Il trauma dei bombardamenti tormenta una famiglia di Gaza

Ayub 'Asaliya, 12 anni, è rimasto ucciso in un bombardamento israeliano lo scorso 11 marzo. (MaanImages/PCHR, HO)

Betlemme – Ma’an. La famiglia colpita dal trauma dell’uccisione di un suo componente di 12 anni – avvenuta durante un bombardamento israeliano – dichiara di essere terrorizzata all’idea di mettere piede fuori di casa in seguito all’accaduto.

“Abbiamo paura di uscire e trovare una parte del corpo di Ayub sopra un albero, per strada o in giardino. Dopo l’attacco, per lo spavento, abbiamo sempre dormito in un’unica stanza, insieme a tutti i bambini”.

Ayub ‘Asaliya è stato disintegrato da un missile israeliano lo scorso 11 marzo, a Gaza, mentre rincorreva un cagnolino sulla strada per andare a scuola.

Una sua parente, Kalthum ‘Asaliya, ha raccontato al Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) che lo stava guardando giocare con il suo cuginetto di 5 anni, quando ha udito il rumore di un missile sulla sua testa, seguito da una fortissima esplosione.

Kalthum si era inizialmente allontanata dalla finestra, per poi riaffacciarsi e vedere metà del corpo di Ayub – il torace – riversa per terra.

I vicini hanno quindi chiamato la madre di Ayub, ‘Adila, che però non ha riconosciuto i vestiti del figlio ed ha continuato a cercarlo, finendo per credere che fosse andato a scuola. Un paramedico ha poi ritrovato l’addome di Ayub tra gli alberi e i cespugli prossimi al luogo del bombardamento.

‘Adila ha così raccontato al Pchr di non essere più riuscita a preparare la colazione per gli altri suoi figli dopo la morte di Ayub, dal momento che, quando guarda il tavolo, “vede uno spazio vuoto di fronte a sé”.

Era il suo sesto figlio, un ragazzino disponibile, ricorda. “Ci faceva divertire, raccontava sempre barzellette, e tutti lo amavamo”.

“Come può un bambino affrontare un razzo?”

Il Pchr precisa in una sua dichiarazione che non vi erano combattenti nel luogo della morte di Ayub, e che prendere di mira un minore ed ucciderlo costituisce un crimine di guerra.

Due giorni prima, sempre a Gaza, Israele aveva assassinato il Segretario generale dei Comitati di resistenza popolare ed un ex detenuto, e da allora sono seguiti quattro giorni di bombardamenti pesanti. I combattenti della Striscia di Gaza hanno quindi risposto con una raffica di razzi sparati al di là del confine con Israele.

Durante gli attacchi, ventisei palestinesi sono stati uccisi, e due di loro avevano meno di 18 anni; inoltre, venti minorenni sono stati feriti (fonti Pchr).