Venerdì 7 luglio si manifesterà in varie città d’Italia (Roma, Torino) per solidarietà e sostegno al popolo palestinese in questo momento tragico della sua vita: massacrato "per errore"; derubato non solo, come sempre, della sua terra ma anche del denaro che gli spetta; privato delle minime condizioni per mantenere funzionanti gli ospedali (mancano i farmaci, ma ora anche l’elettricità, indispensabile per rifornirsi di acqua e attivare le macchine da cui dipende la vita dei malati gravi). E oltre a tutto, vari membri del governo democraticamente eletto e molti deputati e uomini politici sono stati arrestati…
From: "ism italia"
Subject: venerdì 7 luglio 2006, ore 17.30, presidio in piazza Colonna a Roma davanti a palazzo chigi
Date: Wed, 5 Jul 2006 12:44:58 +0200
Tale dichiarazione contiene infatti affermazioni di ³terribile e inusuale² gravità che offendono la cultura politica, etica e anche giuridica di tutti i popoli europei e la loro stessa storia.
I fatti sono ormai dolorosamente noti: dopo mesi di gravissima pressione militare sulla popolazione della Striscia di Gaza che ha provocato decine di morti e centinaia di feriti (si legga a riguardo il Rapporto del 27 giugno u.s. dell’Ufficio delle NU per il coordinamento degli aiuti umanitari) un gruppo armato palestinese, il 25 giugno, in un conflitto a fuoco con l’esercito israeliano ha fatto prigioniero un soldato israeliano, il caporale Gilad Shalit.
Per la liberazione del soldato Shalit i gruppi della resistenza palestinese chiedono il rilascio di una parte (le donne e i minori di 18 anni) dei quasi 10.000 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, moltissimi in detenzione amministrativa, cioè senza che sia stata contestata loro nessuna accusa specifica e senza processo.
Come reazione a questo attacco militare palestinese, con la giustificazione della liberazione del caporale Shalit, il Governo israeliano ha lanciato una grande operazione militare penetrando in forze nel territorio di Gaza. Con la stessa giustificazione della liberazione del soldato Shalit sono stati bloccati tutti i valichi in entrata e in uscita, sono state bombardate e distrutte importanti infrastrutture viarie e la centrale elettrica che fornisce energia a quasi la metà della popolazione della Striscia di Gaza. Sono stati bombardati l’Università islamica di Gaza e gli uffici del primo ministro palestinese.
In sintesi la popolazione di Gaza è stata ed è sottoposta a pesantissime punizioni collettive che si configurano, sotto il profilo del diritto internazionale e delle convenzioni di Ginevra, come crimini di guerra.
Non basta! Come rappresaglia alla cattura di un (1) soldato israeliano il Governo di Israele ha disposto l’arresto di 8 ministri del governo palestinese legittimamente eletto e di decine di parlamentari, uomini politici e funzionari.
La presidenza dell’Unione Europea, nella sua dichiarazione del 3 luglio u.s. chiede come primo punto il rilascio immediato e senza condizione del soldato israeliano ³rapito² (kidnapped); chiede poi alla dirigenza palestinese di metter fine a atti di violenza e di terrorismo; chiede invece, per i membri del parlamento e del governo palestinese catturati, non l’immediato rilascio, ma solo che siano loro accordati tutti i diritti legali.
A Israele l’UE chiede di esercitare il massimo controllo e di evitare azioni sproporzionate!
Questa dichiarazione dell’UE è una infamia.
E’ una infamia anche definire ³rapito² un soldato israeliano fatto prigioniero da un gruppo della resistenza palestinese.
Ben diversamente si esprime il Ministero degli Esteri Svizzero che, sempre il 3 luglio, in una sua dichiarazione invita lo Stato di Israele, come potenza occupante, a rispettare le leggi umanitarie internazionali nei suoi tentativi militari di liberare il soldato catturato (captured).
Non si tratta di una questione puramente semantica. Durante l’occupazione nazista dell’Italia dopo l’8 settembre del 1943 (ma analogo discorso vale per la resistenza in tanti altri paesi europei) i Comandi militari tedeschi non riconoscevano lo status di combattenti ai partigiani catturati: essi venivano classificati come ³banditi² (oggi direbbero ³terroristi²), non protetti dalle convenzioni di Ginevra; in considerazione di questo miserabile sofisma essi venivano passati per le armi, impiccati o trucidati sul luogo stesso della cattura.
C’è per altro da aggiungere che quegli stessi comandi militari tedeschi, autori di feroci e inaudite rappresaglie nei confronti delle popolazioni civili, accettavano tuttavia lo scambio di prigionieri offerto dalle formazioni partigiane impegnate a salvare i loro compagni di lotta. La lettura del conflitto medio-orientale che emerge dalla dichiarazione della presidenza dell’UE è politicamente una infamia.
E’ una lettura anche aberrante sulla base del diritto internazionale e alla luce di questi precedenti storici.
Va decisamente e completamente respinta.
1. che questa dichiarazione venga ritirata
2. che il Governo Italiano e il Ministro degli Esteri prendano chiara e inequivoca posizione a riguardo
3. che i parlamentari europei respingano come indegna tale dichiarazione
4. che l’UE rimuova la formazione politica Hamas dall’elenco delle organizzazioni terroristiche di cui alla ³posizione comune 2006/Pesc del Consiglio del 29 maggio 2006 relativa all’applicazione di misure specifiche per la lotta al terrorismo²
5. che l’UE si impegni per il rilascio di tutti i prigionieri come primo atto di un vero e realistico processo di pace
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