ISM-Italia: Dichiarazione di adesione alla manifestazione di Roma del 18 novembre.

PalestinaLibera – voce di ISM (International Solidarity Movement) Italia http://www.ism-italia.it

Il 18 novembre a Roma manifestazione nazionale per la Palestina
http://www.forumpalestina.org/news/2006/Novembre06/18-11-06ManifestazioneNazionalePalestina.htm

ISM-Italia
Dichiarazione di adesione alla manifestazione di Roma del 18 novembre 2006 

Gli avvenimenti di questo orribile 2006 in Medio Oriente confermano la convergenza sempre piu’ stretta dei progetti USA-UE con quelli dello Stato di Israele.
L’aggressione israeliana al Libano, concordata e sostenuta dal governo americano con la complicita’ attiva dei governi europei e quella passiva dei governi arabi ‘moderati’, e’ stata una tappa ulteriore della guerra iniziata in Afghanistan e proseguita in Iraq, della pulizia etnica in Palestina iniziata nel 1947, e’ stata una tappa verso la guerra che ora minaccia Iran e Siria.
L’obiettivo e’ quello di spezzare la volonta’ di resistenza dei popoli che si oppongono alla realizzazione dei progetti di controllo strategico della regione e di espropriazione delle sue risorse.
Un obiettivo perseguito con ogni mezzo:
* la ferocia della guerra post-fordista e nanotecnologica(1)
* la distruzione sistematica delle risorse e delle infrastrutture
* il boicottaggio economico e finanziario
* l’uso scientifico della menzogna mediatica
* l’applicazione ipocrita e sistematica di due pesi e di due misure (il cosiddetto ‘double standard’)  
Il progetto di dominio non ha ottenuto i successi sperati, e dichiarati con eccessivo anticipo(2),  le forze di occupazione sono impantanate sia in Irak che in Afghanistan, l’esercito israeliano si e’ scontrato con una resistenza popolare inattesa in Libano, la popolazione palestinese non accetta, malgrado mesi di blocco politico economico e la brutalita’ senza precedenti dell’escalation militare, di cedere al ricatto della fame e del terrorismo israeliano e mostra di non voler rinunciare ai suoi diritti nazionali legittimi.
Ma la posta in gioco per l’Occidente e per lo Stato di Israele e’ tale che la guerra totale condotta contro i popoli non si arrestera’ a causa delle difficolta’ incontrate.
In questa situazione e’ nostro dovere, morale e politico, sostenere senza esitazioni e senza riserve, la resistenza dei popoli aggrediti.
Come ha scritto Ilan Pappe, ‘Solo due movimenti in questa area resistono contro Israele e gli USA. Tristemente per le persone di sinistra, come me, non vengono dalla ‘nostra scuola’, ma noi dobbiamo avere rispetto per la loro determinazione e per la loro volonta’ nel resistere alla occupazione e alla colonizzazione. Questi movimenti sono Hamas and Hizbollah'(3).
Abbiamo costituito ISM-Italia nel gennaio del 2006  a partire dalla constatazione non solo delle ‘reticenze’ assai diffuse a sostenere i diritti storici dei Palestinesi, il diritto al ritorno dei profughi, il diritto a resistere all’occupazione e alla colonizzazione sionista della Palestina, ma anche del rifiuto di aderire all’appello della societa’ civile palestinese del 9 luglio 2005 al boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni contro lo stato israeliano e alle richieste nello stesso senso dei dissidenti radicali israeliani.(4)
A marzo, dopo i fatti di Gerico, ISM-Italia aveva espresso profonda meraviglia e preoccupazione per le reiterate prese di posizione dei partiti maggiori del centro-sinistra e il silenzio delle grandi organizzazioni sindacali, che hanno di fatto cancellato dalla loro agenda il problema Palestina, facendo proprie le equazioni  ‘Israele = democrazia’  e  ‘Palestinesi = terrorismo + fondamentalismo islamico’, passando da una ambigua posizione di equidistanza a una posizione di netto appoggio allo Stato di  Israele e denunciava l’emersione in modo preoccupante di un inquinamento prodotto, anche a sinistra,  dalle teorie  dei  neocons  americani e l’emergere di una strisciante cultura neocoloniale, di una deriva a destra pericolosa perche’ alimenta indirettamente quello stesso ‘scontro di civilta” che a parole tutti sembrano deprecare.  
Se e’ doveroso fare i conti con la crisi del pacifismo ‘prêt a’ porter’, occorre anche avere l’onesta’ intellettuale di riconoscere che la crisi non risparmia nessuno. 
Gli scarsissimi, se non nulli, risultati politici ottenuti stanno a dimostrarlo.
Vanno anche riconsiderate le forme di azione: le marce, le veglie per la pace, gli appelli, il sovrapporsi disordinato di ‘campagne’ non sembrano avere alcuna efficacia per promuovere una alternativa.
Sempre a marzo ISM-Italia aveva sostenuto che solo un insieme di atti individuali di responsabilita’ morale e politica puo’ portare alla definizione di un movimento di solidarieta’ con la lotta di liberazione nazionale palestinese, nuovo nelle indicazioni politiche, – denunciare, per impedirla, la pulizia etnica in corso – nuovo nelle pratiche operative, diffuse negli spazi della cittadinanza e continue nei tempi dell’impegno, nuovo perche’ rinuncia ad ogni delega ad organizzazioni la cui ambiguita’ ha avuto e ha effetti negativi e paralizzanti.
Affermazione che ISM-Italia estende a tutti i campi di mobilitazione.
ISM- Italia rinnova il suo impegno a:
* organizzare la partecipazione italiana alla campagna di boicottaggio internazionale di Israele
* contribuire alla partecipazione italiana alle campagne dell’ISM in Palestina
* promuovere l’informazione sulla situazione palestinese
Con queste motivazioni ISM-Italia aderisce alla manifestazione di Roma del 18 novembre 2006 indetta da Forumpalestina.

