Intervista di Infopal al Free Gaza, in rotta verso Gaza.

 Infopal. Sabato, ore 13,56. Abbiamo intervistato telefonicamente Vittorio Arrigoni, attivista italiano a bordo della nave Free Gaza, diretta a Gaza.

Vittorio, dove vi trovate in questo momento?

A 20 miglia circa dalle acque di Gaza. Siamo ancora in acque internazionali. Abbiamo avuto diverse difficoltà nel rilevamento della posizione, a causa del sabotaggio della nostra strumentazione di bordo. Da ieri stiamo subendo attacchi di pirateria elettronica: vogliono intimidirci per dissuaderci dal portare a termine la nostra missione. Ma noi siamo determinatissimi ad andare avanti, qualunque cosa accada. Sappiamo di essere nel giusto, sia a livello legale sia umanitario. La ragione è dalla nostra parte.

Avete subito attacchi di sabotaggio, peraltro prevedibili…

Certo, era prevedibile, ma rimane pur sempre un crimine: sabotare la strumentazione di navigazione e la comunicazione satellitare a imbarcazioni non professioniste, al largo di acque internazionali, senza marinai professionali, e con civili a bordo, è un atto criminale. Inoltre, la ministra degli Esteri israeliana ci ha dato dei "pirati"… Il ministero ci ha anche fatto sapere che, guarda caso, in questi giorni sono previste esercitazioni militari israeliane al largo delle coste di Gaza…Comunque, sappiamo che nelle ore che ci separano dall’arrivo in territorio palestinese potrà succederci di tutto…Siamo pronti.

Che pensate di fare?

Accetteremo un contatto radio con Israele. Certamente prima di farci portare via faremo una strenua opposizione. Fra qualche ora, forse tre, saremo in acque palestinesi, dove ad attenderci ci sono molte imbarcazioni palestinesi con giornalisti, politici e abitanti di Gaza. Ci stanno aspettando con le braccia aperte. Questo ci dà coraggio per andare avanti, nonostante minacce e sabotaggi. Vogliamo dimostrare loro che non tutti gli occidentali sono uguali.

Quindi siete fiduciosi nel buon esito della spedizione?

Abbiamo la fiducia che ci viene dal fare la cosa giusta. La Lega Araba, attraverso il suo presidente, Amro Mousa, ci ha comunicato il suo appoggio e ci ha detto che se dovesse succederci qualcosa, riterrà Israele responsabile e la condannerà pubblicamente.

Sito della missione www.freegaza.org/ 

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