Indagine militare, Israele ha ucciso in massa il proprio popolo con la “direttiva Hannibal”

Tel Aviv – Press TV. Elaborata nel 1986, in seguito alla cattura di due forze del regime israeliano da parte del gruppo di resistenza libanese Hezbollah, la direttiva consiglia agli israeliani di sparare sui propri soldati se vengono fatti prigionieri, sostenendo che un soldato morto è meglio di un ostaggio vivo.

La direttiva Hannibal afferma che è lecito uccidere soldati e coloni israeliani per evitare che vengano fatti prigionieri da un nemico, compresi i combattenti della resistenza palestinese.

La direttiva era stata ufficialmente revocata nel 2016. Tuttavia, diversi organi di stampa israeliani hanno riferito che le azioni e la retorica delle forze israeliane durante l’operazione speciale dei movimenti di resistenza palestinesi del 7 ottobre 2023 implicavano che la direttiva fosse stata riattivata dal regime di Tel Aviv.

L’indagine militare israeliana, i cui risultati sono stati resi noti giovedì, ha rilevato che intorno alle 10:30 del mattino, l’aviazione ha iniziato a sparare su “qualsiasi cosa si muovesse” vicino al confine con Gaza.

I piloti israeliani hanno effettuato la cosiddetta operazione “Spada di Damocle”, che si è concentrata “sul colpire obiettivi di Hamas all’interno di Gaza”.

L’aviazione del regime ha effettuato un totale impressionante di 945 attacchi sulla Striscia di Gaza, con elicotteri che hanno sparato 11 mila proiettili.

L’indagine ha rilevato che “la negazione da parte dei comandanti di essere stati battuti” e il “caos totale” nel quartier generale militare israeliano hanno contribuito alla lentezza della risposta di Tel Aviv all’audace attacco di Hamas.

Il Jerusalem Post ha riportato che diverse fonti militari israeliane “hanno affermato che ancora oggi il capo della Divisione Gaza, Brig. Gen. Avi Rosenfeld potrebbe non ammettere che le sue forze sono state completamente sconfitte da Hamas, e certamente non ammetterebbe che ciò è avvenuto prima delle 7 del mattino del 7 ottobre”.

I comandanti dell’esercito israeliano avrebbero fatto affidamento su Rosenfeld per i rapporti sulla situazione nella Striscia di Gaza per diverse ore dopo che le sue forze erano già state sconfitte.

“Nessuno dei suoi superiori poteva immaginare una situazione in cui Rosenfeld fosse completamente sconfitto così rapidamente, e lo stesso Rosenfeld non ha nemmeno riconosciuto quanto fosse grave la sua situazione fino a quando non ha chiamato [il comandante delle forze aeree] Omer Tishler alle 9:47”, ha aggiunto il rapporto.

Il rapporto ha anche rivelato che l’aviazione del regime “ha deciso di coprire il confine tra Israele e Gaza con il fuoco aereo solo verso le 10:05 […] e l’esecuzione di questa ‘direttiva Hannibal’ è iniziata solo verso le 10:30”.

Il rapporto aggiunge che quando i comandanti dell’esercito hanno raggiunto “un livello di consapevolezza dell’85% sugli incidenti” nel sud di Israele, la maggior parte dei combattenti palestinesi era già tornata a Gaza con i prigionieri al seguito.

Alcuni dei 251 israeliani fatti prigionieri sono stati poi uccisi dagli attacchi aerei israeliani e dal fuoco amico dei soldati.

Il rapporto ha anche rilevato che Tel Aviv ha “drasticamente sottovalutato” le capacità di Hamas e ha creduto che il movimento palestinese non fosse interessato a un confronto estensivo con Israele, nonostante le informazioni in suo possesso dimostrassero il contrario.

Il rapporto giunge poche settimane dopo che l’ex-ministro israeliano degli Affari militari Yoav Gallant ha riconosciuto di aver ordinato all’esercito di usare la direttiva Hannibal per uccidere civili e soldati israeliani durante l’Operazione “Ciclone di al-Aqsa”.

L’indagine interna dell’esercito israeliano sull’attacco del 7 ottobre ha riconosciuto il “completo fallimento” dell’esercito nel prevenirlo.

“Troppi civili sono morti quel giorno chiedendosi in cuor loro o ad alta voce: dov’era l’IDF?”, ha detto il funzionario, riferendosi all’esercito sionista.

Il quotidiano israeliano Haaretz ha riferito che la direttiva Hannibal ha trasformato la parte meridionale dei territori occupati in una “zona di sterminio”.

Il rapporto di Haaretz ha osservato che le forze del regime sono state indirizzate a uccidere i propri soldati e civili, se necessario, per evitare la loro cattura da parte dei combattenti della resistenza palestinese, che hanno lanciato l’Operazione “Al-Aqsa Flood” il 7 ottobre 2023 come rappresaglia per le atrocità delle forze sioniste.

“I documenti ottenuti da Haaretz, insieme alle testimonianze di soldati e ufficiali di alto e medio grado dell’esercito israeliano, rivelano una serie di ordini e procedure ricevuti dalla Divisione Gaza, dal Comando Sud e dallo Stato Maggiore fino al pomeriggio del 7 ottobre; dettagli che rivelano quanto sia stato esteso l’uso della procedura Hannibal durante le prime ore dell’attacco di Hamas e in vari punti dell’area circostante”, ha scritto il giornale.

Haaretz ha aggiunto che il 7 ottobre, quando i movimenti di resistenza con sede a Gaza, incluso Hamas, hanno lanciato la loro operazione, “le forze israeliane hanno aperto il fuoco sulle loro basi militari, [e] sulle colonie […] usando armi pesanti da elicotteri d’attacco, droni e carri armati. Volevano eliminare i combattenti di Hamas che attaccavano Israele da Gaza, anche se ciò significava uccidere anche gli israeliani”.

Il giornale ha osservato che, nonostante i piani di Israele, Hamas è riuscito a fare prigionieri durante l’operazione, affermando che “molti dei 1.200 israeliani morti quel giorno sono stati uccisi dalle forze israeliane”.

Traduzione per InfoPal di F.L.