Investitori stranieri iniziano a scappare dallo stato d’Apartheid

Tel Aviv – MEMO. Gli investitori stranieri stanno fuggendo da Israele, temendo che si stia dirigendo verso una dittatura, ha dichiarato al quotidiano Haaretz il presidente e co-fondatore dell’Istituto israeliano per l’innovazione, Leo Bakman. L’istituto di Bakman funge da incubatore per 2.500 startup. Parlando come capo dell’ONG, ha descritto il crescente disagio tra gli investitori stranieri nel fare affari in Israele.

Sebbene Israele sia stata una potenza occupante per la maggior parte della sua storia, sin dalla sua fondazione nel 1948 in seguito alla pulizia etnica di tre quarti della popolazione indigena della Palestina, è considerata una democrazia. Il consenso all’interno della comunità dei diritti umani sul fatto che Israele stia praticando l’Apartheid ne ha intaccato l’immagine, ma i Paesi occidentali insistono comunque nel definirla una democrazia.

La riforma giudiziaria introdotta dall’attuale governo d’estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu ha, tuttavia, causato disagio per lo status autoproclamato di Israele come democrazia. Lo stesso presidente del paese, Isaac Herzog, ha affermato che Israele sta affrontando un “collasso costituzionale”. La coalizione di Netanyahu ha fatto della revisione della magistratura una delle sue principali priorità. I cambiamenti includono piani per dare al governo il controllo sulla nomina dei giudici e quasi eliminare la capacità della Corte suprema di bloccare la legislazione.

I piani sono stati accolti con ondate di protesta che non hanno precedenti nella storia di Israele. Per settimane centinaia di migliaia di israeliani sono scesi in piazza in opposizione al governo, cosa che decenni di espansione illegale, violazioni del diritto internazionale e maltrattamenti dei palestinesi non sono stati in grado di fare.

Le recenti preoccupazioni sull’erosione della democrazia espresse dagli Stati Uniti sono state rapidamente seguite dagli investitori stranieri. “Gli investitori stanno facendo un passo indietro e dicono: “Prima, decidete se siete una democrazia o una dittatura, e poi parleremo’”, avrebbe detto Bakman commentando la fuga di investitori stranieri da Israele, un risultato nel quale la campagna globale di Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) insiste da decenni.

Bakman ha aggiunto che la riforma giudiziaria di Israele è come “spararsi alla testa”. Ha continuato spiegando che altrettante aziende non investono in Cina perché non sono sicure di come potrebbero fare uscire i soldi da lì. Sono emerse domande su Israele e le azioni dell’attuale governo “hanno creato una sensazione terribile ed una grande ansia”.

Bakman ha detto di essere un imprenditore da 25 anni, e nelle ultime settimane si è imbattuto in una domanda a cui non si sarebbe mai aspettato di rispondere: “Perché Israele?” Non è più facile vendere Israele a investitori stranieri, nonostante la reputazione del Paese come “nazione delle startup“.

Facendo eco ai timori degli investitori stranieri, Herzog ha affermato che le riforme causerebbero “danni allo stato delle istituzioni democratiche israeliane” e ha avvertito che Israele “non è più in un dibattito politico, ma sull’orlo del collasso costituzionale e sociale”.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.