Improbabile che il nuovo governo venga formato secondo il calendario stabilito

Il Cairo – Ma’an. Venerdì un’autorità ha affermato che la formazione di un governo palestinese ad interim inizierà una volta che la commissione per le elezioni avrà terminato di aggiornare il registro elettorale nei territori occupati.

Wasil Abou Yousif, membro del comitato esecutivo dell’Olp, ha dichiarato che la commissione necessita di almeno due o tre settimane per completare l’aggiornamento del registro elettorale, in special modo nel territorio della Striscia di Gaza.

Abu Yousif ha spiegato che Hamas, durante l’ultimo incontro bilaterale tenutosi al Cairo, ha assicurato la propria cooperazione alla commissione elettorale, affinché le operazioni possano essere ultimate quanto prima.

Secondo quanto stabilito dalla legge palestinese, il governo è tenuto a formulare un decreto che stabilisca la data delle elezioni almeno tre mesi prima delle stesse. Ciò rende però impossibile il rispetto della tabella di marcia provvisoria che fissava l’appuntamento alle urne per il prossimo 4 maggio.

Abu Yousif ha poi ribadito ai delegati convenuti al Cairo che le negoziazioni con Israele non verranno riprese finché la politica colonizzatrice perseguita da quest’ultimo in Cisgiordania e Gerusalemme est non verrà bloccata.
Inoltre c’è bisogno che la formazione del governo palestinese sia basata su chiare disposizioni della legge internazionale, in modo da legalizzare l’istituzione di uno stato palestinese nei territori occupati dal 1967.

Yousif ha tuttavia dichiarato che, non appena il presidente Mahmoud Abbas ritornerà a Ramallah, la Palestina inizierà ad inviare messaggi sia al governo di Tel Aviv che alle organizzazioni internazionali.

Il dirigente di Fatah, Azzam al-Ahmad, ha dichiarato, in separata sede, che il ritardo nell’annuncio del nuovo governo è stato dovuto a contrasti interni a Hamas circa la composizione del nuovo esecutivo.

“Tutti hanno chiesto che il nuovo governo venisse annunciato quanto prima, tranne Hamas, che chiedeva una proroga delle consultazioni. Poiché il presidente è a conoscenza dei contrasti interni a Hamas, ha accettato tale proroga”.
Al-Ahmad ha affermato che “alcuni leader di Hamas non sono d’accordo con quanto stabilito a Doha tra Abbas e Meshaal.
“Alcuni in Hamas hanno posto delle pre-condizioni, ma Meshaal ha preferito non riferircele poiché sa bene che tali priorità non sono oggettive.
“Si è dunque limitato a chiedere una proroga nella speranza che i leader di Hamas possano cambiare idea”.