Intellettuali e imprenditori palestinesi all’Anp: tagliate i costi della sicurezza

Memo. Durante un incontro con il ministro delle Finanze dell’Autorità palestinese (Anp), Nabeel Kassis, i rappresentanti del settore privato, degli accademici, degli imprenditori e degli economisti hanno richiesto la riduzione della spesa e del debito pubblico nel budget del 2013.

L’appello per la diminuzione del debito dell’Anp riguarda specialmente la riduzione delle spese e del numero dei servizi di sicurezza. Secondo i dati provenienti dal ministero delle Finanze, i costi per le forze dell’ordine hanno raggiunto i 4.078 miliardi di NIS (circa 829 milioni di euro). È stata fatta, inoltre, richiesta di combattere la corruzione all’interno delle istituzioni dell’Anp, e di effettuare il passaggio a “fonti di energia rinnovabile, che le compagnie elettriche si stanno rifiutando di utilizzare”.

Samer Salameh, un capo dipartimento del ministero del Lavoro, ha esortato il governo ad “avere il coraggio di aprire ai controlli il portafoglio della Difesa e la relativa spesa, che sta assorbendo circa il 31% del budget del governo, e di ridurne i costi operativi, cosa che permetterà all’Anp di risparmiare parecchio denaro”. Questa proposta è stata supportata dal presidente del Mercato di Capitali, nell’Anp, Maher Al-Masri, da Mahmoud Ziada, del sindacato del Lavoro, e da Nassar Nassar, direttore della Nassar Investment Company.

Salameh ha affermato: “Il sistema politico attuale sta giocando un ruolo molto importante nella persistenza del debito, collegato alla creazione di uno stato sotto occupazione, e nel trattare il problema della divisione non come una priorità da risolvere, ma piuttosto da gestire”. Questo, ha aggiunto, è un motivo ulteriore per ridurre il deficit.

Riguardo lo stato attuale della sicurezza, Maher Al-Masri ha fatto notare come ai paesi che richiedono la presenza di un tale, imponente, apparato di sicurezza in Cisgiordania, “dovrebbe essere richiesto, dall’Anp di pagarne le spese, che eccedono il miliardo di dollari annuale in stipendi e in spese operative e di sviluppo”.

Samir Hulileh, manager della PADICO Holding, dal canto suo ha fatto notare che il problema non è correlato soltanto agli stipendi dei dipendenti pubblici, che costituiscono più del 57% del budget totale dell’Anp, “ma anche al problema della disoccupazione, che sta aumentando annualmente in mancanza di opportunità di lavoro sia nel settore privato che in quello pubblico”.

Riguardo ai tagli alle spese di governo, Hulileh ha affermato che questi saranno meno dolorosi rispetto a un incremento delle entrate raggiunto attraverso l’aumento delle tasse. Inoltre, viene valutata anche la lotta all’evasione fiscale come strumento utile al governo per risparmiare denaro.

Secondo gli studi condotti dal MAS Institute, l’evasione fiscale, nel 2011, ha raggiunto quasi il mezzo milione di dollari, un ammontare che dovrebbe entrare annualmente nelle casse dell’Anp.

Il ministro delle Finanze Kassis ha assicurato ai delegati che avrebbe considerato alcune delle proposte, precisando che il budget dovrà essere preparato e ultimato prima della fine del prossimo marzo, per poi essere approvato e ratificato dal presidente Abbas.

Ha inoltre specificato che il numero mensile dei beneficiari degli stipendi dall’Anp è superiore al numero dei dipendenti del settore pubblico, che ammonta a 160 mila, tra uomini e donne. Il governo, ha spiegato, paga mensilmente lo stipendio ad numero di persone maggiore a quello sopra riportato, da quando ci sono famiglie di prigionieri e di martiri, e parte dello staff che lavora oltre i confini del Paese.

Traduzione per InfoPal a cura di Federica Pucci