Baroud sulla crisi in Ucraina: “Il termine ipocrisia non è sufficiente a descrivere la situazione” [VIDEO]

Ucraina, Palestina – Palestine Chronicle. In una lunga intervista con Palestine Deep Dive (PDD), Mark Seddon discute con il giornalista di spicco e autore palestinese, Ramzy Baroud, sulla crisi in corso in Ucraina vista attraverso gli occhi del popolo palestinese.

Nell’esaminare ciò che sembra emergere sulla scena geopolitica globale, Baroud ha messo in evidenza l’ipocrisia della comunità internazionale, così come dei media mainstream, nella loro risposta all’invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia rispetto alla loro risposta, o mancanza di risposta, a 74 anni di occupazione israeliana della Palestina.

“Le persone hanno il diritto di difendersi dall’occupazione militare, punto. In qualsiasi circostanza, indipendentemente dalla natura geopolitica di quel conflitto e indipendentemente da chi vi è coinvolto”, ha affermato Baroud.

“Siamo ancora sepolti in questa massiccia dicotomia in cui noi palestinesi non possiamo nemmeno protestare senza essere accusati di essere anti-israeliani o anti-statunitensi, o contro questo o quello, rispetto a quanto sta accadendo in Ucraina nel giro di poche ore. In effetti, [era così] anche prima dell’invasione. Quando le forze russe si stavano ammassando al confine tra Russia e Ucraina, le condanne provenivano da tutta Europa, da tutto il Nord America. Ovviamente, dobbiamo affrontare la realtà che la comunità internazionale non ha standard equi e giusti nella sua visione dei conflitti internazionali”.

Commentando il voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha visto 35 Stati membri, tra cui Sud Africa, India e Cina, astenersi dal condannare le azioni della Russia, Baroud ha detto: “Penso che la geopolitica abbia molto a che fare con ciò […]. Per fare un esempio, sono stato in Africa, di recente, ho visitato diversi paesi e ho acquisito familiarità con la lotta politica in corso. (…) I paesi africani sono molto, molto attenti alla natura della lotta in atto in Africa. Il Sudafrica, la Nigeria, l’Algeria e altri paesi non vogliono che ciò accada. Vogliono un mondo bipolare più equilibrato”.

Alla domanda sulla possibilità di una nuova Guerra Fredda in Europa, con una rinascita del Movimento dei Non Allineati, Baroud ha detto: “Penso che sia molto possibile. Certo, comprendiamo che ci sono tanti pezzi in movimento, ma davvero, se si raggiungesse una situazione di stallo, in altre parole, se la NATO non riuscisse a farsi strada in Ucraina e nell’Europa orientale, ed una sorta di compromesso venisse preso, [ciò] incoraggerà sicuramente altri paesi ad iniziare a negoziare [per se stessi] un nuovo contratto politico”.

Riguardo ai doppi standard attualmente mostrati dai politici e dai media occidentali, Baroud ha detto: “Penso che dobbiamo rivisitare i termine ‘doppio standard’ e ipocrisia. Semplicemente non riescono nemmeno a raccontare metà della storia su quanto sta accadendo in Palestina. Ciò che l’Occidente, gli statunitensi stanno condannando in questo momento riguardo all’azione militare della Russia è esattamente ciò che Israele ha fatto […] in Palestina ogni singolo giorno. [È esattamente] cosa sta succedendo nello Yemen. Questi milioni di poveri muoiono di fame, combattono il colera, affrontano bombe che cadono su di loro”.

Baroud ha continuato a criticare la censura dei social media sui contenuti filo-palestinesi e a descrivere i doppi standard da parte delle istituzioni internazionali, come la Corte penale internazionale, la FIFA o il Comitato olimpico internazionale.

Nell’evidenziare il razzismo insito nella copertura mediatica occidentale sull’Ucraina, Baroud ha aggiunto: “Questa è davvero la mentalità del razzista. So che questo è un termine che le persone usano con molta attenzione, ma se questo non è vero e proprio razzismo, non so cosa lo sia. Il problema di una mentalità razzista è che non vedi mai la tua colpa e la proietti sempre su qualcun altro”.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.