Intervista esclusiva a Taisir At-Tamimi, Giudice Supremo di Palestina. 'Gerusalemme è in pericolo'.

Si è concluso ieri, martedì 1° maggio, il IX Festival itinerante di Solidarietà palestinese, organizzato dalla Abspp –onlus – Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo palestinese.

L’evento, ha coinvolto le città di Brescia, Torino, Bologna, Milano, Verona e Vicenza.

Erano presenti numerosi ospiti, italiani e arabi.

Il nostro inviato ha intervistato il dott. Taisir At-Tamimi, Giudice Supremo di Palestina, che ha denunciato il grave pericolo in cui si trovano la città di Gerusalemme e i suoi abitanti, musulmani e cristiani.

Tamimi ha anche parlato della nascita del "Fronte islamo-cristiano per la difesa di Gerusalemme e dei suoi luoghi santi" e ha lanciato un appello all’Europa perché tolga l’assedio contro il popolo palestinese.

In questi mesi abbiamo seguito le tensioni che stanno coinvolgendo Gerusalemme Est e la sua popolazione. Qual è l’attuale situazione e qual è la gravità? 

Gerusalemme subendo una politica di ebraicizzazione, di pulizia etnica su vasta scala. Le forze di occupazione praticano una forte pressione contro i suoi abitanti: demoliscono le abitazioni, confiscano le terre e le tasse, impediscono di costruire e di entrare nella moschea di Al-Aqsa (a chi ha meno di 50 anni). Israele ha anche isolato la Città Santa dal suo ambiente palestinese attraverso il Muro di separazione razziale e sta tentando di trasformarla in una città ebraica, cercando anche di nascondere i resti della civiltà arabo-islamica; sta lavorando per demolire la moschea di Al-Aqsa per edificarvi al suo posto il presunto tempio ebraico. Gli scavi su larga scala sono iniziati dopo la guerra del 1967: è stata costruita una rete di gallerie sotto la base della moschea. Inoltre, Israele sta erigendo sinagoghe nella parte est di Gerusalemme, e ha costruito più di 70 focolai coloniali.

La situazione è molto pericolosa, il nostro popolo ha bisogno di appoggio per poter affrontare i piani di giudaizzazione di Gerusalemme e contro la moschea di Al-Aqsa.

La nazione araba e islamica non fa nulla di serio per salvare Gerusalemme o aiutare il popolo palestinese nella resistenza ai piani sionisti. Questo assedio ha reso la vita degli abitanti di Gerusalemme, e dei palestinesi in generale, un infermo insopportabile: 4 milioni di palestinesi vivono sotto la minaccia di espulsione dalla Palestina a causa dell’embargo, dell’assedio e della fame, dello sradicamento degli alberi e delle terre agricole – che rappresentano l’unica fonte di reddito per centinaia di migliaia di famiglie -, del sequestro delle fonti idriche, di grandi spazi della terra palestinese.

A questo vanno aggiunti i continui arresti: ogni giorno vengono sequestrati decine di palestinesi in Cisgiordnia e nella Striscia di Gaza, per la sola colpa di vivere in Palestina. Infatti, non ci sono motivi reali per questi arresti.

La situazione è difficile e richiede una presa di posizione seria da parte dei musulmani per difendere il luogo dell’ascensione del profeta Muhammad. 

Qual è il motivo, secondo lei. del disinteresse nei confronti di Gerusalemme, città storica e considerata “patrimonio dell’umanità”? 

Gerusalemme ha la sua importanza religiosa: è il luogo dell’ascensione del profeta dell’Islam, Muhammad. Nel passato, quando essa veniva invasa e occupata, la nazione arabo-islamica si muoveva per salvarla. Gli europei che tentarono di controllare Gerusalemme con le crociate, fallirono. I crociati non prendevano di mira solo la moschea di Al-Aqsa ma la sua importanza come città islamica e cristiana: uccisero i capi religiosi cristiani e musulmani. Quando le crociate fallirono, vi portarono i sionisti, facendoli abitare in Palestina per realizzare i loro obiettivi coloniali.

Purtroppo parlo del disinteresse internazionale alla questione palestinese perché molti stati sono coinvolti con l’entità sionista per il controllo della terra palestinese. Israele ogni giorno commette crimini di guerra. L’altro giorno, ha premiato un ufficiale israeliano della guardia di frontiera per il suo coraggio: ha ucciso donne, bambini e anziani, demolendo le case sopra le teste degli abitanti. Questo soggetto dovrebbe essere processato da un tribunale per i crimini di guerra invece viene premiato. Se ciò fosse successo in un’altra parte del mondo, sicuramente l’opinione pubblica internazionale si sarebbe ribellata, ma poiché accade in Palestina, nessuno dice nulla.

