Il sindacato dei giornalisti palestinesi condanna la prigionia dei colleghi a Gaza ed in Cisgiordania

Gerusalemme – Ma’an. Il Sindacato dei Giornalisti Palestinesi ha fortemente condannato il persistere della detenzione di cronisti da parte dei servizi di sicurezza nella Striscia di Gaza. Tra questi, Mahmud Abu al-Hasan, della città cisgiordana di Tubas, il cui fermo è stato prorogato di 15 giorni da parte del tribunale di Ramallah. Il sindacato, che ne patrocina la causa, si oppone fermamente alla sua prigionia, chiedendone l’immediato rilascio.

L’organizzazione ha reso noto che “i servizi di sicurezza, mercoledì scorso, hanno arrestato anche il collega di Gaza Bassam Muhisin presso l’Ente Pubblico per Radio e Televisione. Ciò è avvenuto in seguito ad alcuni post pubblicati dal giornalista sui social network. La medesima accusa è stata rivolta al collega Zyad Awad e ad altri otto attivisti, tutti citati in giudizio”.

Il fermo di Hani al-Agha, inviato del canale radio Sawt al-Shabab presso la città di az-Zahiriyya, è giunto ormai al trentesimo giorno consecutivo.

Il sindacato ha ammonito il movimento Hamas sulla prosecuzione di tali provvedimenti e detenzioni, i quali “non fanno che danneggiare la lotta del popolo palestinese e l’indipendenza dei suoi media”, chiedendone l’immediata cessazione.

L’organizzazione ha inoltre invitato Hamas a “porre fine alla sua campagna persecutoria nei confronti della libertà d’espressione”.

Il sindacato ha poi espresso tutto il proprio stupore circa “il silenzio da parte del Centro per i Diritti Umani e le Fazioni Nazionali in merito ai giri di vite perseguiti da Hamas, che ha abusato della stampa sfruttando alcuni dei propri portali internet per giustificare i provvedimenti intrapresi dai servizi di sicurezza”.

L’appello del sindacato è rivolto pertanto a “tutte le organizzazioni che si occupano di diritti umani, a quelle della società civile ed alle omologhe corporazioni sindacali arabe ed internazionali, allo scopo di porre fine alla campagna persecutoria di Hamas, attiva ormai da oltre un mese”.

Traduzione per InfoPal di Giuliano Stefanoni