo, in particolar modo all’interno dell’Unità 8200. Nel momento in cui, in qualità di soldati riservisti, noi siamo chiamati a difendere la patria, mettiamo da parte le nostre inclinazioni e convinzioni politiche, e andiamo a servire la nazione”.

Commentatori hanno detto che il fatto che i refusenik erano membri di una delle più prestigiose unità militari ha reso la loro obiezione di coscienza molto più rilevante.

“La lettera dell’unità 8200 è uno spartiacque nell’espressione del rifiuto militare degli utlimi decenni”, ha scritto Shimon Shiffer nel giornale Yediot Aharonot.

“Questa volta, stiamo parlando di addetti all’intelligence che si rifiutano di spiare milioni di Palestinesi… parliamo del rifiuto da parte dei soldati di arrendersi di fronte alla realtà quotidiana nei territori della Palestina”.

L’unità 8200 continua ad effettuare il monitoraggio e la sorveglianza elettronici alle comunicazioni, in modo analogo alle azioni compiute dalle agenzie per la Sicurezza nazionale negli Usa e in Gran Bretagna.

L’unità fa parte di un’organizzazione informativa militare più ampia ed essa condivide le informazioni con le agenzie di intelligence civili di Israele.

La lettere scritta dai refusnik ha provocato delle critiche sia da parte del governo che da parte dell’opposizione.

Il ministro della Difesa Moshe Yaalon ha descritto la lettera come “un attentato sciocco ed offensivo” volto a danneggiare l’unità stessa.

Il leader dell’opposizione Isaac Herzog, egli stesso veterano dell’unità 8200, ha affermato di essere in disaccordo con i soldati che si rifiutano di servire la patria.

“Non voglio dire che non vi siano errori. Sicuramente ve ne sono alcuni”, ha scritto sulla propria pagina Facebook.

“Vi sono parecchi modi per dar vita ad un cambiamento… ma una di queste modalità non prevede l’incitamento nel rifiuto a servire la patria o la pubblicazione di asserzioni compromettenti visibili in tutto il mondo”.

Traduzione di Chiara Covatta