Iran, verso l’abolizione della polizia morale

Di Lorenzo Poli. Lo ha affermato il procuratore generale iraniano Mohammad Jafar Montazeri. Lo ha riferito sabato l’agenzia di stampa Isna. “La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata”, ha dichiato Montazeri, sabato sera, nella città di Qom. 

I parlamentari iraniani sono al lavoro per rivedere, entro due settimane, anche la legge sugli obblighi in materia di abbigliamento.
Il gruppo di revisione, spiega Montazeri, si è incontrato mercoledì con la commissione culturale del Parlamento “e porterà a dei risultati tra una o due settimane”. Si tratta di un momento storico per l’Iran rivoluzionario: con l’abolizione della polizia morale e la revisione della legge sugli obblighi in materia di abbigliamento cade uno dei simboli della svolta khomeinista che aveva risposto col pugno duro all’occidentalizzazione dei costumi imposta dall’era Pahlavi che aveva marginalizzato la popolazione che difendeva le proprie tradizioni.

Tutt’altro che secondaria anche la decisione di Montazeri di rilasciare questo importante annuncio a Qom, città che rimane il cuore della rivoluzione khomeinista del 1979. La scelta del governo teocratico iraniano cancella così 17 anni di polizia morale, la Gasht-e Ershad, e potrebbe addirittura portare all’abolizione dell’obbligo del velo (il chador) che nel Paese è stato istituito nel 1983, quattro anni dopo la Rivoluzione Islamica guidata dall’ayatollah Ruhollah Khomeini. Anche il governo conservatore di Ebrahim Raisi sabato aveva lasciato intendere che dei cambiamenti ci sarebbero stati: le basi repubblicane e islamiche dell’Iran sono costituzionalmente radicate, aveva dichiarato il presidente, “ma ci sono metodi di attuazione della Costituzione che possono essere flessibili”. 

(Foto: polizia morale in Iran. Da Wikipedia).