Il villaggio di Al-Fokine tra l’incudine della desertificazione ed il martello della colonizzazione

Images_News_2013_valleverte_300_0Rapporto di Pal.infoLa famiglia palestinese di Attiya ha acquistato il suo terreno, nel villaggio di Al-Fokine, a ovest della città di Betlemme, da circa un secolo, prima che i sionisti arrivassero qui da tutte le parti del mondo per creare una loro entità. La famiglia palestinese di Attiya non pensava che cento anni più tardi, nel 2014, questa entità sarebbe arrivata a delimitare il luogo in cui i Palestinesi potessero vivere o nel quale potessero seminare i loro alberi.

Al-Fokine, la valle e il villaggio

Il villaggio di Al-Fokine è situato a ovest della città di Betlemme. Questo villaggio, così come quelli di Nahhaline, Hosane e Batir, costituiscono la campagna occidentale di Betlemme. La sua superficie originale era di 1,2 ettari. Le sue montagne verso la costa nord rappresentano la linea di demarcazione dell’anno 1949.

Il villaggio è conosciuto con il nome di “Valle verde” per la sua vegetazione, quella delle sue montagne e per la sua grande vallata con le tre sorgenti che hanno fornito acqua da bere a tutta la regione e a tutte le persone. Oggigiorno, esse hanno perduto tutta la loro energia di un tempo così come è successo per i Palestinesi. Il villaggio di Al-Fokine resta comunque il paniere alimentare che approvvigiona tutta la regione di Betlemme con i suoi diversi prodotti ortofrutticoli.

La Nakba, la Naksa e Oslo

Nel periodo della Nakba (la catastrofe del 1948) gli occupanti sionisti si erano arresi davanti alle frontiere del villaggio di Al-Fokine, senza alcuna possibilità di potervi entrare. Purtroppo, nel momento della Naksa (la guerra del 1967), essi hanno potuto realizzare il loro sogno mettendo le mani sul villaggio. Dei suoi terreni ne hanno confiscati un migliaio di ettari e li hanno considerati proprietà dello Stato ebraico. Nel 1987 si sono spinti oltre e hanno costruito su questi terreni, e in altri villaggi ad ovest di Betlemme, una delle più grandi colonie della Cisgiordania, la colonia di Bitar Aylit con più di 45mila coloni.

L’accordo di Oslo ha lasciato al villaggio soltanto 20 ettari che gli occupanti sionisti hanno classificato come zona “B”, il ché significa sotto il controllo dell’occupazione sionista per la sicurezza e sotto l’autorità palestinese di Ramallah per gli affari amministrativi. I Palestinesi hanno diritto di costruire solo sull’1,5% dei loro terreni.

E il rimanente dei suoi terreni è stato classificato “C”, zona sotto il controllo totale dell’occupazione sionista. In questa zona i Palestinesi possono costruire soltanto dietro autorizzazione dell’occupante che, ovviamente, non la concede mai.

Agricoltura a produzione ridotta

Più del 55% degli abitanti del villaggio di Al-Fokine lavora in agricoltura approfittando della fertilità delle sue terre, dell’abbondanza di acqua e di un sistema di irrigazione ancestrale. Tuttavia, questa vita pacifica viene sempre più minacciata dall’ancoraggio dell’occupazione sionista.

Gli abitanti sionisti della colonia di Bitar Aliyt riversano le loro acque sporche nella “Valle verde” danneggiando così l’agricoltura palestinese. Per di più, il Palestinese viene preso di mira dall’occupante sionista e dai suoi militari. Molti Palestinesi abbandonano quindi le loro terre per andare a lavorare nei territori occupati nel 1948 nei quali i sionisti propongono salari allettanti per far loro abbandonare i terreni.

Stando questo stato di cose, l’autorità palestinese di Ramallah non può fare niente. Essa è incapace di difendere i Palestinesi ed i loro diritti di fronte all’occupazione sionista, di fronte ai suoi crimini, di fronte alla sua colonizzazione, di fronte alle sue confische, di fronte ai suoi tentativi che mirano ad allontanare i Palestinesi dalle loro terre.

Traduzione di Aisha T. Bravi