ISM-Italia, 3 novembre 2006

(1) ‘In una guerra di questo tipo (quelle in Libano, a Gaza e in Cisgiordania, nda), e’ necessario poter utilizzare una tecnologia completamente nuova, come la nanotecnologia – una nuova dimensione, e non semplicemente un miglioramento delle tecnologie esistenti’, ‘Upgrading war, privatizing peace’ di Shimon Peres, Haaretz 31 08 06
(2) ‘Mission accomplished’, ebbe a dire G.W.Bush il 2 maggio 2003 dalla tolda della Abraham Lincoln al largo del Golfo Persico, una portaerei spinta da due reattori nucleari. Ma nel solo mese di ottobre sono morti in Iraq 105 soldati americani mentre il numero totale dei morti della coalizione e’ di 3.058. I morti iracheni, che come e’ noto non si contano ma si ‘stimano’, secondo una ricerca recentissima, supererebbero i 600.000.
(3)
http://www.socialistworker.co.uk/article.php?article_id=9307
(4) Come ha scritto sempre Ilan Pappe: ‘Nothing apart from pressure in the from of sanctions, boycott and divestment will stop the murdering of innocent civilians in the Gaza Strip. There is nothing we here in Israel can do against it. Brave pilots refused to partake in the operations, two journalists – out of 150 – do not cease to write about it, but this is it. In the name of the Holocaust memory, let us hope the world will not allow the genocide of Gaza to continue’, ‘Genocide in Gaza’ di Ilan Pappe, The Electronic Intifada, 2 September 2006.
Come ha scritto Gideon Levy: ‘La stessa cosa e’ vera per i pochi attivisti per la pace che ancora riescono a muoversi per i territori, per protestare e offrire assistenza alle vittime dell’occupazione all’interno di organizzazioni come l’International Solidarity Movement (ISM) – che Israele combatte rendendo impossibile ai suoi membri l’entrata attraverso i propri confini. Sarebbe stato meglio se gli israeliani si fossero mobilitati per combattere al posto loro. Ma eccetto alcuni pochi e modesti gruppi, non vi e’ alcuna protesta in Israele e nessuna reale mobilitazione. E cosi’ non rimane altra speranza che l’aiuto del resto del mondo. Il mondo puo’ aiutare Israele, in modo limitato, a salvarsi da se stessa. In una situazione in cui i Governi occidentali di fatto sostengono il perdurare dell’occupazione, anche se si dichiarano contrari, questo ruolo passa alle organizzazioni della societa’ civile. Quando un gruppo di avvocati americani, ebrei inclusi, si appellano al boicottaggio della societa’ Caterpillar, i cui bulldozer hanno raso al suolo interi quartieri a Khan Yunis e Rafah, dovrebbero essere ringraziati per questo’,  Con un po’ di aiuto da fuori di Gideon Levy, Haaretz 2006 06 04

