Israele afferma che il muro di separazione serve a “definire i confini palestinesi”

Gerusalemme – AFP. I negoziatori israeliani hanno comunicato alle controparti palestinesi che il Muro di separazione che attraversa la Cisgiordania dovrebbe definire i confini di uno futuro Stato palestinese, hanno riportato i media nella giornata di martedì.

Poche ore prima dell’arrivo del Segretario di Stato statunitense John Kerry per importanti colloqui sui negoziati di pace in corso, due comunicati stampa hanno riportato la proposta del team israeliano.

“La posizione di apertura israeliana vuole che il confine sia il percorso tracciato dal Muro di separazione e non le linee del 1967 come richiesto dai Palestinesi”, ha affermato la radio pubblica.

Il popolarissimo giornale Yediot Aharonot ha riportato le stesse dichiarazioni.

A partire da fine luglio, data di inizio delle negoziazioni che hanno sancito la fine di tre anni di gelo, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina ha protestato ripetutamente contro la mancanza di trasparenza di Israele sulla questione dei confini.

L’OLP insiste sul fatto che tutti i negoziati si basino sulle linee che esistevano prima della Guerra dei sei giorni del 1967, quando Israele si è impadronita di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est.

Tuttavia il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rifiutato qualsiasi ipotesi di ritorno ai confini del 1967 dichiarandola “indifendibile” e affermando che non terrebbe conto delle “modifiche demografiche avvenute sul territorio” nel corso degli ultimi 46 anni, chiaro eufemismo riferito agli insediamenti israeliani illegali.

Israele ha iniziato a lavorare sulla sua irregolare “recinzione difensiva” nel 2002, nel mezzo della seconda Intifada, e ha difeso la sua costruzione in quanto misura protettiva fondamentale, additando come prova del suo successo il drastico calo di attacchi all’interno di Israele.

Tuttavia i Palestinesi, che lo definiscono “il Muro dell’apartheid”, affermano che la barriera è un’occupazione di territorio, sottolineando che, una volta terminata, l’85 percento sarà costruito all’interno della Cisgiordania.

L’Applied Research Institute di Gerusalemme afferma che il Muro ingloberà circa il 13 percento della superficie totale della Cisgiordania.

Nel 2004 la Corte Internazionale di Giustizia ha diramato un parere non vincolante, dichiarando la barriera contraria alla legge internazionale, ma Israele ha rifiutato di rispettarlo.

Israele si è opposta ad appelli che la invitavano a far passare la barriera lungo la cosiddetta Linea Verde, la linea dell’armistizio che ha rappresentato di fatto il confine tra la guerra del 1949, quando i combattimenti terminarono dopo la fondazione di Israele, e quella del 1967.

Secondo un numero crescente di voci provenienti da entrambe le parti, Kerry si è recato nella regione a causa di una crisi imminente nei negoziati nascenti.

I comunicati stampa israeliani hanno originato una nuova strategia statunitense che vedrebbe Washington presentare alle parti una proposta per un accordo temporaneo.

Kerry ha totalmente smentito questa ipotesi.

“Voglio dissipare categoricamente ogni dubbio sul fatto che ci siano altre ipotesi oltre a quella che è in corso di negoziati tra Israele e i Palestinesi”, ha dichiarato ai giornalisti, a Riyadh, nella giornata di lunedì.

“In questo momento non esistono altri piani”.

Traduzione di Laura Delia