In Israele migliaia di persone protestano contro il piano di annessione di Netanyahu

MEMO. Netanyahu ha fissato il 1° luglio come data obiettivo per iniziare a procedere con il piano di annessione degli insediamenti israeliani e della Valle del Giordano.

Sabato 6 giugno, migliaia di israeliani hanno manifestato contro il piano del primo ministro Benjamin Netanyahu, che prevede l’estensione della sovranità israeliana su alcune aree della Cisgiordania occupata, un’annessione de facto dei territori nei quali i palestinesi intendono creare uno Stato, ha riferito Reuters.

Protestando con il volto coperto da mascherine e tenendosi a distanza gli uni dagli altri, conformemente alle restrizioni anti-Covid, i manifestanti si sono riuniti sotto lo slogan “no all’annessione, no all’occupazione, sì alla pace e alla democrazia”.

I palestinesi vogliono uno Stato indipendente in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, territori occupati da Israele nel 1967 con la Guerra dei Sei Giorni.

Un fotografo di Reuters e i media israeliani hanno stimato che i manifestanti riuniti nella piazza Rabin di Tel Aviv erano alcune migliaia. Un sondaggio pubblicato questa settimana ha rilevato che circa la metà della popolazione israeliana sostiene l’annessione.

Netanyahu ha fissato il 1° luglio come data obiettivo per iniziare a procedere con il piano di annessione degli insediamenti israeliani e della Valle del Giordano in Cisgiordania, sperando nel via libera di Washington.

Gli organizzatori hanno proiettato il video di un discorso del senatore americano del partito democratico Bernie Sanders, che ha dichiarato: “Difendere la giustizia e lottare per il futuro che tutti meritiamo non è mai stato più importante… Sta a noi lottare contro i leader autoritari e costruire un futuro pacifico per tutti i palestinesi e tutti gli israeliani”.

A gennaio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha svelato un piano di pace che prevede che Israele mantenga gli insediamenti e che i palestinesi costituiscano un proprio Stato seppure in condizioni restrittive.

Netanyahu ha affermato ripetutamente di voler proseguire con l’annessione unilaterale di queste aree a partire dal mese prossimo, anche se gli Stati Uniti gli hanno intimato di “rallentare il processo”.

I palestinesi hanno respinto la proposta ed espresso indignazione contro il piano presentato da Israele.

Mettendo in guardia contro possibili violenze e ripercussioni diplomatiche, alcuni Stati europei e arabi, insieme alle Nazioni Unite, hanno esortato Israele a ritirarsi dal piano di annessione degli insediamenti, considerato illegale da molti Paesi.

Alcuni commentatori ritengono che l’amministrazione Trump, impegnata dalla crisi del Coronavirus e da un’ondata di proteste nazionali contro gli abusi della polizia, non intenda creare ulteriori fonti di instabilità dando a Israele il via libera per l’annessione.

Traduzione per InfoPal di Giulia Deiana

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