UNA APPENDICE NECESSARIA
Israele Libano: la cartina di tornasole del ‘movimento per la pace e contro la guerra’

Non e’ possibile non dire della situazione che si e’ determinata con le prese di posizione del cosiddetto ‘movimento per la pace e contro la guerra’ che sembra avere in realta’ l’unica preoccupazione di proteggere lo Stato sionista evitando di confrontarsi con la realta’, quella di uno Stato le cui fondamenta posano sulla pulizia etnica dei Palestinesi(5) , la conquista territoriale e il dominio economico e militare dei paesi vicini e il cui solo obiettivo e’ la guerra permanente contro i popoli arabi.
Al posto di un sostegno alla resistenza, la solidarieta’ si e’ ridotta a un atteggiamento di comprensione compassionevole per i Palestinesi vittime degli eccessi dell’occupante israeliano nei territori occupati nel 1967 e alla stucchevole riproposizione, malgrado il tragico fallimento degli accordi di Oslo, dell’invito a ritornare a dei negoziati con precondizioni da rispettare solo da parte palestinese (roadmap, per non parlare dei/delle nostalgici/che residui/e degli ‘accordi di Ginevra’), come unica via possibile per una pace giusta tra Israeliani e Palestinesi. 
Invece di  comprendere la lezione dell’escalation di Israele nella sua guerra permanente contro i popoli della regione, il movimento ha avuto come preoccupazione principale quella di limitare le critiche nei riguardi dello Stato d’Israele, accontentandosi di ipocrite affermazioni governative sulla sua ‘risposta sproporzionata’.
Non e’ stata una risposta ma un attacco. ‘Sproporzionato’? Quale aggettivo sara’ usato nel caso qualcuno vorra’ utilizzare armi atomiche ‘tattiche’?
Questo contesto politico, controllato dai filosionisti dell’Unione e dalle organizzazioni loro sodali, e’ evidentemente incapace di prendere una qualsiasi iniziativa di ampiezza tale da combattere seriamente lo stato terrorista israeliano.
Si puo’ essere contro (ma non troppo!) la guerra in Iraq e favorevoli alla ‘missione militare di pace’ in Afghanistan?
Si puo’ essere contro (ma non troppo!) la guerra in Iraq e sostenere che bisogna ‘Salvare Israele’, ‘aggredito’ dagli Hizbullah?
Dal 14 marzo 2006, il giorno dell’attacco israeliano alla prigione di Gerico, il segretario del FPLP, Ahmet Saadat, e’ sequestrato in una prigione israeliana con altri 9.000 palestinesi. Da mesi decine di parlamentari palestinesi, fra cui il presidente del Consiglio legislativo e alcuni ministri sono detenuti illegalmente.
Nessuna iniziativa e’ stata presa dai partiti presenti nel Parlamento italiano, il Presidente della Camera e’ in silenzio istituzionale, nessuna misura di ritorsione e’ stata adottata nei confronti delle istituzioni, della collettivita’ e dei politici israeliani con i quali si promuovono nuove collaborazioni e scambi.
Le recenti iniziative, la mostra Israele Arte e vita 1906 – 2006 organizzata a Milano da Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano con l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica e la presenza, alla Biennale di Venezia,  di un padiglione israeliano dedicato anche ai monumenti ai caduti delle guerre israeliane, ne sono la plateale conferma.
Il tragico isolamento imposto al Popolo palestinese rende ancor piu’ sconcertante questa situazione.
Nessuno a livello istituzionale ha messo in discussione l’accordo di cooperazione militare, un progetto del governo Berlusconi, a suo tempo votato anche da DS e Margherita.

