Memo. Venerdì scorso, la neo nominata vice ministro degli Esteri, Tzipi Hotovely, ha affermato, davanti ai funzionari del Ministero, che tutto il territorio di Israele appartiene solo e soltanto agli ebrei.
Secondo i media israeliani, Hotovely avrebbe detto che i diplomatici israeliani nel mondo devono iniziare a comportarsi secondo il principio di “essere corretti, non solo intelligenti”.
Hotovely, 36 anni, che nel precedente governo aveva ricoperto l’incarico di vice ministro dei Trasporti, ha affermato: “Sembra che, molte volte, nelle nostre relazioni internazionali, più che insistere sulla legittimità della nostra causa, ci viene chiesto di ragionare in modo diplomatico”.
“Ma nel momento in cui è l’esistenza vera e propria di Israele a essere messa in discussione, è importante essere corretti”, ha aggiunto.
Ha poi citato il defunto leader dei coloni, Uri Elitzur, dicendo che “negli ultimi 40 anni, mentre i palestinesi richiedevano la loro terra, Israele rispondeva di avere interessi strategici e di essere preoccupato per la sicurezza”. Secondo lei, questo è un ragionamento da rapinatore.
“Se indosso il tuo cappotto perché ho freddo, e posso dimostrare concretamente e analiticamente che per me effettivamente fa freddo, il mondo si porrà una domanda basilare e analitica: di chi è il cappotto? In questo contesto, è importante chiarire che il cappotto appartiene a noi; questo paese è nostro, tutto. Non siamo venuti qui a chiedere scusa”.
Hotovely ha poi affermato che il mondo capisce le necessità di sicurezza di Israele, ma i ragionamenti basati su giustizia e moralità prevalgono sempre su quelli che riguardano la sicurezza.
“Se gli ebrei fossero convinti della legittimità del loro percorso, e che questa fosse davvero la loro terra, gestirebbero loro la situazione”, ha dichiarato.
Il sito israeliano Haaretz ha infine riportato che alcuni diplomatici e impiegati del Ministero non hanno apprezzato le dichiarazioni di Hotovely.
Traduzione di Giovanna Niro