Insediamenti israeliani, l’Australia convoca l’ambasciatore di Tel Aviv

Camberra – Reuters/Ma’an. Martedì, l’Australia ha convocato l’ambasciatore israeliano per protestare contro la decisione di Israele di espandere gli insediamenti ebraici a Gerusalemme Est e in Cisgiordania e di trattenere il gettito fiscale dell’Autorità palestinese.

La decisione dell’Australia fa seguito ad azioni simili in Europa – da parte di Spagna, Francia, Gran Bretagna, Svezia e Danimarca -, sulla scia della vittoria palestinese con il riconoscimento di Stato de facto da parte delle Nazioni Unite.

“L’Australia da lungo tempo si oppone ad ogni attività di insediamento”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Bob Carr in un comunicato dopo aver incontrato l’ambasciatore israeliano Yuval Rotem insieme ad alti funzionari australiani. “Questa  attività minaccia la possibilità di una soluzione a due stati, senza la quale non ci sarà mai sicurezza in Israele”.

Carr, il cui paese avrà un seggio a rotazione nel consiglio di sicurezza dell’ONU l’anno prossimo, ha detto che le azioni di Israele hanno complicato la possibilità di nuovi negoziati tra le due parti.

“Sono estremamente deluso da queste decisioni israeliane”, ha affermato.

La vittoria all’ONU per i palestinesi è stata una battuta d’arresto diplomatica per gli Stati Uniti e Israele, che sono stati appoggiati solamente da pochi paesi nel voto contro l’azione di avanzamento dello status di osservatore dell’Autorità palestinese presso le Nazioni Unite da “entità” a “Stato non membro” come il Vaticano.

I voti a favore sono stati 138, nove contrari e 41 astenuti, tra cui l’Australia.