Un raid aereo ha anche preso di mira la casa del sindaco della città di Gaza, Nizar Hijazi, la famiglia al-Atar, a al-Atatra, e la famiglia Abu Rabie, nel nord.
Il numero di morti, nella giornata di domenica, ha raggiunto i 18, inclusi 10 cadaveri estratti dalle macerie a seguito di precedenti attacchi.
Tregua. Le fazioni palestinesi hanno accettato una nuova tregua di tre giorni, in vigore dalla mezzanotte di domenica.
Durante questo periodo dovrebbero continuare i negoziati per raggiungere un cessate-il-fuoco più duraturo. Nel frattempo, dovrebbero entrare aiuti umanitari attraverso i valichi di Gaza.
Secondo quanto riporta l’AFP, una fonte palestinese al Cairo ha riferito che I mediatori egiziani hanno ricevuto il “consenso simultaneo” sia dalla parte israeliana sia da quella palestinese.
Le richieste palestinesi perché sia siglata la tregua sono: la fine, da parte di Israele, del blocco alla Striscia di Gaza, che dura da otto anni; il rilascio di decine di prigionieri ri-arrestati dopo l’accordo Shalit del 2011; la riapertura del porto e dell’aeroporto di Gaza; la creazione di un passaggio di sicurezza tra Cisgiordania e Gaza
Il ministro degli Esteri egiziano, da parte sua, sta insistendo per la fine del blocco israeliano su Gaza.
Venerdì, dopo la fine della tregua durata 72 ore, la Striscia di Gaza è nuovamente precipitata nella violenza, con catene di attacchi israeliani che hanno preso di mira 160 obiettivi e ucciso 16 persone. Il bilancio di un mese di incursioni aeree, terrestri e marittime sioniste è di 1940 morti.
La resistenza ha risposto alle aggressioni sioniste con il lancio di 110 razzi, 85 dei quali hanno raggiunto i territori israeliani.