Israele: 308 i proiettili sparati sulla Mavi Marmara

Betlemme – Ma'an. Lo scorso 31 maggio, i commando israeliani spararono 308 proiettili da guerra a bordo della Mavi Marmara, la nave umanitaria diretta a Gaza: lo ha rivelato ieri il capo di Stato maggiore israeliano Gabi Ashkenazi, testimoniando di fronte alla commissione Tirkel. 

Ashkenazi ha anche dichiarato che l'uccisione dei nove attivisti turchi fu inevitabile (Reuters).
Nonostante i soldati fossero equipaggiati con armi di dispersione della folla, sostiene Ashkenazi, si passò subito alle munizioni d'acciaio perché altrimenti “vi sarebbero state più vittime”. I proiettili di gomma (con nucleo di acciaio, ndr), solitamente usati dalle forze della Cisgiordania durante le dimostrazioni palestinesi, non furono utilizzati a causa dei limiti della nave, secondo l'alto ufficiale.

Riguardo al numero delle munizioni sparate, un assistente del generale ha precisato all'agenzia stampa Reuters che 70 dei 308 proiettili furono diretti alle persone, mentre gli altri erano colpi di “avvertimento”.

Come ha confermato l'agenzia britannica, il numero citato dallo Stato maggiore appare coerente con i rinvenimenti dei medici legali, secondo cui le 9 vittime ricevettero un totale di trenta colpi, mentre altri 24 passeggeri furono feriti dalle armi da fuoco israeliane.

Colpiti gli attivisti coinvolti nell'attacco”. Sebbene Ashkenazi abbia testimoniato che gli attivisti rubarono ai militari tre pistole Glock e una mitragliatrice Uzi, i passeggeri hanno replicato che tutte le armi sottratte vennero gettate via.

Abbiamo testimoni che affermano che uno degli attivisti corse verso [i marines] scaricando addosso a loro una mini-Uzi, e che gli fu sparato per reazione – ha sostenuto Ashkenazi – Venne colpito chi era chiaramente coinvolto negli attacchi contro i marines, e non chi non lo era”.

Il Consiglio dell'Onu per i Diritti umani – boicottato da Israele – ha però suggerito in un report pubblicato il mese scorso che diversi passeggeri potrebbero essere stati giustiziati. Secondo il documento, una delle vittime riportò una ferita mortale alla testa dopo essere stata raggiunta da un “beanbag” – un tipo particolare di proiettile di piombo che, se sparato da una certa distanza, mira normalmente a mettere ko la persona presa di mira.

Secondo Ashkenazi, i commando spararono 350 tra “beanbag” e capsule piene d'acqua, anch'esse non letali; il tutto, seguendo i “metodi prescritti”.

A sostegno delle testimonianze dei soldati, il generale ha inoltre assicurato che si trattava di veterani, “che capiscono bene quando qualcuno sta sparando proprio verso di loro”. Tuttavia, Ashkenazi è apparso anche propenso ad attribuire alcuni errori alla confusione della mischia e al buio della notte.

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