Il valico di Rafah riapre sotto la supervisione dell’UE, e gli egiziani protestano contro lo sfollamento dei palestinesi

Rafah. Il piano di riapertura del valico di frontiera di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto è iniziato venerdì, sotto la supervisione di una forza multinazionale europea.

L’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, entrato in vigore il 19 gennaio, prevede che 600 camion di aiuti umanitari entrino nella Striscia di Gaza ogni giorno e che il valico di Rafah venga aperto sette giorni dopo l’entrata in vigore dell’accordo.

Secondo l’accordo, la Missione di sicurezza europea (EUBAM) gestirà il valico insieme ai palestinesi di Gaza non affiliati ad Hamas e probabilmente legati all’Autorità Palestinese, ma senza una diretta supervisione ufficiale da parte di quest’ultima. Secondo fonti palestinesi, questi palestinesi hanno ricevuto l’approvazione israeliana per supervisionare il funzionamento del valico.

L’accordo consente anche ai membri dell’ala militare di Hamas che sono stati feriti durante la guerra di uscire per sottoporsi a cure mediche all’estero, con il permesso di tornare nella Striscia di Gaza dopo aver completato il trattamento.

Secondo il quotidiano Yedioth Ahronoth, l’Unione Europea invierà circa 100 agenti di frontiera al valico, insieme a cani addestrati per assistere nelle operazioni di ispezione, e rafforzerà la sicurezza dispiegando guardie per proteggere gli agenti europei.

Da parte palestinese, l’Autorità palestinese sarà responsabile della fornitura di agenti per il monitoraggio del confine. Un alto funzionario dell’UE ha confermato che la forza europea svolgerà un ruolo chiave nell’attuazione della prima fase del cessate il fuoco, facilitando il passaggio di circa 200 palestinesi al giorno da Gaza all’Egitto, la maggior parte dei quali sono feriti, e loro accompagnatori.

Inoltre, saranno effettuati controlli di sicurezza approfonditi per i viaggiatori che attraversano il confine, compresa la verifica dell’identità e la garanzia che non trasportino armi.

L’EUBAM è stato istituito nel 2005 per sostenere l’Autorità Palestinese nella gestione del valico, ma ha cessato le operazioni nel 2007. In seguito, Israele ha chiesto all’Unione Europea di ridisporre questa forza con il sostegno dell’Egitto e degli Stati Uniti, che la considerano un’entità affidabile per garantire la sicurezza del valico.

Tale passo fa parte degli sforzi internazionali per ripristinare la sicurezza e la stabilità a Gaza, concentrandosi sulla facilitazione del movimento dei civili, in particolare dei pazienti e dei feriti che necessitano di cure al di fuori della Striscia.

In un contesto correlato, centinaia di cittadini egiziani hanno manifestato davanti al valico di frontiera di Rafah con la Striscia di Gaza in risposta agli appelli dei partiti politici per esprimere il loro rifiuto dei tentativi di sfollare i palestinesi dalle loro terre.

In diverse regioni dell’Egitto, gli autobus hanno trasportato partecipanti verso il Sinai settentrionale, dove i manifestanti hanno innalzato slogan come “No allo sfollamento del popolo palestinese” e “No alla liquidazione della causa palestinese”, accanto alle bandiere dell’Egitto e della Palestina.

Gli attivisti hanno fatto circolare sui social media immagini e video che mostravano un gran numero di persone che si dirigevano verso il valico di Rafah, in un passo descritto come un’espressione diffusa di rifiuto pubblico di qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi o di violare i loro legittimi diritti.

Fareed Zahran, capo del Partito sociale democratico egiziano, ha confermato che la manifestazione mira a inviare un chiaro messaggio di protesta al mondo contro quelli che ha descritto come “piani ingiusti” che minacciano la stabilità della regione e violano il diritto internazionale.

Zahran ha spiegato che questo movimento di base si presenta sotto una bandiera unificata, libera dall’ombrello di partiti o fazioni, sottolineando l’innalzamento di sole bandiere egiziane e palestinesi e di cartelli a sostegno del popolo palestinese.

In precedenza, il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi aveva affermato il fermo rifiuto dell’Egitto a qualsiasi piano di sfollamento dei palestinesi, sottolineando che tali piani rappresentano “un’ingiustizia a cui il Cairo non parteciperà”. Sisi ha ribadito il sostegno dell’Egitto alla soluzione a due Stati come unico modo per raggiungere la pace e la stabilità.

Il presidente USA, Donald Trump, ha dichiarato in diverse occasioni, questa settimana, che la Giordania e l’Egitto devono accogliere i palestinesi da Gaza. Le sue dichiarazioni hanno ricevuto un’ampia condanna palestinese e internazionale, poiché si allineano ai piani israeliani e si scontrano con i diritti del popolo palestinese.

Le dichiarazioni di Sisi hanno trovato un ampio sostegno da parte dei partiti politici e dei sindacati professionali egiziani, che hanno sottolineato la necessità di preservare i diritti del popolo palestinese e di creare un loro Stato indipendente.

(Fonti: PIC, Quds News, Telegram, agenzie).

Traduzione per InfoPal di F.L.