Inchiesta: Israele blocca i visti per i lavoratori dei diritti umani dell’ONU

MEMO. Un’inchiesta del Middle East Eye (MEE) ha rivelato che Israele ha sospeso la concessione dei visti per i lavoratori dei diritti umani delle Nazioni Unite, costringendoli ad abbandonare le attività lavorative e a lasciare il paese. Da giugno Israele ha ripetutamente ignorato le richieste di rinnovo dei visti da parte dei lavoratori dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite (OHCHR), restituendo i passaporti senza alcuna proroga.

Il mancato rinnovo dei visti ha già costretto nove membri dello staff internazionale dell’OHCHR, incluso il capo dell’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, James Heenan, a lasciare Israele per paura di essere arrestati per presenza illegale sul territorio. Allo stesso tempo, altri tre lavoratori potrebbero dover lasciare il paese se i loro visti, in scadenza nei prossimi mesi, non verranno rinnovati.

Gli uffici del OHCHR in Israele rimangono, tuttavia, operanti, e allo staff locale non è stato impedito di lavorare, conferma il MEE.

Tuttavia, “l’assenza di personale internazionale del territorio occupato è una situazione altamente irregolare e avrà un impatto negativo sulla nostra capacità di portare a termine in nostro mandato”, ha riferito a MEE il portavoce del OHCHR, Rupert Colville. “Continuiamo a sperare che la situazione si risolva presto e siamo attivamente impegnati con altre parti, anch’esse preoccupate”.

Le relazioni dell’OHCHR con Israele sono state sospese a febbraio, dopo che l’agenzia dell’ONU ha pubblicato una lista nera di 112 compagnie che collaborano con le colonie israeliane in Cisgiordania. Tutti gli insediamenti israeliani sono, di fatto, illegali secondo il diritto internazionale. Tra i nomi della lista nera, l’OHCHR ha menzionato compagnie internazionali come Tripadvisor e Airbnb, così come la corporazione israeliana delle telecomunicazioni, Bezeq, suscitando lo sdegno dello stato sionista.

D’altro canto, non è la prima volta che Israele sopprime i diritti dei lavorati per i diritti umani dell’ONU. Nel novembre dell’anno passato, cacciò dai propri confini il direttore nazionale del Human Rights Watch (HRW), Omar Shakir. Il direttore fu accusato di sostenere il movimento Boycott, Divestment, and Sanctions (BDS) che Israele ha criminalizzato, negando però l’accusa, sostenendo come la decisione presa fosse politicamente motivata.

Traduzione per InfoPal di Sara Origgio