Il Sudafrica sollecita il blocco degli insediamenti israeliani

Pretoria-Afp. La politica degli insediamenti di Israele sta “minando” le prospettive di una soluzione a due stati, ha detto mercoledì il presidente sudafricano Jacob Zuma, quando ha accolto il presidente Mahmoud Abbas in visita ufficiale.

“Ribadiamo il nostro appello per la cessazione totale di tutte le attività di insediamento”, ha dichiarato Zuma durante una conferenza stampa congiunta con Abbas.

“Il Sudafrica era pronto ad assistere ai negoziati tra Israele e Palestinesi e aveva nominato due inviati speciali per l’attività”, ha aggiunto Zuma.

Abbas ha spiegato che i Palestinesi hanno cercato di fare buon uso delle “esperienze di successo” del Sudafrica nella costruzione di uno stato indipendente.

“Noi siamo l’ultima nazione al mondo che vive ancora sotto occupazione”, ha sottolineato.

Zuma, dell’African National Congres,s è un fermo sostenitore della causa palestinese, con i politici che paragonano continuamente Israele con il precedente stato dell’apartheid in Sudafrica.

Il governo di minoranza bianca aveva relazioni di cooperazione con Israele, ma quando Nelson Mandela è stato eletto primo presidente democratico, nel 1994, si è impegnato a sostenere la Palestina, dicendo: “La libertà del Sudafrica è incompleta senza la libertà dei Palestinesi”.

Abbas è stato salutato con 21 colpi di  cannone alle Union Buildings di Pretoria, la capitale amministrativa del Sudafrica.

Aveva visitato il Sudafrica precedentemente: lo scorso anno aveva partecipato al funerale di Mandela. Ma questa è la sua prima visita di Stato.

“I popoli del Sudafrica e della Palestina hanno un forte legame costruito nelle trincee delle nostre lotte, vogliamo costruire relazioni e cooperazione ancora più forti basate su questo rapporto storico”, ha detto Zuma.

La visita di Abbas giunge dopo che il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha esortato Israele e i Palestinesi a “fare un passo indietro dal baratro” e tornare ai colloqui di pace.

I suoi commenti riflettono l’allarme internazionale per l’ondata di attacchi violenti a Gerusalemme Est e per la situazione di stallo dei colloqui di pace che stanno alimentando il timore di un’ulteriore riacutizzazione dopo la guerra contro Gaza, nell’estate di quest’anno.

Senza soluzioni politiche in vista, i governi e i parlamenti europei si stanno muovendo per riconoscere la Palestina, con l’Assemblea Nazionale francese che voterà per una risoluzione non vincolante il 2 dicembre.

Ciò fa seguito all’annuncio della Svezia, che riconoscerà la Palestina, e le votazioni non vincolanti dei parlamenti britannico e spagnolo a favore del riconoscimento dello stato palestinese.

Traduzione di Edy Meroli