Intervista di Infopal.it all'ex ministro palestinese Joudah Marqas: un cristiano nel governo Hamas.

Abbiamo incontrato l’ex ministro del turismo palestinese, Joudah Marqas, cristiano, durante la V Conferenza della Diaspora palestinese in Europa, svoltasi a Rotterdam, in Olanda, il 5 maggio.

Riportiamo qui di seguito l’intervista. 

Come era la convivenza tra lei, unico ministro cristiano, e gli altri suoi colleghi nel governo guidato da Hamas? 

Il rapporto era fraterno, basato sulla fiducia e sulla collaborazione, molto costruttivo. Anche il modo di aiutarci l’uno l’altro era esemplare.

 

Non c’erano differenze tra voi a causa delle diverse fedi religiose?

Assolutamente no. Non ho mai percepito nulla di tutto ciò. Il nostro governo era professionale, di tecnici: eravamo in 13 ad essere in possesso del dottorato di ricerca in diversi rami. C’erano anche 9 ingegneri. Una cosa rara nei governi precedenti. Ci si trattava con professionalità. Le differenze politiche, sociali o religiose non erano presenti tra di noi.

 

Il deputato Husam At-Tawil, cristiano, aveva chiesto l’annullamento delle quote?

Husam At-Tawil aveva chiesto due ministeri per i cristiani in tutti i governi. Le quote, in realtà, sono state applicate in qualche elezione comunale, e per il parlamento.

Secondo me è una cosa positiva, perché numericamente i cristiani non superano l’1% della popolazione della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Certo, se ci basiamo sul dato numerico, forse non passa neanche un cristiano. Comunque le quote sono servite per garantire il diritto dei cristiani, e rappresentano uno strumento positivo.

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