In settembre, 280 provvedimenti dell’Autorità palestinese in Cisgiordania

unnamedRamallah-Quds Press. Il “Comitato delle famiglie dei prigionieri politici“ ha dichiarato di aver contato 280 attacchi delle forze di sicurezza dell’Autorità palestinese contro i cittadini nel mese di settembre, mentre sono stati rilevati altri casi di attacco la cui esecuzione non è stata divulgata per diversi motivi.

Secondo una dichiarazione trasmessa dal Comitato a Quds Press in data 2 ottobre, fra queste violazioni risultano 82 arresti, eseguiti dagli apparati dei servizi segreti e della sicurezza preventiva, di detenuti liberati ed ex prigionieri politici, mentre il Comitato non è a conoscenza di altri nove caso di arresto.

Riguardo alle modalità degli arresti, secondo il Comitato 16 casi sono avvenuti per le strade, 20 casi in base a un atto di citazione, 18 casi tramite raid nelle case, mentre per gli altri casi, le modalità degli arresti non sono state chiarite. La relazione del Comitato ha contato 117 citazioni, 43 casi di arresto da parte dei servizi segreti pubblici, 59 casi di arresto da parte della sicurezza preventiva.Vi sono 15 casi non ancora chiariti. Fra gli arrestati figurano 31 detenuti liberati e 69 ex prigionieri politici.

In termini di ripartizione geografica degli arresti e delle citazioni, la zona di Nablus conta il più alto numero di attacchi, con 23 arresti e 31 citazioni, seguita dall’area di Hebron, con 15 arresti e 26 citazioni, dalla zona di Ramallah, con 12 arresti e 19 citazioni. Il resto degli arresti e delle citazioni è distribuito in tutta la Cisgiordania. A completare il quadro si aggiungono 115 detenuti liberati, 153 ex prigionieri politici, 3 imam delle moschee, 4 commercianti e 8 giornalisti, 27 studenti universitari, 5 insegnanti, 3 ingegneri e un impiegato.

La Commissione ha documentato 4 casi di rifiuto di rilascio, 13 casi di estensione della detenzione, numerose incursioni nelle case dei cittadini, oltre alla repressione di molte manifestazioni in diverse province della Cisgiordania. Il Comitato ha contato diverse altre aggressioni avvenute nel mese scorso. Tra le violazioni più importanti, 13 casi di prolungamento della detenzione, il sequestro di computer e cellulari, la repressione delle manifestazioni per la moschea di al-Aqsa a Nablus, a Hebron, a Tulkarem e a Ramallah, dove sono stati arrestati diversi manifestanti.

Traduzione di Federica Pistono