Il “washing democratico” delle proteste israeliane anti-Netanyahu

Il “washing democratico” delle proteste israeliane anti-Netanyahu

InfoPal. Di Angela Lano. E’ in atto una sorta di “guerra civile” dentro lo Stato sionista: abbiamo visto, in queste settimane, furiose manifestazioni di protesta contro il tentativo del governo coloniale israeliano di ridurre il potere della propria magistratura. Anche i piloti dell’aviazione e le spie del Mossad stanno prendendo parte al boicottaggio in corso. Tuttavia, è bene averlo chiaro in mente, tali forti opposizioni alle politiche dell’esecutivo Netanyahu non hanno a che vedere con il genocidio in corso dei nativi/autoctoni palestinesi, con la pulizia etnica, con il quotidiano massacro di giovani, con gli abusi efferati contro i prigionieri politici palestinesi da parte dei carcerieri israeliani, ecc. Di tutto questo, alla stragrande maggioranza dei cittadini israeliani che sta scendendo in piazza non interessa nulla, anzi, sono a favore. Che si protesti a Tel Aviv e a Roma contro il governo israeliano anti-magistratura, che una traduttrice si rifiuti di lavorare come interprete per Netanyahu, che piloti dell’aviazione si rifiutino di volare, poco o nulla tange il popolo e la causa palestinesi. Di quale democrazia parlano i manifestanti? Quella di 75 anni di genocidio e pulizia etnica? Di quale magistratura parlano i manifestanti? Quella che commina condanne a vita ai prigionieri politici o condanna madri e bambini a anni di fetido carcere? Ma di cosa stiamo parlando? Di cosa si rallegra la cosiddetta sinistra neoliberista italiana?

Ci si stupisce su come possa essere diversamente inteso quanto sta accadendo. La situazione è persino pericolosa per la causa palestinese in quanto i manifestanti, tutti pro colonialismo sionista, si spacciano per democratici. Quindi si sta creando una sorta di washing democratico che maschera i crimini contro i nativi palestinesi. È chiaro che tutto il carrozzone di certi partiti italiani “equidistanti” ci marcia su queste proteste “antifasciste” israeliane perché può essere un’occasione di maquillage, di ripulitura dei crimini israeliani.