Gerusalemme – Ma’an. Secondo fonti ufficiali, lunedì Israele avrebbe approvato il progetto per la costruzione di altre 1500 case per coloni a Gerusalemme Est, una decisione che segue di pochi giorni le proteste internazionali scaturite dalla scelta da parte israeliana di pianificare la costruzione di 3000 alloggi in una porzione di territorio annesso durante la Guerra dei sei giorni.
Washington aveva già condannato questi piani, previsti nel quartiere ultra ortodosso Ramat Shlomo, al momento della loro pubblicazione avvenuta nel 2010, proprio durante la visita ufficiale del vice presidente americano Joe Biden.
I palestinesi vedono gli insediamenti come un ostacolo per il raggiungimento di uno Stato indipendente. Gli insediamenti sono stati condannati da molti paesi e l’ultimo progetto dovrebbe essere realizzato su un’area del West Bank che Israele ha annesso a Gerusalemme con un atto mai riconosciuto a livello internazionale.
“Esprimiamo la condanna più ferma di tali azioni così come la determinazione con cui Israele persevera nell’espandere gli insediamenti e a sabotare la soluzione dei due stati”, ha dichiarato l’alto dirigente palestinese Saeb Erekat.
“Le mosse intraprese sono pericolose e allarmanti. Il governo israeliano sta mostrando la sua determinazione nel voler contraddire la volontà espressa dalla comunità internazionale”, ha aggiunto il negoziatore che fu tra i protagonisti dei trattati di pace.
La scorsa settimana, il primo ministro Benjamin Netanyahu si è impegnato nella costruzione di almeno 3000 alloggi da destinare ai coloni nel West Bank in segno della disapprovazione israeliana al voto espresso alle Nazioni Unite per il riconoscimento della Palestina come Stato.
Il biasimo suscitato da questi piani ha comportato la convocazione di un gruppo di diplomatici israeliani da tutta Europa.
La portavoce del ministero degli Interni israeliano, Efrat Orbach, ha dichiarato lunedì che la commissione per la pianificazione distrettuale “ha approvato in via preliminare” il progetto di Ramat Shlomo e che, prima che siano avviati i lavori, dovrà completare il suo iter burocratico.
I colloqui di pace fra israeliani e palestinesi sono bloccati dalla fine del 2010 proprio per il disaccordo suscitato dagli insediamenti, giudicati illegali dalla corte internazionale di giustizia dell’Aja.
Traduzione per InfoPal a cura di Valentina Iacoponi