Riceviamo dall’Associazione Italo-Palestinese e pubblichiamo.
Durante un intervento di cardiochirurgia al quale era sottoposto in un ospedale di Huston (USA), Mahmoud Darwish è imprevedibilmente deceduto.
Con la morte del grande poeta palestinese viene a scomparire una delle voci più rappresentative di tutto il mondo arabo.
Della Palestina Mahmoud Darwish ha saputo esprimere, attraverso i suoi straordinari versi, tutta la sofferenza del suo popolo che, prigioniero nella sua terra o esule in mondi stranieri, mai ha rinunciato alla propria identità.
Mahmoud Darwish vivrà eterno nei nostri cuori, dove i suoi versi continueranno a mantenere vivo il ricordo del profumo e dei colori, oltre che dei sentimenti di un mondo che è anche nostro.
ASSOCIAZIONE DI AMICIZIA ITALO-PALESTINESE ONLUS (FIRENZE)
Innamorato dalla Palestina
di Mahmoud Darwish
I tuoi occhi sono una spina nel cuore
lacerano, ma li adoro.
Li proteggo dal vento
e li conficco nella notte e nel dolore
così la sua ferita illumina le stelle,
trasforma il presente in futuro
più caro della mia anima.
Dimentico qualche tempo dopo
quando i nostri occhi si incontrano
che una volta eravamo
insieme, dietro il cancello.
Le tue parole erano una canzone
che io tentavo di cantare ancora,
ma la tribolazione si era posata
sulle fiorenti labbra.
Le tue parole come la rondine
volarono via da casa mia
volarono anche la nostra porta
e la soglia autunnale
inseguendo te,
dove si dirigono le passioni .
I nostri specchi si sono infranti
la tristezza ha compiuto 2000 anni,
abbiamo raccolto le schegge del suono
e abbiamo imparato a piangere la patria.
La pianteremo insieme,
nel petto di una chitarra;
la suoneremo sui tetti della diaspora
alla luna sfigurata ed ai sassi.
Ma ho dimenticato,
oh tu dalla voce sconosciuta !
Ho dimenticato,
è stata la tua partenza
ad arrugginire la chitarra,
o è stato il mio silenzio ?
Ti ho vista ieri al porto
viaggiatore senza provviste senza famiglia.
Sono corso da te come un orfano
chiedendo alla saggezza degli antenati:
perché trascinare il giardino verde
in prigione, in esilio, verso il porto
se rimane, malgrado il viaggio,
lodore del sale e dello struggimento,
sempre verde?
Ho scritto sulla mia agenda:
amo larancio e odio il porto,
ho aggiunto sulla mia agenda:
al porto mi fermai
la vita aveva occhi dinverno,
avevamo le bucce dellarancio
e dietro di me la sabbia era infinita!
Giuro, tesserò per te
un fazzoletto di ciglia
scolpirò poesie per i tuoi occhi
con parole più dolce del miele
scriverò sei palestinese e lo rimarrai
Palestinesi sono i tuoi occhi,
il tuo tatuaggio
Palestinesi sono il tuo nome,
i tuoi sogni
i tuoi pensieri e il tuo fazzoletto.
Palestinesi sono i tuoi piedi,
la tua forma
le tue parole e la tua voce.
Palestinese vivi, palestinese morirai.