Città del Vaticano – Ma’an. Ieri il Vaticano ha voluto chiarire che l’accordo in corso con Israele non si tradurrà nel riconoscimento de facto dell’annessione israeliana di Gerusalemme Est.
Secondo la notizia divulgata dalla stampa due giorni fa, l’accordo su questioni fiscali ed altre sempre di natura finanziaria che riguardano le proprietà del Vaticano in Terra Santa, implicherebbe il riconoscimento del controllo israeliano su Gerusalemme Est.
I palestinesi rivendicano la parte Est di Gerusalemme come capitale del loro futuro Stato. L’occupazione israeliana di Gerusalemme Est nel 1967, e la sua annessione nel 1980, quando fu dichiarata capitale “unita ed eterna” di Israele, non è stata mai riconosciuta internazionalmente.
“L’accordo sul quale abbiamo lavorato riguarda aspetti che sono motivo di preoccupazione e che riguardano attività e regime fiscale della Chiesa Cattolica in Israele”, ha detto Monsignor Ettore Balestrero, il diplomatico responsabile della conduzione di questo accordo.
“Nell’accordo abbiamo voluto prendere le distanze dalla disputa per la terra. Non faremo menzione di Gerusalemme Est o di altri luoghi in Cisgiordania”, ha riferito a Radio Vaticana.
Da anni Vaticano e Israele sono impegnati in questo accordo, ma non è chiaro dove esso porterà.
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