Incontro Hamas-Fatah al Cairo: ‘Liberazione detenuti e rilascio passaporti’

Il Cairo – InfoPal. Si è svolto ieri al Cairo un incontro ufficiale tra le principali fazioni palestinesi, Hamas e Fatah, intenzionate a proseguire nelle tappe prestabilite a maggio scorso, quando tale impegno fu siglato.

Al Cairo era presente Mousa Abu Marzouq vice presidente dell'ufficio politico di Hamas, mentre a guidare la delegazione di Fatah c'era 'Azzam al-Ahmed. Entrambi i leader sono stati accompagnati da membri dei rispettivi i gruppi politici.

Dal comitato centrale di Fatah sono giunti in Egitto Zakariyah al-Agha, Mahmoud al-'Aloul e il segretario del Consiglio rivoluzionario Amin Maqboul.
Dall'ufficio politico di Hamas erano presenti 'Ezzat ar-Rishaq e Khalil al-Hayyah.

Per 'Azzam al-Ahmed: “Ieri sono stati raggiunti gli obiettivi di dialogo con Hamas”. “L'intesa confermata nell'incontro del Cairo ha dimostrato la fattibilità delle finalità fissate dalle parti”.

Alla stampa al-Ahmed ha espresso ottimismo per le fasi che seguiranno a quella di domenica scorsa.

“L'incontro ha goduto della fiducia reciproca, a dimostrazione che non c'è alcuna crisi, ma al contrario tutto è in movimento e nulla è finito nel cassetto”.

Quando i giornalisti hanno chiesto ad al-Ahmed di chiarire le attuali posizioni in merito alla nomina del premier, il leader di Fatah ha risposto: “Ci sono argomenti tra quelli discussi – riconciliazione, elezioni, sicurezza e riforma dell'Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp) -, che sono interconnessi. Questo è il motivo per il quale si sta procedendo con cautela e gradualmente.

“Le questioni relative al quadro della leadership (elezioni e rappresentanza del governo di unità nazionale) e sicurezza, dovrebbero essere affrontate all'inizio del prossimo mese.
La prossima riunione coinvolgerà tutte le fazioni palestinesi di Ramallah e di Gaza”.

Nessun'intesa è stata raggiunta ieri al Cairo su leadership di governo ed elezioni.

Molti gli aspetti discussi e gli impegni assunti: in particolare il punto n. 4 dell'accordo di riconciliazione nel quale le parti si impegnavano a porre fine alle divisioni”.

L'eccezionalità dell'incontro di ieri è stata ritenuta da tutti la questione dei detenuti nelle prigioni dell'Autorità palestinese (Anp) affrontata con il loro rilascio.

Per permettere la libertà di movimento, inoltre, sono state studiate alcune formule di agevolazione del rilascio dei passaporti per i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania.

Entrambe le questioni saranno affrontate da comitati di nuova formazione guidati da Isma'il al-Ashqar, leader di Hamas, e Hisham 'Abdel Razeq per Fatah, i quali svolgeranno pure il delicato compito di esaminare le liste dei rilasci proposti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

“Difficile la liberazione dei detenuti per il Jihad islamico”. Alla stampa, il leader del Jihad islamico, Ahmed al-Madlal, ha mostrato soddisfazione per la decisione delle parti al Cairo, ma ne ha ammesso la difficoltà.

Per 'Ezzat ar-Rishaq, “al Cairo si è respirata un'atmosfera positiva”. La situazione di stallo del rilascio dei titoli di viaggio rappresenta una violazione e l'impegno ora è quello di sbloccarla prima della fine del mese di Ramadan”.

La delegazione del governo di Gaza ha però fatto sapere: “Ci riserveremo il diritto di obiettare il rilascio dei passaporti per quei cittadini sui quali è in sospeso una sentenza giudiziaria”.

Dal Cairo, il presidente del Centro studi palestinesi egiziano, Ibrahim ad-Darawi, ha definito quella di ieri “una fase di intensi lavori per realizzare la riconciliazione nazionale”.

Egli ha confermato la decisione della liberazione dei detenuti palestinesi entro la fine del Ramadan, insieme al rilascio dei passaporti e alla formazione dei comitati.

“Gli organi qui istituiti dovrnno valutare la riapertura delle istituzioni chiuse nelle due aree territoriali palestinesi a causa degli attriti politici tra le principali fazioni”.

Per ad-Darawai: “Con molta probabilità, tutto questo porterà alla 'riconciliazione politica palestinese'”.

Meno fiducioso si è è detto 'Ali Romanin, deputato palestinese, ex detenuto, quando ha affermato che “né all'interno dell'Anp né tra i suoi apparati di sicurezza esiste una volontà genuina di rilasciare i detenuti palestinesi o di raggiungere la riconciliazione”, richiamando tuttavia i protagonisti dell'accordo politico a far prevalere sempre gli interessi del popolo palestinese.

Nel dichiarare ciò, il deputato ha chiamato in causa la campagna di arresti ai danni di sostenitori di Hamas condotta ad Ariha (Gerico) solo due giorni fa.

Cauto anche il Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp), dal quale ufficio si avvertono le parti: “astenersi da ritardi o dai posticipi come è accaduto a seguito della firma. Soprattutto, restare determinati e non cedere alle ingerenze dall'esterno. Siamo scoraggiati dall'onnipresenza statunitense negli affari interni palestinesi e dalla corsa alla colonizzazione della terra di Palestina per mano di Israele.

“Tuttavia, vi sosteniamo affinché questi sforzi confluiscano nella missione di settembre prossimo, quando chiederemo il riconoscimento dello Stato palestinese presso le Nazioni Unite”.

Da qui, le parti hanno annunciato di voler procedere nell'accordo di riconciliazione nazionale con un round di incontri entro il prossimo primo settembre.

(Nella foto: Mousa Abu Marzouq per Hamas e 'Azzam al-Ahmed per Fatah)

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