Intervista al dott. Mahmoud Ar-Ramahi, presidente della segreteria del Consiglio legislativo palestinese.

 Dal nostro corrispondente.

 

Il medico Mahmoud Ar-Ramahi, specializzato in anestesia, attualmente presidente della segreteria del Consiglio legislativo palestinese, laureato in medicina all’università di Roma parla bene l’inglese e l’ebraico. Sua moglie è membro del consiglio comunale di Al-Bireh.

 

Se lo sarebbe immaginato di diventare, un giorno, presidente della segreteria del Consiglio legislativo palestinese?

All’idea del parlamento nessuno dei figli del movimento islamico pensava, ma quando sono arrivate le elezioni e ci è stata chiesta la partecipazione non immaginavamo di raggiungere la presidenza del consiglio. Questo fatto è un onore concesso da Dio.

 

Lei è un medico anestesista e ora si occupa dei documenti e delle decisioni politiche invece che delle siringhe e dei corpi.

Senza dubbio è stato un cambio di qualità, il lavoro direttivo non mi è estraneo: negli anni 1990-1992 ero dirigente dell’ufficio politico di Hamas per le zone di Betlemme, Ramallah, Gerusalemme e Gerico. Quando studiavo in Italia ero presidente dell’Unione degli studenti musulmani e presidente della comunità islamica di Roma.

 

Quale sono le scelte più difficili compiute finora dal Consiglio legislativo?

Il problema più grande era proprio la responsabilità del Consiglio legislativo assunto dal Movimento di Hamas. Qualcuno ha cercato di creare discordia in questo consiglio per far fallire la formazione del governo. Il consiglio uscente si è riunito il 13 febbraio 2006 e ha promulgato delle leggi che riguardano il tribunale costituzionale – che decide nel caso di differenze tra la Presidenza e il governo – nominando nove giudici e cancellando il comma che prevede la necessità di una conferma del Consiglio legislativo dopo l’accettazione del presidente. Nel passato, Presidenza e Consiglio legislativo dovevano essere d’accordo sulla scelta dei giudici.

L’altra decisione pericolosa era rappresentata dalla scelta del direttore del personale e del direttore del Comitato di controllo: tutto questo per facilitare assunzioni e promozioni, e si sa che esse hanno servito una parte precisa. Durante una seduta abbiamo dovuto affrontare queste e altre decisioni prese all’ultimo momento dal precedente CLP e annullarle. Per quanto riguarda le determine amministrative, sono state bloccate tutte le assunzioni e le promozioni avvenute dopo il 25 gennaio 2006.

 

Quali sono i compiti del presidente della segreteria del Consiglio legislativo?

Questa qualifica non esiste in tutti gli stati del mondo, in Palestina rappresenta la responsabilità totale sul parlamento: finanziaria, gestionale, del personale, organizzativa, ecc.

 

Qual è la situazione economica del Consiglio legislativo?

Quando ci siamo seduti nel Consiglio legislativo ci siamo sorpresi dei debiti accumulati: per esempio, la bolletta del telefono dell’ultimo anno e mezzo ammontava a circa cinque milioni di Shekel (un milione e mezzo di dollari).

 

Quale politica di sopravvivenza avete deciso di intraprendere?

Abbiamo attuato programmi veloci per fermare l’emorragia delle spese; è stato deciso un budget massimo di diecimila Shekel per l’ufficio del Consiglio legislativo. In passato arrivava a quarantamila Shekel al mese. Abbiamo studiato la questione delle auto consegnate al Consiglio dagli ex membri: ognuna costava circa duemila Shekel di carburante e assistenza. Sono 60 e la spesa mensile era enorme, così abbiamo deciso di non pagare né il carburante né l’assistenza né l’assicurazione: provvede chi le utilizza. Altri piani di alleggerimento delle spese comprendono i cellulari: in passato, ogni parlamentare riceveva 2000 dollari al mese per la spese e per l’accompagnatore, perciò il Consiglio ha decretato di pagare settemila shekel (2500 dollari) senza accompagnatore per alleggerire le spese di bilancio del governo, perché il numero dei parlamentari è passato da 88 membri a 132.

 

Come vede le attività del nuovo Consiglio?

I nuovi deputati si identificano per il loro lavoro perché chi proviene dal raggruppamento del Cambiamento e Riforma è stato formato per l’impegno parlamentare e legale. Tutti si sono meravigliati dell’efficienza dei deputati nel Consiglio legislativo: quelli di Cambiamento e Riforma si riuniscono e discutono di quello che succede nelle sedute ufficiali per rivedere gli errori e l’efficienza.

 

E quelli di Fatah, all’opposizione?

All’inizio il rapporto tra i deputati di Al-Fatah e quelli di Hamas era molto difficile, ma ora, dopo qualche riunione, si nota più armonia. Le cose hanno cominciato ad andare nel verso giusto.

 

Quali sono le possibilità di formare un governo di unità?

Dal primo giorno, i discorsi del Primo Ministro sottolineano la necessità di formare un governo di unità nazionale, ma i fratelli di Al-Fatah non hanno voluto, e sono arrivati alle trattative con pre-condizioni, e noi le abbiamo rifiutate. Il dialogo deve svolgersi su una base di comunione, senza dettare condizioni. Tuttavia, teniamo la porta sempre aperta per formare un governo di unità nazionale, oppure un governo di indipendenti, o qualsiasi altra forma.

 

Come vede il rapporto tra la presidenza e il governo?

Le condizioni internazionali, le pressioni continue e l’isolamento politico e economico hanno provoato una rabbia interna nelle strade palestinesi e tra le realtà politiche. Le litigate per le responsabilità non devono passare per la stampa, ma tramite gli accordi e il dialogo. Questo governo è nuovo e la presidenza ha più esperienza politica, perciò i problemi devono essere risolti per vie ufficiali – ora è stato formato un comitato di lavoro tra il segretario generale dei ministri, Mohammad Awad. e il segretario generale della presidenza. Rafiq Al-Huseini, per affrontare le problematiche non risolte.

Come fa un governo a lavorare quando è senza potere? Non può promuovere né controllare la stampa né gli organi di sicurezza; dall’altra parte, gli viene chiesto di trovare i soldi per gli stipendi e la sicurezza.

 

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