Israele “alleato temporaneo” dei Daesh

MEMO. Un nuovo rapporto emesso lunedì 27 novembre da un ufficio dell’intelligence israeliana ha suggerito che, nei confronti dell’Iran, gli interessi di Daesh e di Israele potrebbero convergere, rendendoli alleati temporanei, secondo il Jerusalem Post.

Il centro di Intelligence e di Informazioni sul terrorismo Meir Amit ha sottolineato che non c’è alcuna alleanza formale tra Israele e il cosiddetto Stato islamico, ma ha affermato che entrambi potrebbero colpire l’Iran e i militanti di Hezbollah in Siria.

Secondo il rapporto, Daesh “cambierà probabilmente i suoi schemi di combattimento e tornerà alla tattica della guerriglia e al terrorismo dopo la fine della campagna contro di loro in Iraq, e potrebbe effettuare attacchi a sorpresa contro veicoli iraniani spostandosi via terra”.

Per quanto riguarda la relazione tra Iran e Israele, il rapporto riporta le dichiarazioni del governo sul pericolo che l’Iran pone, in particolare attraverso l’aiuto che darà a Hezbollah, che Israele ritiene sarà usato per creare reti terroristiche sulle alture del Golan.

“La presenza iraniana in Siria aumenta la probabilità di frizione con Israele e potrebbe portare a un’escalation tra i due paesi in un momento non favorevole all’Iran”, si legge nel rapporto.

Il nemico comune di Israele e Daesh potrebbe tradursi in una fusione di strategie in quanto entrambi cercano di limitare l’influenza iraniana nella regione.

Mentre Israele considera i militanti di Daesh come una delle principali minacce, finora non ha disapprovato gli attacchi lanciati contro le forze iraniane dall’Isis.

Daesh ha perso parte del suo territorio in Siria e in Iraq, quest’anno, incluso il suo bene più prezioso, Mosul. In Siria, è stato costretto a tornare in una striscia della valle dell’Eufrate e nel deserto circostante, dichiarando una prossima imminente vittoria completa.

Se il rischio che il gruppo pone a Israele cade, il governo sembra essere disposto a tollerare l’esistenza di combattenti purché servano i loro interessi nazionali.

Traduzione di Edy Meroli