Nessuno si e’ mosso, a livello istituzionale, affinche’ il governo di Hamas, democraticamente eletto, ottenesse il riconoscimento internazionale invece del boicottaggio piu’ feroce.

‘Come medico, piango ogni volta che un paziente muore. Ma so che questo fa parte della nostra vita. La medicina moderna non puo’ curare tutti. Ma assistere alla morte di un malato di una malattia curabile, per mancanza di medicine o di elettricita’ e’ una sofferenza che soltanto ora sto imparando a sopportare. . Vedo pazienti malati di cancro morire perche’ manchiamo di medicine per curarli e Israele proibisce loro di viaggiare all’estero per cure. Vedo pazienti per le dialisi diventare sempre piu’ malati poiche’ non abbiamo elettricita’ per le macchine di dialisi dopo che Israele ha bombardato l’unica centrale elettrica di Gaza. Soffro nel vedere diminuire le forniture del mio ospedale che non possono essere reintegrate a causa della chiusura e della crisi finanziaria. Sento l’artiglieria Israeliana o le mitragliatrici e so che il mio ospedale sara’ invaso da feriti gravi, uomini, donne e bambini, che hanno un  disperato bisogno di aiuto medico che noi non possiamo piu’ offrire.
Gli amici della mia giovane figlia sono terrorizzati di lasciare le loro case. Sono traumatizzati dai bombardamenti Israeliani e dal timore  di poter diventare le vittime innocenti del giorno.'(6)

Il 18 febbraio e il 18 marzo 2006 si sono tenute a Roma due manifestazioni.
Il Forumpalestina ne ha indetta una per il 18 novembre sempre a Roma.
Il cosiddetto ‘movimento per la pace e contro la guerra’ ne ha indetta, subito dopo,  una seconda a Milano lo stesso giorno, il 18 novembre 2006.
Un segno triste del degrado morale, culturale e politico, un segno tristissimo di questi tempi oscuri.
 
(5) Sulla pulizia etnica della Palestina vedi i numerosi articoli di Ilan Pappe (
http://www.ilanpappe.org/) e il suo recente ‘The ethnic cleansing of Palestine’, Oneworld 2006
(6) Strangolare Gaza non rendera’ piu’ sicura  Israele Mona El-Farra, IMEU, Oct 30, 2006

Nota
Questa dichiarazione e’ il risultato di numerosi contributi diretti e indiretti.
Alcuni, come quelli di Mona El-Farra, Gideon Levy e Ilan Pappe, sono indicati nel testo e nelle note.
Sono stati anche citati un premio Nobel per la Pace (!) e un presidente americano.
Un contributo importante di analisi lo dobbiamo a una recente dichiarazione del MSRPP (Mouvement de Soutien a’ la Re’sistance du Peuple Palestinien).

ISM- Italia info@ism-italia.it www.ism-italia.it under construction
ISM-Italia e’ il gruppo di supporto italiano dell’ISM.
L’International Solidarity Movement (ISM
www.palsolidarity.org) e’ un movimento palestinese impegnato a resistere all’occupazione israeliana usando i metodi e i principi dell’azione-diretta non violenta. Fondato da un piccolo gruppo di attivisti nel 2001,  ISM ha l’obiettivo di sostenere e rafforzare la resistenza popolare assicurando al popolo palestinese la protezione internazionale e una voce con la quale resistere in modo nonviolento alla schiacciante forza militare israeliana di occupazione.

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