Il silenzio internazionale è una dimostrazione dell’appoggio a Israele.

Gerusalemme è stata classificata dall’UNESCO “patrimonio dell’umanità”: ciò dovrebbe porla sotto protezione.

Gerusalemme appartiene alla civiltà musulmana e cristiana, ma vive in costante pericolo a causa dell’occupazione. Che dire?

Anche l’UNESCO non compie il proprio dovere per proteggere questo patrimonio dell’umanità.

Io credo purtroppo che questo silenzio internazionale non sia altro che un complotto con l’entità sionista per sradicare il popolo palestinese dalla sua terra. Non parlo solo dell’Occidente, ma anche del mondo arabo e islamico: il potere della lobby sionista ha raggiunto anche i paesi arabo-islamici. L’Organizzazione della Conferenza islamica, che è composta da 58 stati, non fa nulla anche se è nata nel 1969 per difendere la Palestina e Gerusalemme. Un solo miliardario ebreo americano, Miskovic, ha dato centinaia di milioni di dollari per rafforzare il colonialismo sionista nella Città Santa.

Noi temiamo di svegliarci un giorno e trovare la moschea di Al-Aqsa già demolita per far spazio al presunto tempio…mentre il mondo sta a guardare senza fare niente. 

Collaborate con i cristiani di Gerusalemme?

Sì. Il mio amico il vescovo, padre Atallah Hanna, portavoce ufficiale della Chiesa ortodossa a Gerusalemme e presidente dei vescovi di Sabastia, ed io abbiamo fondato il "Fronte islamo – cristiano per la difesa di Gerusalemme e dei suoi luoghi santi". Gerusalemme ha anche profonde radici cristiane: è legata alla fede di tre quarti degli abitanti della terra. Non è giusto che il mondo permetta ad Israele di trasformare Gerusalemme in un quartiere ebraico.

L’obiettivo di questo Fronte è di operare per salvare Gerusalemme dal terrorismo israeliano e dalla violazione dei luoghi di culto cristiani e musulmani. 

Quali sono i pericoli che affrontano i quartieri musulmani e cristiani a Gerusalemme?

Israele tenta di ebraicizzare il quartiere islamico: ci sono più di 70 focolai coloniali. Sta costruendo tre sinagoghe: una vicino alla porta dei Qattanin, un’altra vicino alla porta di Al-Silsila e un’altra alla porta As-Sahira.

Israele sta pianificando la demolizione della mosche di Al-Aqsa per costruire il presunto tempio ebraico; ai musulmani palestinesi viene impedito di pregare ad Al-Aqsa, e ai cristiani palestinesi viene impedito di entrare nella chiesa del Santo Sepolcro.

Poche settimane fa era Pasqua: ebbene, non tutti i cristiani hanno potuto pregare al Santo Sepolcro. Israele prende di mira le chiese e le moschee, e il lato arabo della città. 

La moschea di Al-Aqsa è veramente in pericolo?

Sì, assolutamente, e come mai prima d’ora. Dopo aver scavato sotto le basi della moschea, ora stanno per modificare la struttura della porta dei Magrebini. C’è il reale pericolo che venga trasformata in una sinagoga. Israele ha già completato il tempio e ha preparato le gru che ne solleveranno le varie parti per collocarlo al posto della moschea di Al-Aqsa. Hanno costruito il candelabro d’oro, che pesa 43 chilogrammi, per piazzarlo nel tempio. Israele lavora giorno e notte per realizzare i suoi piani e la nazione arabo-islamica, invece, continua a dormire.  

Qual è l’appello che rivolge all’Occidente?

Il mio invito è all’Europa libera, che è più vicina politicamente a noi: nella storia, la civiltà islamica ha influenzato quella europea, siamo vicini. Sentiamo che l’Unione Europea è più sensibile alla questione palestinese…Tuttavia, sappiamo che l’influenza americana è molto forte rispetto alle decisioni europee. Vorremmo che l’Europa appoggiasse il diritto del popolo palestinese e che si liberarasse dall’influenza americana e riuscisse a rompere l’assedio imposto contro il popolo palestinese.

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