Intervista a Isidora D’Aimmo, Assessore alla pace della Provincia di Napoli: ‘Assordante il silenzio dei dirigenti politici italiani’.

Intervista a Isadora D’Aimmo, Rifondazione Comunista, Assessore alla Pace, alla cooperazione internazionale e all’immigrazione della Provincia di Napoli, impegnata da anni nell’ambito della solidarietà con il popolo palestinese.

 

Da una settimana è in corso il massacro di civili a Beit Hanoun, nella Striscia di Gaza, ad opera dell’esercito israeliano. La comunità internazionale e i dirigenti della sinistra italiana tacciono. Non è troppo assordante, questo silenzio?

 

Sì, mi addolora molto. Il nostro governo tace. Quando c’è una strage di innocenti, come quella in corso a Beit Hanoun, e noi non riusciamo più a sentire il rumore delle bombe, la puzza del sangue, le urla dei bambini e delle madri, il fragore delle case che crollano…, significa che abbiamo perso qualcosa di noi, della nostra capacità di avvertire la sofferenza degli altri. Della nostra umanità. Siamo come assuefatti.

Da parte mia, come donna impegnata in politica, trovo drammatico il fatto che il governo israeliano possa compiere una carneficina senza che la comunità internazionale, il mondo politico prenda posizione. Questo silenzio spiega come mai non si sia riusciti a trovare una soluzione alla Questione israelo-palestinese.

 

Che spiegazione dà a questo silenzio?

La paura. La paura di essere considerati “antisemiti”, avversari del popolo ebraico. Per non dover essere costretti a prendere posizioni si cerca di fare degli equilibrismi. Ma voglio sottolineare questo: schierarsi in difesa dei diritti dei palestinesi non significa essere contro gli ebrei o contro i cittadini israeliani. La doverosa condanna della politica del governo israeliano, che esegue stragi come quella di Beit Hanoun – completamente fuori dalla legalità internazionale, del diritto -, non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo.

Quella che noi copriamo, invece, è la stessa impunità che ha portato a stragi come quella di Falluja, in Iraq. Anche lì siamo riusciti a lasciar cuocere persone come in un forno a micro-onde, senza dire nulla.

Allora, dov’è sta la funzione della politica?

I partiti politici sembrano, infatti, diventati incapaci di percepire le istanze della gente comune che manifesta nelle piazze in sostegno della popolazione palestinese e contro i massacri delle forze israeliane. Come mai?

Come donna in politica sono coinvolta pienamente dalle discussioni attualmente in corso nel Parlamento italiano, ma questo non si contrappone all’attenzione su ciò che accade ora a Gaza. E’ lo stesso impegno. 

In realtà, ci sono partiti, come Rifondazione Comunista, che sono sempre stati a fianco del popolo palestinese. In generale, tuttavia, è oggettivamente inspiegabile come stragi come questa non producano reazioni da parte dei dirigenti della sinistra. Una strage che sa tanto di “soluzione finale” alla Questione palestinese.

Credo che il silenzio dei dirigenti, dei leader sia la dimostrazione che la pace non si costruisce dall’alto, non si fonda sulle iniziative delle alte diplomazie, ma sull’impegno dei cittadini.

 

 

 

 

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