“Inorridito”: il dirigente dell’ONU afferma che gli attacchi informatici israeliani in Libano sono “crimini di guerra”

(Foto: EU2018BG Presidenza bulgara via Wikimedia Commons).

Palestine Chronicle.

Volker Turk ha etichettato gli attacchi informatici di Israele come “crimini di guerra”, sottolineando che si devono applicare tutti i tipi di misure precauzionali per salvaguardare la vita dei civili.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Turk, venerdì 20 settembre ha condannato fermamente l’attacco informatico terrorista israeliano del 17 e 18 settembre in tutto il Libano che ha causato la morte di 37 persone e il ferimento di 3.250 civili libanesi, etichettandolo come un “crimine di guerra”, ha riferito l’agenzia di stampa Anadolu.

Rivolgendosi a una seduta del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha affermato di essere “inorridito” da questi attacchi, che “rappresentano un nuovo sviluppo nella guerra, dove gli strumenti di comunicazione diventano armi”.

“Questo ha scatenato paura, panico e orrore diffusi tra la gente in Libano, che già soffre per una situazione sempre più instabile dall’ottobre 2023 e che sta crollando  per una grave e lunga crisi economica”, ha affermato Turk in riferimento agli attacchi.

Il funzionario dell’ONU ha sottolineato che questa “non può essere la nuova normalità”.

Turk ha dichiarato che in ogni guerra ci sono “regole per ogni singola parte”, sottolineando che si dovrebbero applicare tutti i tipi di misure precauzionali per salvaguardare la vita dei civili.

“Gli attacchi devono rimanere proporzionali al danno più ampio che infliggono”, ha sottolineato Turk, aggiungendo che non dovrebbe essere effettuato a meno che “l’aggressore” sia in grado di determinarne l’impatto sulla popolazione civile.

Il diplomatico dell’ONU ha richiesto “un’indagine indipendente, approfondita e trasparente” sulle “circostanze di queste esplosioni”.

Turk ha concluso collegando i fatti avvenuti in Libano al genocidio israeliano di quasi un anno nella Striscia di Gaza assediata e alle operazioni militari nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme.

“Questa tragica situazione non può essere vista isolatamente”, ha affermato.

Secondo Turk, è “legata alla guerra a Gaza, alla spirale di violenza in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e alla continua occupazione israeliana del territorio palestinese”.

Attacchi terroristico-informatici.

Secondo la rete libanese Al Mayadeen, mercoledì 17 settembre sono esplosi diversi dispositivi di comunicazione wireless in varie zone del Libano.

L’agenzia di stampa Reuters ha riferito, citando sia una fonte di sicurezza che un testimone oculare, che i dispositivi coinvolti nelle esplosioni di mercoledì erano radio portatili, a differenza dei cercapersone che erano stati attaccati il ​​giorno prima.

Al Mayadeen ha riferito che i dispositivi, apparentemente ICOM V82s, sono esplosi e “a causa delle batterie al litio altamente infiammabili”.

“Le esplosioni hanno causato grandi incendi in auto, moto, appartamenti e negozi in tutto il Libano”, ha aggiunto il rapporto.

Il giorno prima, migliaia di cittadini libanesi sono rimasti feriti quando i loro dispositivi di comunicazione, dei cercapersone portatili sono esplosi inaspettatamente.

Le esplosioni, avvenute in diverse zone, tra cui il sud del Libano e la valle della Bekaa, hanno ucciso almeno 12 persone, tra cui due bambini.

Il ministero della Salute libanese ha dichiarato il 18 settembre che sono arrivati ​​in ospedale, nel giro di mezz’ora, tra 2.750 e 2.800 feriti.

Il numero dei feriti gravi ha raggiunto i 300 circa, mentre finora sono stati eseguiti 460 interventi chirurgici, principalmente su occhi e viso.

Guerra di confine.

Dall’inizio della guerra israeliana contro Gaza, il 7 ottobre, il movimento libanese Hezbollah si è impegnato direttamente, ma in modo relativamente limitato, nella guerra contro l’occupazione israeliana.

Israele ha occupato parti del Libano per decenni e ha lasciato il Paese solo nel 2000, in seguito alla dura resistenza libanese sotto la guida di Hezbollah.

Israele ha tentato di rioccupare il Libano nel 2006, ma ha fallito in quella che il Libano considera una grande vittoria contro Israele.

Israele, tuttavia, continua a occupare parti del Libano, vale a dire la regione delle Fattorie Sheeba.

Hezbollah ha giurato di recuperare ogni centimetro del Libano che è stato occupato da Israele in contrasto con il diritto internazionale.

(Palestine Chronicle, Anadolu).

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli