Il voto delle Nazioni Unite afferma la sovranità palestinese sulle proprie risorse naturali

MEMO. Giovedì, 157 Stati membri delle Nazioni Unite hanno votato a favore di una risoluzione che afferma la sovranità palestinese sulle proprie risorse naturali.

Sette paesi – Canada, Israele, Isole Marshall, Stati Federati di Micronesia, Nauru, Palau e Stati Uniti – hanno votato contro la mozione, con 14 astensioni.

L’Assemblea Generale ha adottato la bozza sulla “Sovranità permanente del popolo palestinese nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est e la popolazione araba nel Golan siriano occupato, sulle proprie risorse naturali”. I membri hanno continuato a chiedere “che Israele, la potenza occupante, cessi lo sfruttamento, il danno, la causa di perdita o esaurimento e la messa in pericolo delle risorse naturali nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e nel Golan siriano occupato”.

Oltre a chiedere “a Israele, potenza occupante, di fermare tutte le azioni, comprese quelle dei coloni israeliani, che danneggiano l’ambiente, compreso lo scarico di tutti i tipi di rifiuti, nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e nel occupato il Golan siriano, che minacciano gravemente le loro risorse idriche e terrestri, ponendo una minaccia ambientale, igienico-sanitaria e sanitaria per le popolazioni civili”.

Accogliendo favorevolmente la decisione, il ministro degli Esteri palestinese Riyad Al-Maliki ha dichiarato: “Votare a favore di questa risoluzione afferma i diritti del popolo palestinese e la sua sovranità sulle sue risorse naturali, comprese terra, acqua ed energia”.

Al-Maliki ha invitato Israele a “cessare lo sfruttamento delle risorse naturali nei Territori palestinesi occupati”.

Ha anche invitato la comunità internazionale a “lavorare per costringere l’occupazione ad attuare risoluzioni internazionali e per garantire la libertà del popolo palestinese di beneficiare delle sue risorse naturali”.

Alla riunione delle Nazioni Unite, il rappresentante di Israele ha affermato che il Comitato “ha preferito criticare il suo Paese piuttosto che partecipare a un dialogo sincero e portare avanti la sua agenda”, ha scritto l’organizzazione internazionale sul suo sito web.

Mentre il rappresentante della Siria ha affermato che la bozza “dimostra un impegno per i diritti del popolo palestinese e del Golan sulle loro risorse naturali”.