In seguito all’azione legale di Adalah a Gerusalemme Est, Israele blocca le demolizioni a livello nazionale

Following Adalah’s legal action against East Jerusalem home demolitions, Israel freezes demolitions nationwide

Haifa-Wafa. In risposta all’azione legale intrapresa da Adalah – The Legal Center for Arab Minority Rights in Israel, le autorità israeliane hanno dichiarato il 1º ottobre che stanno bloccando le demolizioni di case in tutto il Paese, così come durante la prima ondata della crisi COVID-19. E’ quanto ha reso noto martedì un comunicato stampa di Adalah.

Il 17 agosto, l’avvocato di Adalah, Suhad Bishara, ha inviato una lettera al procuratore generale israeliano Avichai Mandelblit e ad altri funzionari statali chiedendo di porre immediatamente fine alla politica israeliana di demolizioni di case nei quartieri palestinesi della Gerusalemme Est occupata.

Israele ha aumentato le demolizioni di case palestinesi nella città dopo che i tassi di diffusione del COVID-19 sono diminuiti durante i mesi estivi.

Secondo un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), Israele ha demolito 31 edifici a Gerusalemme est a luglio e agosto, lasciando circa 96 persone senza casa.

Ad agosto e dall’inizio del 2020, Israele ha demolito 112 edifici palestinesi e 261 persone sono rimaste senza casa, inclusi innumerevoli bambini. Altri 467 residenti palestinesi sono stati danneggiati a causa della parziale demolizione di strutture da parte delle autorità israeliane.

Inoltre, durante l’estate le autorità israeliane hanno emesso ampi avvertimenti di minacce di demolizione di case ai residenti beduini della regione del Negev e hanno avviato procedimenti legali per la demolizione di strutture costruite dai beduini.

Il ministero della Giustizia israeliano ha risposto il 1º ottobre 2020: “Dopo aver riesaminato le cose – e viste le restrizioni recentemente imposte dal governo a seguito dell’ulteriore diffusione del COVID-19 – si è deciso in questa fase, di adeguare la politica di applicazione dei reati di pianificazione e costruzione per allinearsi allo stato di emergenza, simile alla politica decisa nel marzo 2020”. L’ufficio dell’AG ha inoltre aggiunto che la nuova linea sarebbe stata esaminata in seguito, in conformità con le politiche di emergenza COVID-19 in evoluzione del governo.

I dettagli rilasciati dalle autorità israeliane riguardo alla nuova politica includono che:

  1. si ridurrà l’emissione di ordinanze amministrative di demolizione e si emaneranno ordinanze solo in relazione a nuove “costruzioni abusive”, in particolare quelle che hanno approfittato dello stato di emergenza;
  2. come regola generale, in caso di emergenza, gli ordini di demolizione di edifici residenziali non saranno eseguiti;
  3. anche gli avvisi relativi agli ordini di demolizione saranno ridotti al minimo.

Le autorità israeliane hanno anche notato che “a causa dello stato di emergenza, l’Unità nazionale per l’applicazione della legge sulla pianificazione e la costruzione ridurrà il suo attrito con la popolazione” ma hanno anche chiarito che l’applicazione in relazione ai nuovi reati legati all’edilizia continuerà.

L’avvocato Suhad Bishara, direttore dell’unità Land and Planning Rights di Adalah, ha risposto:

“Sebbene l’interruzione da parte di Israele della sua demolizione delle case palestinesi a Gerusalemme est sia un passo necessario immediato, non dovrebbe essere subordinata alle restrizioni imposte dal governo in risposta al COVID-19. Finché dobbiamo affrontare questa emergenza, il congelamento delle demolizioni di case deve rimanere in vigore. In un contesto più ampio, Israele deve porre fine alle misure restrittive imposte per prevenire lo sviluppo di aree residenziali palestinesi nella Gerusalemme Est annessa illegalmente e astenersi dal criminalizzare e penalizzare coloro che sono costretti a costruire o espandere le proprie case senza permesso”.

Traduzione per InfoPal di L.P.