Incitamento e razzismo anti-palestinese nella stampa israeliana

Ramallah – Wafa'. Palestine News and Information Agency, “Wafa'” ha svolto un'attività di monitoraggio sull'incitamento e sul razzismo contro palestinesi e arabi, così come sono emersi dalla stampa israeliana nel periodo dal 29 agosto al 9 settembre.

Ospite del programma “the Last Word” della radio israeliana “Gale Tsahal”, Avery Gilad, noto per le sue opinioni di stampo razzista, ha chiesto pubblicamente il ritiro della cittadinanza israeliana agli arabi* che abitano all'interno del Triangolo, affermando: “Non dobbiamo chiedere ai palestinesi di riconoscere Israele in qualità di Stato ebraico, in quanto arriverà il giorno in cui muteremo del tutto le frontiere israeliane in maniera tale da farne – al massimo delle possibilità – uno Stato ebraico”.

Eyal Megged ha pubblicato un articolo sul sito “Nrg” nel quale canzona il voto palestinese presso le Nazioni Unite per il riconoscimento del proprio Stato, e afferma: “Dichiarare lo Stato conviene ai palestinesi, perché non ci sarà nessun paese, essi avranno uno Stato solo su carta”.

Egli sostiene che i palestinesi vengono dopo lo Stato di Israele, in quanto credono di averne il diritto. A suo parere, l'attesa soluzione dei due Stati non soddisferà comunque i loro sogni, essi vogliono tutta la terra, compreso Israele e la vogliono su un piatto d'argento.

La rivista religiosa “Yatd Na'maan” ha pubblicato un editoriale nel quale si incita contro gli arabi che vivono all'interno dello Stato di Israele, definendoli “lupi selvaggi” e sostenendo: “Noi ebrei viviamo come  pecore in mezzo a sette lupi. Non solo perché paesi ostili ci circondano, ma anche perché ci sono lupi selvaggi tra noi. “Ognuno [arabi] è un potenziale terrorista e lo può diventare in un istante”.

E' ancora il sito web di Nrg a pubblicare un altro articolo, firmato questa volta da David Ben Zion, nel quale egli condanna la distruzione dell'avamposto coloniale illegale di Megron, sostenendo che “i coloni sono una risorsa, cittadini a modo e non violenti dello Stato di Israele”.

“I coloni non si oppongono a Israele e non appiccano il fuoco alle stazioni di polizia come fanno gli arabi violenti a Wadi Ara o i beduini nel Negev”.

Ben Zion accusa lo Stato di Israele di essere troppo tollerante con le costruzioni illegali degli arabi, e scrive: “Israele non può demolire un'abitazione illegale di criminali arabi senza dover affrontare l'opposizione di massa araba”.

Nell'articolo del giornalista israeliano Yaron Dekel (sempre sul sito web “Nrg”) sostiene che: “Dichiarare lo Stato palestinese è la decelerazione di una guerra politica”.

Dekel accusa il governo israeliano di essere “troppo confuso e  di non avere una politica chiara!” Cita l'ambasciatore israeliano negli Usa, Michael Oren, e la sua minaccia di invalidare tutti gli accordi tra Israele e l'Autorità palestinese (Anp) qualora i palestinesi chiederanno il riconoscimento internazionale all'Onu, e afferma: “Si è mai discusso, almeno una volta, in maniera davvero responsabile, della possibilità di considerare l'Anp come entità ostile al pari di Hamas a Gaza? Arriveremo mai a questo?”

Eddie Yair Freiman, giornalista israeliano, membro della delegazione israeliana presso l'Onu, ha pubblicato un articolo sul sito web di “Ynet” invitando l'opinione pubblica israeliana a non temere o a sentirsi molestata dalla “illusoria” dichiarazione dello Stato palestinese in sede Onu.

Secondo il giornalista, “Anziché farsi trascinare dalle reazioni alla mossa palestinese di settembre, Israele userà la decisione unilaterale palestinese – quella del riconoscimento internazionale – rivelando e mettendo in atto l'annessione di terra in Giudea e Samaria (Cisgiordania) senza alcun limite”.

Freiman pone una minaccia ai palestinesi: “Da quando l'Anp dipende da Israele in termini finanziari e di sicurezza, Israele svolga una funzione protettiva sui palestinesi dai movimenti estremisti islamici, come accadde ad esempio a Gaza in seguito al ritiro israeliano, quando subentrò Hamas! Il ministro delle Finanze israeliano è in grado di bloccare l'economia palestinese a proprio piacimento”.

Sul sito web di “Nfc” si legge un articolo istigatorio di Amos Dai, nel quale l'autore giustifica le umilianti ispezioni condotte da Israele nei confronti degli arabi in Israele, chiedendone la revoca della cittadinanza.

“Gli arabi in Israele sono costantemente in contatto con i nemici dello Stato. Essi non sono leali allo stato di Israele e puntano all'annientamento dell'entità ebraico-sionista”. Egli accusa gli arabi di essere la quinta colonna all'intero di Israele, e quindi di meritarsi queste perquisizioni.

“Il terrorismo estremista e coloniale islamico in Israele si sta rafforzando, come in tutto il mondo, laddove vi è una presenza  musulmana”.

Il maggiore Moshe Hsdai continua a pubblicare articoli razzisti e anti-islamici sul sito “Nfc”, nel quale accusa l'ultimo presidente palestinese, Yasser 'Arafat, “di aver creato un terrorismo globale”.

Hsdai ha poi rilasciato un commento sull'autobiografia del noto giornalista israeliano Yosef Lapid quando afferma: “Gli arabi non hanno mai acettato, e mai lo faranno, la nostra esistenza qui. C'è forse qualcuno con il dubbio che essi sarebbero pronti a ucciderci tutti senza esitazione se solo ne avessero la possibilità?”

Egli accusa 'Arafat di essere 'il padre del terrorismo internazionale' e che al-Qa'eda porta avanti ciò che egli iniziò.

Cita poi le affermazioni di Lapid: “E' proibito dubitare del fatto che il nostro principale problema è l'Islam! Se il discorso fosse stato limitato alle aspirazioni nazionali palestinesi, da lungo tempo avremmo raggiunto un accordo. Ma per ogni palestinese laico che nasce, ve ne sono due estremisti religiosi che invocano la morte degli ebrei”.

“L'estremismo islamico ha dichiarato guerra ai valori occidentali: libertà e democrazia, uguaglianza e scienza, tecnologia, compromesso e progresso”, secondo Lapid.

Nell'articolo pubblicato da Nadav Hatsena su “Nrg”, l'autore chiede al governo di Israele di cambiare le proprie politiche riguardo alla Turchia e all'Anp e accusa il governo palestinese di aver infranto gli accordi di pace siglati con Israele.

“I palestinesi minacciano di dichiarare il loro Stato e – violando gli accordi di Oslo – di far esplodere la rivolta”, ha aggiunto Hatsena.

Egli ha quindi chiesto a Israele di sottrarsi da ogni obbligo verso i palestinesi, come denaro e diritti, che ne garantiscono l'esistenza.

* Il termine “arabo/i” è frequentemente usato nella storiagrafia sionista per negare l'identità nazionale al popolo palestinese.

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